Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
I Quaderni di Serafino Gubbio operatore (1916) è un romanzo di Luigi Pirandello in cui l'autore siciliano affronta direttamente i temi della macchina e del moderno.
In questo romanzo si narra la vicenda di Serafino, un cineoperatore della casa cinematografica Kosmograph, che quotidianamente annota in un diario tutti gli avvenimenti che riguardano quelli che lavorano nel suo ambiente e soprattutto la storia di un'attrice russa, grande seduttrice di uomini, Varia Nesteroff. Nella scena finale del romanzo Serafino riprende meccanicamente con la sua cinepresa una scena terribile: l'amante della Nesteroff sta girando una scena in cui deve uccidere una tigre; tuttavia, invece di rivolgere l'arma verso l'animale, egli uccide la Nestoroff per vendicarsi della sua insensibilità verso gli uomini e per gelosia. Rimane però ucciso a sua volta, sbranato dalla stessa tigre. Serafino, che sta filmando la scena, diviene muto per lo shock e rinuncia ad ogni forma di sentimento e di comunicazione.
In un momento in cui i futuristi, e in generale tutta una tradizione ottocentesca e positivistica, esaltavano le macchine e la tecnologia come fattori rivoluzionari di progresso e di miglioramento sociale, Pirandello svolge, al contrario, una sua convinta polemica contro la macchina, colpevole, ai suoi occhi, di mercificare la vita e la natura.
Nel romanzo si dipanano tutta una serie di riflessioni sull'inutilità della vita nell'era della macchina: l'esistenza viene presentata come una corsa, tutto è all'insegna della fretta, non c'è tempo per riflettere neanche sul significato della morte, tema che invece era stato centrale nell'immaginario romantico.
Secondo Pirandello, il fragoroso e vertiginoso meccanismo della vita porterà forse un giorno alla distruzione totale. La meccanizzazione ha ormai reso schiavo l'uomo ed è responsabile della perdita di gran parte dei valori. L'individuo ha smarrito anche la propria identità, la capacità di intervenire nel presente e di interpretarlo. Anche l'intellettuale è coinvolto in questo processo, restandone vittima. Non ha più niente da dire perché non ha più possibilità di intervento critico.
La meccanizzazione ha tolto la possibilità di dare un senso al fluire della vita: è questo il significato dell'afasia (mutismo) di cui rimane vittima Serafino Gubbio a causa dello shock per aver assistito all'orribile spettacolo dell'uomo sbranato da una tigre mentre continuava a riprendere la scena. L'afasia è dunque la metafora dell'alienazione dell'artista e della riduzione dell'uomo a macchina.
[modifica] Voci correlate
- Luigi Pirandello (opere di narrativa)
![]() |
Luigi Pirandello (1867 - 1936) | ![]() |
Opere teatrali: Sei personaggi in cerca d'autore - Enrico IV - Così è (se vi pare) - Liolà | ||
Opere di narrativa: Il fu Mattia Pascal - Uno, nessuno e centomila - Quaderni di Serafino Gubbio operatore | ||
Novelle: Novelle per un anno - L'esclusa |