Morte
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
La morte può essere definita in negativo, come la privazione di tutte le proprietà biologiche dell'essere vivente
Se si fa eccezione per i casi di devastazione fisica (decapitazione, maciullamento, ecc...), la morte non si verifica mai in modo istantaneo, ma graduale: è un processo.
La morte ha inizio con la cessazione irreversibile di tre funzioni
- cardiocircolatoria: morte clinica
- respiratoria: morte reale
- nervosa: morte legale.
Prosegue con le trasformazioni e il degrado del cadavere e termina con la distruzione completa di ogni cellula dell'organismo: morte biologica propriamente detta.
Durante la morte la persona perde la sua capacità giuridica e diventa cadavere.
Indice |
[modifica] Diagnosi di morte
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Per approfondire, vedi la voce Accertamento della morte. |
E' errato parlare di morte cardiaca, respiratoria o cerebrale: rappresentando la morte un evento unitario, da qualsiasi punto di vista la si veda, è più corretto parlare di criteri cardiologici, respiratori e neurologici.
Il momento centrale ai fini della diagnosi è costituito dal rilievo della cessazione di tutte le funzioni dell'encefalo, secondo la legge 578/93 del 29 dicembre 1993: Norme per l'accertamento e la certificazione di morte, GU n°5 dell'8 gennaio 1994.
Solo allora sarà del tutto inutile continuare a prestare assistenza a colui che ormai è un cadavere, a meno che non sussistano esigenze in materia di trapianto.
Nella legge 644/75 del 2 dicembre 1975 si dice testualmente che
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«l'accertamento della morte deve essere effetuato, ...
mediante il rilievo continuo dell'elettrocardiogramma protratto per non meno di venti minuti primi» |
Si parla quindi di cardiogramma, poiché viene da sè che un encefalo non ossigenato per venti minuti muore.
Stessa cosa nel DPR 285/90 e nella GU n°245 del 19 ottobre 1994.
Oltre all'ECG si possono richiedere ulteriori indagini in caso di
- bambini inferiori a un anno
- fattori concomitanti: farmaci depressori, ipotermia, ipotensione sistemica
- situazioni che non consentono una diagnosi certa.
Ma l'effettuazione di tali prove, in presenza di risultati clinici probanti e convergenti, riveste minore importanza.
Per tale motivo non viene considerato utile l'elettroencefalogramma, pur se suggerito dal DM della Sanità del 22 agosto 1994.
Un EEG silente, anche per oltre 24 ore, non dà assoluta certezza che il cervello sia irreversibilmente spento.
E' necessario qui sottolineare che la morte è una diagnosi, e in nessun caso deve essere un giudizio prognostico.
Tenuto conto di queste cose, un neonato anencefalo, pur se privo di emisferi cerebrali, è dotato di capacità giuridica, poiché è capace di respirare, deglutire e così via.
In questo caso, la morte, pur se imminente, non dovrà essere accelerata (si risponderà in questo caso di omicidio), nè artificialmente procrastinata (accanimento terapeutico).
[modifica] Segni annunciatori e conseguenze biologiche
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Per approfondire, vedi la voce tanatologia. |
Nell'uomo che si appresta alla morte, possono notarsi specifici segni, sia fisici che psicologici, ad indicare che l'organismo si prepara a cessare la propria attività. Pur reagendo ciascuno a suo modo ed in dipendenza anche delle patologie di cui soffre, del suo stato di salute generale, dell'età, del carattere, etc., è stata osservata spesso la presenza, in varie combinazioni ed in diversi momenti del processo, di quanto segue:
- Maggiore irrequietezza, stati confusionali, disorientamento spazio-temporale, mancato riconoscimento dei familiari, allucinazioni, vista annebbiata, comportamenti diversi dal normale carattere della persona, esplicita dichiarazione di star male o di stare morendo.
- Letargia, i movimenti si rarificano, diventano più impacciati e possono essere involontari, l'interesse verso le normali attività e verso gli altri può declinare, aumenta la difficoltà a svegliarsi dal sonno, talvolta ad occhi aperti; la comunicazione può essere più rara, fino a divenire inintellegibile o fino all'afasia (che però non implica generalmente l'incapacità di intendere ed ascoltare).
- Minori stimoli verso assunzione di cibi e bevande, talvolta impossibilità di deglutire prima gli alimenti solidi, poi quelli liquidi, e minzioni meno frequenti, con colori più scuri o comunque anomali, per es. rossastri, ed eventualmente sopravvenuta incontinenza.
- Respirazione irregolare, tendenza a spalancare la bocca, periodi di apnea, emissione di rantoli molto rumorosi, generalmente non dolorosi per il soggetto, dovuti alla sopravvenuta incapacità dell'organismo di espellere attraverso la tosse le secrezioni che si accumulano nelle vie respiratorie.
- Incapacità di cicatrizzazione delle ferite, in caso di cancro può esservi sanguinamento e deperimento fisico.
- Gli arti appaiono freddi al tatto e possono gionfiarsi; l'organismo non riesce più a mantenere costante la propria temperatura, può esservi sudore gelido, febbre, ed il colorito della pelle, soprattutto delle gambe o dei piedi, può variare: un colorito violaceo e chiazzato in queste zone è indice di una morte quasi imminente, ciò avviene perché la circolazione sanguigna ora si concentra soprattutto negli organi vitali. Il battito può intensificarsi ma essere più debole.
- Coma.
Prima della morte è però frequente un periodo di tempo variabile in cui il paziente appare più o meno completamente lucido e più in forze, prima del peggioramento definitivo. Popolarmente ci si riferisce ad esso con il termine miglioria della morte.
Dopo la morte nel cadavere si verificano una serie di trasformazioni: prima si verifica l'algor mortis, poi il rigor mortis ed il livor mortis. La decomposizione della salma, in realtà, inizia immediatamente dopo l'arresto della circolazione sanguigna (e quindi dell'ossigenazione), sebbene i suoi effetti più evidenti si manifestino solo dopo alcune ore.
[modifica] La morte biologica
Per morte biologica si intende la dissoluzione dell'organismo e di ogni sua cellulare.
E' quindi la fase terminale del processo di morte citato precedentemente.
In senso più lato, si può considerare morte anche quando questa riguarda soltanto alcune parti dell'organismo.
È infatti possibile che alcuni organi o alcune cellule muoiano ma che l'organismo nel suo complesso continui a vivere. Viceversa, le singole cellule possono vivere per un certo tempo dopo la morte dell'organismo cui appartengono (ciò che rende possibile per l'uomo l'espianto di organi e il successivo trapianto).
Alcuni biologi ipotizzano che la funzione della morte sia quella di permettere l'evoluzione, ovvero di consentire l'alimentazione di altri esseri viventi, più spesso di specie diversa, dai quali sono predati in vita (caccia) o dopo la morte (decomposizione).
[modifica] Conseguenze sociali, usi e costumi rituali
Nella cultura occidentale, il corpo del defunto viene in genere deposto in una bara. Nella quasi totalità delle culture, si celebra una cerimonia commemorativa detta funerale, durante o poco dopo la quale essa è inumata in una tomba (che può essere un loculo in un edificio cimiteriale o più tradizionalmente una fossa scavata nel terreno). La salma può anche essere cremata, in questo caso presso taluni popoli se ne conservano le ceneri, mentre presso altri si disperdono in corsi d'acqua o nel mare.
Le diverse culture hanno riti e usanze differenti per rendere ossequio ai loro defunti: ad esempio, presso gli antichi persiani, per i quali sia la terra che il fuoco erano sacri, i cadaveri non erano seppelliti o bruciati per non contaminare i due elementi, ma lasciati a decomporsi su piattaforme sopraelevate; uso vivo anche presso alcune tribù di indiani americani.
Le tombe si trovano generalmente accorpate in terreni civici destinati a tale scopo, detti cimiteri, ove il necroforo si occupa poi materialmente della sepoltura e delle altre operazioni tecniche e pratiche riguardanti le salme.
I cimiteri sono generalmente considerati luoghi sacri.
[modifica] Religioni e credenze
Le meditazioni umane riguardo il fenomeno della morte costituiscono storicamente uno dei fondamenti nello sviluppo delle religioni organizzate. Anche se le interpretazioni e i modi di definire / analizzare la morte variano diametralmente da cultura a cultura, la credenza in una vita dopo la morte - un aldilà - è assai diffusa e molto antica.
Per la maggioranza delle religioni di matrice cristiana, si crede che il Paradiso sia un luogo o uno stato trascendente in cui l'anima del defunto, unita al corpo alla fine dei tempi, trascorrerà l'eternità in continua contemplazione di Dio. L'inferno, il limbo e il purgatorio costituiscono invece i luoghi a cui sono condannate le anime non pure, anche se chiese e teologi non sono concordi sull'esistenza e su cosa rappresentino questi luoghi.
Presso l'Induismo, il Sikhismo ed altre religioni orientali si crede nella reincarnazione; secondo questa filosofia, la morte rappresenta un passaggio naturale (tanto quanto la nascita) tramite il quale l'anima abbandona un involucro ormai vecchio per abitarne uno nuovo (il corpo fisico), fino all'estinzione del karma ed alla conseguente liberazione definitiva. Per questo motivo l'idea della morte viene affrontata con minor struggimento interiore.
Molti antropologi ritengono che le sepolture degli uomini di Neanderthal in tombe scavate con cura e adorne di fiori siano la testimonianza di una primordiale fede in una sorta di aldilà. Alcuni considerano che il rispetto per i defunti e per la morte (più o meno allegorizzata) sia istintivo all'uomo.
[modifica] Allegorie della morte
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Per approfondire, vedi la voce Iconografia della Morte. |
La morte è anche una figura mitologica molto popolare, presente in forma più o meno differente in moltissime culture umane fin dall'inizio della tradizione orale.
L'iconografia occidentale rappresenta la morte in genere come un sinistro mietitore (di presunto sesso femminile): uno scheletro vestito di un saio nero, che impugna una falce fienaia. Come tale, è ritratta anche in una carta dei tarocchi ed appare sovente in letteratura e nelle arti figurative.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
Commons contiene file multimediali sulla morte
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Wikiquote contiene citazioni sulla morte
[modifica] Collegamenti esterni
- La morte nella medicina
- Come parlano della morte i medici con i loro pazienti? - articolo di B. Schlag