Restauro
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Per restauro (dal gotico: stiuryan, riabilitare) si intende qualsiasi intervento mirato a salvaguardare o riportare alle origini, formali e storiche, un'opera (edificio, quadro, manoscritto o altro bene mobile) che, secondo la Carta di Venezia (vedi avanti) costituisca testimonianza di una civiltà particolare, di un'evoluzione significativa o di un avvenimento storico...". La definizione dei principi dell'attività di restauro vede l'Italia protagonista in questo processo. Tra i principali protagonisti del dibattito europeo nell'Ottocento troviamo:
- Eugène-Emmanuel Viollet-Le-Duc (1814-1879);
- John Ruskin (1819-1900);
- Camillo Boito (1836-1914);
- Alois Riegl (1858-1905);
- Gustavo Giovannoni (1873-1947);
- Max Dvořák (1874-1921).
[modifica] Le Carte del Restauro
Le "carte" del restauro:
- Carta d'Atene (1931) è alla base della discussione successiva.
In italia i principali documenti prodotto sono stati:
- Carta del restauro italiana (1931),
- Istruzioni per il restauro dei monumenti (1938),
- The Venice Charter (versione italiana)Carta di Venezia (1964),
- Carta del restauro - Ministero della Pubblica Istruzione (1972),
- Carta 1987 del Restauro degli oggetti d'Arte e di Cultura.
[modifica] Il restauro architettonico
In particolare, il restauro architettonico riguarda gli interventi eseguiti su edifici, o parti di essi oppure anche su semplici elementi di essi di interesse storico od artistico.
Talvolta l'intervento di restauro viene chiamato restauro conservativo inteso come operazione necessaria ad arrestare il degrado dell'organismo architettonico o, ancora, alla ricostruzione di parti mancanti e considerate essenziali per la lettura del manufatto o dell'ambiente architettonico (restauro filologico); spesso questo tipo di intervento permette la fruibilità dell'opera con la controllata possibilità di modificare l'operato in base agli sviluppi tecnologici del periodo.
Viene definito da Cesare Brandi come “il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro”.