Rocky IV
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Titolo originale: | Rocky IV |
Paese: | USA |
Anno: | 1985 |
Durata: | 91' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | Drammatico |
Regia: | Sylvester Stallone |
Sceneggiatura: | Sylvester Stallone |
Produzione: | Robert Chartoff, Irwin Winkler |
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Musiche: | Vince DiCola |
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Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
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«Io ti spiezzo in due»
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(Ivan Drago a Rocky Balboa, prima dell'incontro decisivo)
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«Se io posso cambiare...e voi potete cambiare.....TUTTO IL MONDO PUO' CAMBIARE!»
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(Rocky Balboa al popolo sovietico, dopo l'incontro decisivo)
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Rocky IV è un film del 1985 ed è il quarto capitolo della saga del pugile italo-americano Rocky Balboa (Silvester Stallone). Il film venne girato durante gli anni della "guerra fredda" (rivalità fra USA e URSS) e ha infatti come trama la rivalità tra Rocky, il pugile italo-americano che rappresenta gli USA, e Ivan Drago (Dolph Lundgren), il pugile russo che rappresenta l'Unione Sovietica. Il film tuttavia lascia nel finale un messaggio di pace quando, al termine del match fra i due pugili, il pubblico acclama Rocky dopo un suo discorso in cui condanna l'odio fra il popolo russo e quello americano.
[modifica] Trama
Nel terzo capitolo della saga, Rocky Balboa aveva sconfitto Clubber Lang, riprendendosi il titolo mondiale e facendo alzare la sua popolarità rendendo ancor più leggendario il suo personaggio.
Dalla Russia arriva un pugile di incredibile forza, Ivan Drago, campione olimpico, il cui staff annuncia ai mass media americani di voler sfidare la boxe statunitense, sicuro che Drago possa agevolmente sconfiggere qualunque lottatore americano.
Apollo Creed, ex campione del mondo e amico di Rocky, ferito nell'orgoglio accetta la sfida e decide di affrontare il pugile russo in un incontro amichevole. Rocky cerca di convincere l'amico, ormai troppo vecchio per tornare sul ring, a lasciar perdere, ma questi non cambia decisione: anzi, gli fa presente che non è un semplice incontro di boxe, ma di un vero e proprio confronto fra Stati Uniti e Russia ("qui si tratta di noi contro di loro: non te ne rendi conto?").
Il giorno del match, in quel di Las Vegas, Apollo entra trionfalmente nell'arena, alla sua maniera, accompagnato dall'acclamatissimo Rocky e da un grande James Brown. All'inizio sembra che possa controllare agevolmente l'avversario: Drago, però, comincia a tempestarlo di colpi terrificanti e, appena al secondo round, Apollo va giù, tramortito da un colpo potentissimo; viene immediatamente soccorso dal suo allenatore e dallo stesso Rocky, ma è tutto inutile: Apollo muore sul ring fra le braccia di Rocky. Doveva essere semplicemente un'esibizione, ma purtroppo non è stato così.
Balboa è sconvolto e promette di vendicare l'amico: dopo i funerali di Apollo, decide quindi di sfidare Drago "in trasferta" (il match si svolgerà in Russia) e parte verso l'Unione Sovietica accompagnato da Duke, il suo nuovo allenatore (ex trainer di Apollo), dal cognato Paulie, e in seguito dalla moglie Adriana. Qui svolgerà un durissimo allenamento, parallelo a quello al quale viene sottoposto Ivan Drago ma, mentre il pugile russo è seguito da un'intera squadra di dottori, assume sostanze illecite e utilizza macchinari d'allenamento all'avanguardia, Rocky, da solo, si ritira in un cascinale e si allena correndo in mezzo alla neve, spaccando legna e sollevando enormi pesi rudimentali.
Arriva il giorno del match che, curiosamente, è quello di Natale. In tribuna d'onore c'è anche il Segretario Generale del Soviet Supremo e l'intero Politburo, convinti di festeggiare una sicura schiacciante vittoria del loro beniamino e della loro nazione, pur non essendo in palio il titolo mondiale in quanto le federazioni americane non hanno riconosciuto questo incontro. Il pubblico non risparmia fischi all'indirizzo di Rocky, e lo stesso Drago lo minaccia pochi istanti prima del match (la celeberrima frase "io ti spiezzo in due" entrata nella storia del cinema). Rocky, però, appare inerme: la montagna russa sembra invalicabile; ma incredibilmente si riprende e combatte un grande incontro sconfiggendo all'ultima ripresa l'avversario, dimostrando la propria forza e conquistando il pubblico che fino a pochi minuti prima gli era del tutto ostile. Nel suo discorso di ringraziamento, Rocky condanna apertamente l'odio fra il popolo russo e quello americano. Il premier russo, davanti a ciò, immediatamente si alza ed è il primo ad applaudire questo inequivocabile segno di distensione fra i popoli, seguito, sia pur a malincuore, da tutti gli altri esponenti del Cremlino.
Rocky è ancora il migliore e col trionfo in terra russa si conclude il quarto capitolo della saga di Rocky Balboa.
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[modifica] Collegamenti esterni
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