Salvatore Morelli
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Salvatore Morelli (Carovigno, 1 maggio 1824 - Pozzuoli, 22 ottobre 1880) è stato un pensatore ed un uomo politico italiano.
Figlio di Casimiro Morelli e Aurora Brandi, studiò giurisprudenza all'università di Napoli e si affiliò alla Giovine Italia.
Scontò alcuni anni in carcere per aver bruciato un'immagine di Ferdinando II nella piazza del paese natìo nel 1848 e nel 1851, dopo esser stato accusato di tradimento, venne tradotto dapprima ad Ischia e poi a Ventotene.
Nel 1860 fondò con Leonardo Cisaria la rivista Il Dittatore, di stampo mazziniano. Nel 1861, a Napoli, pubblicò la sua più importante opera, "La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale", testo anticipatore del femminismo, sette anni prima del saggio "Asservimento delle donne" di John Stuart Mill.
Nel 1867 fu eletto deputato e come tale presentò progetti di legge in sicuro anticipo sui tempi come la cremazione, la parità di diritti tra figli legittimi e naturali, tra moglie e marito e la possibilità del divorzio. Nessuno di questi venne nemmeno discusso dalla Camera, dove Morelli sedeva tra i banchi dell'opposizione.
Sul divorzio continuò a presentare proposte nel 1875, nel 1878 e nel 1880. Politicamente ormai emarginato, alle elezioni politiche del 1880 non venne rieletto e nell'ottobre dello stesso anno morì in una camera d'albergo, ridotto alla fame.
[modifica] Opere
- "La donna e la scienza o La soluzione del problema sociale" 3a edizione riveduta dall'Autore con cenno critico-biografico del Professore Virgilio Estival, Napoli, Società Tipografico-Editrice, 1869, 296 pp.