Santa Apollonia
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Santa Apollonia (in greco, Ἀπολλωνία), (?- Alessandria d'Egitto 249?), è venerata dalla Chiesa cattolica come santa e patrona dei dentisti e odontotecnici. La memoria liturgica viene festeggiata il 9 febbraio. La tradizione vuole che sia stata una vergine martire cui cavarono i denti di bocca.
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[modifica] La storia
La storia del martirio della santa ci è giunta tramite il racconto da Eusebio di Cesarea(265-340), il quale riporta un brano della lettera del vescovo San Dionigi di Alessandria († 264), indirizzata a Fabio di Antiochia, in cui si narrano gli avvenimenti dei quali era stato testimone. Tra il 249 ed il 250 in Alessandria d'Egitto scoppiò una sommossa popolare contro i cristiani, eccitata da un indovino pagano. Apollonia, un'anziana donna cristiana non sposata che aveva aiutato i cristiani e fatto opera di apostolato, venne catturata tra gli altri e venne percossa al punto di farle cadere i denti. Secondo la tradizione popolare le furono divelti i denti con le tenaglie. Venne poi preparato un gran fuoco per bruciarla viva se non avesse pronunciato delle bestemmie. Riuscita a liberarsi con un'astuzia dalle mani della plebe, si lanciò da sé tra le fiamme, dove morì, ritenendo senza dubbio che il suicidio non costituisse una colpa in quella situazione.[1] Il corpo della martire, secondo alcuni racconti, sarebbe stato ridotto in cenere.
Una Passio latina ha trasferito questo martirio in Roma durante il governo dell'imperatore Giuliano.
[modifica] Il culto
Papa Pio VI, volendo mettere ordine nel culto delle reliquie, fece raccogliere in tutta Italia presunti denti di santa Apollonia, riempiendo uno scrigno di tre chili di peso buttato successivamente nel Tevere. Ciononostante, in Francia si conservano ancora cinquecento denti della santa.
La sua festa si celebra sin dall'antichità il 9 febbraio. La santa è raffigurata nell'iconografia come una giovane vergine che tiene in mano una tenaglia che stringe un dente. Per questo viene invocata dai fedeli che soffrono di malattie ai denti.
È la compatrona di Catania e la patrona di Asso, Bellaria-Igea Marina, Cantù, Camponogara e Cuccaro Monferrato.
[modifica] Note
- ↑ Eusebio di Cesarea, Historia Ecclesiastica, VI, 41
[modifica] Bibliografia
- Acta Sanctorum, II, Anversa 1657, pag. 278 e seguenti
- Acta Sanctorum, terza edizione, Parigi 1866, pag. 277 e seguenti