Scetticismo filosofico
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Lo scetticismo in filosofia è una corrente di pensiero originaria della Grecia antica. Lo scetticismo non fu in Grecia una scuola a sé, come lo Stoicismo e l'Epicureismo, ma la filosofia che univa tre scuole distinte: la Prima Scuola di Pirrone al tempo di Alessandro Magno, la Seconda Scuola della Media e Nuova Accademia e la Terza Scuola degli scettici posteriori.
[modifica] Filosofia scettica
Contrariamente alle altre filosofie, impegnate nella ricerca del vero e nella costruzione di un determinato sistema metafisico sull'universo, lo scetticismo dichiara che l'uomo non può accedere alla verità ultima delle cose e che la più alta forma d'intelligenza e di saggezza consiste proprio nel riconoscere questo fatto. Esiste una connessione ideale tra gli scettici e i sofisti ed esiste anche un legame con il socratismo e le scuole socratiche minori.
Gli scettici appaiono colpiti dalla varietà delle visioni del Mondo presenti fra gli uomini, quindi, presumendo di avere l'autentica chiave di spiegazione dell'universo da cui far dipendere la felicità e la serenità dell'animo, traggono la conclusione che l'unico modo per raggiungere la tranquillità della mente è un'indagine volta a riconoscere ugualmente fallaci tutte le dottrine. La quiete si raggiunge quindi rifiutando qualsiasi dottrina. Anche lo scetticismo come le altre scuole subordina l'indagine speculativa ad un fine pratico: l'ottenimento della pace interiore.
Lo scetticismo si dedica alla distruzione delle altre dottrine filosofiche; in realtà gli scettici non negano propriamente la verità dei fenomeni ma piuttosto le teorie su di essi che hanno la pretesa di spiegarne la natura profonda.
[modifica] Filosofi scettici
Uno degli esponenti di maggior spicco è Pirrone di Elide (360-275 a.C.), che propose l’adozione di uno scetticismo pratico. In seguito, all’interno della Nuova accademia, Arcesilao (315-241 a.C.) e Carneade (213-129 a.C.) svilupparono ulteriori prospettive teoretiche, basate sul rifiuto di una verità (e di una falsità) assolute. Carneade criticava in particolare i dogmatici, soprattutto quelli di matrice stoica, asserendo che non è possibile fondare la conoscenza in maniera irrefutabilmente certa. Sesto Empirico (200 d.C. circa), la massima autorità dello scetticismo greco, sviluppò ulteriormente la dottrina, inserendovi i risultati dell’empirismo dell’epoca.
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