SIMEC
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Il SIMEC (SIMbolo EConometrico di valore indotto) era un tagliando di carta filigranata (definito un francobollo dal suo inventore) ideato da Giacinto Auriti. Non si trattava tuttavia di una moneta, come rivela la sentenza di assoluzione di Auriti, secondo la quale i Simec - siccome non moneta e non avendone le caratteristiche di generalità, universalità e obbligatorietà di accettazione - non hanno spendibilità generalizzata
L'esperimento, che voleva verificare empiricamente le teorie di Auriti sul cosiddetto "valore indotto" della moneta (in base alle quali il SIMEC avrebbe finito con l'acquisire un valore intrinseco e una spendibilità "fiduciaria"), ha avuto termine con il sequestro da parte della Guardia di Finanza. In seguito al dissequestro, l'esperimento non venne più ripreso.
L'esperimento, iniziato a luglio del 2000 a Guardiagrele, era incentivato dal fatto che i SIMEC erano ceduti in cambio di lire e ritirati quando venivano presentati al doppio del valore originario. I costi relativi a tale signoraggio negativo erano sostenuti dallo stesso Giacinto Auriti. Secondo un articolo del WSJ, il volume giornaliero si aggirava intorno ai $ 40.000 di allora, mentre gli esercizi commerciali non convenzionati col sistema rimanevano praticamente vuoti.
Ciò provocò tensioni che indussero Auriti a rallentare l'emissione dei SIMEC (molti dei quali accaparrati dai numismatici); ciò costrinse i negozianti a far pagare in SIMEC solo una parte sempre più bassa del prezzo, riducendo il vantaggio per gli acquirenti. A metà agosto il sequestro ordinato dal tribunale di Chieti interruppe bruscamente l'esperimento; i SIMEC furono poi dissequestrati il 31 Agosto dopo una sentenza del tribunale del riesame.
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[modifica] Proprietà del portatore e reddito di cittadinanza
La teoria del valore convenzionale della moneta trova fondamento negli scritti del professor Auriti, valida sia per una filosofia pre-kantiana che post-kantiana (*). La teoria di Auriti afferma la proprietà popolare della moneta all'atto dell'emissione e che il valore della base monetaria emessa non deve essere caricato in passivo come un debito di chi la utilizza, ma come un credito che l'istituto emittente deve rimborsare a ogni cittadino. Poiché la moneta acquista un valore soltanto per una convenzione fra gli utilizzatori, che accettano di scambiarla per il valore nominale riportato sulla banconota, la moneta dovrebbe essere proprietà del portatore.
La teoria del valore proposta da Auriti è stata contrastata dalla Banca d'Italia che, nel corso di una causa promossa da Auriti scrive: "La visione della moneta e delle funzioni monetarie che l'attore intende accreditare è palesemente distorta e completamente infondata. Da un punto di vista logico, è innanzitutto ben evidente che l'accettazione da parte della collettività, lungi dall'essere causa del valore della moneta, ne rappresenta in realtà solo l'effetto, sicché il sillogismo deve essere rovesciato: non è vero che la moneta vale in quanto è accettata, ma semmai, come la storia e la cronaca stanno a dimostrare, che essa è accettata solo in quanto abbia un valore."
Il reddito da signoraggio che deriverebbe dalle tesi di Auriti potrebbe essere utilizzato per gli investimenti oppure per pagare la spesa pubblica (sanità, istruzione, pensioni), azzerando le imposte. Auriti propose di distribuirlo direttamente ai cittadini che, in quanto proprietari di quel denaro, hanno diritto di spenderlo come ritengono opportuno. Tale scelta rende la proposta di Auriti indipendente dal mondo della politica, in quanto una somma così ingente non viene vincolata alla realizzazione di ambiziose priorità economiche rispetto ad un certo orientamento politico.
Il reddito di cittadinanza è un vitalizio stimato dal Professore in una somma tra i 500 e i 600 euro al mese alla quale avrebbe diritto ogni cittadino, dalla nascita. Oltre alla considerazione giuridica per la quale si tratta di una somma da redistribuire ai legittimi proprietari, la scelta di assicurare a tutti un reddito minimo è dettata anche da una motivazione filosofica, quella di soddisfare i bisogni primari dell'individuo (mangiare, bere, scaldarsi) per liberare tempo per dedicarsi ad attività più edificanti che realizzano la persona; un minimo di tranquillità economica è considerata una precondizione per dedicarsi alla ricerca e alla cultura.
[modifica] Il cambio SIMEC-Lira
La particolarità di questo tagliando è un cambio "asimmetrico". Date due qualsiasi monete il cambio A/B = 1/(cambio B/A): ad esempio il cambio euro/dollaro è in ogni istante uguale al reciproco del cambio dollaro/euro. Per il SIMEC non era così.
Ogni lira veniva cambiata con un SIMEC, tenendo la parità. Questo cambio era rilevante per salari e pensioni: chi riceveva 800.000 lire le cambiava in 800.000 SIMEC. Invece, il SIMEC veniva cambiato quotidianamente con due lire. Lo stesso valore era applicato negli acquisti, era il valore convenzionale riconosciuto al SIMEC; perciò, un oggetto che costava 1000 lire, veniva ad avere un prezzo di 500 SIMEC. Trovandosi con lo stesso reddito e prezzi in SIMEC dimezzati, gli abitanti di Guardiagrele avevano un potere di acquisto raddoppiato. Il potere di acquisto è, appunto, il rapporto fra salario (lordo: pensione e stipendio) e un indice dei prezzi ed è detto anche reddito reale, che veniva raddoppiato.
[modifica] Legalità del SIMEC
Se il SIMEC fosse stata una moneta complementare avrebbe violato la Costituzione Europea che riserva alla sola Banca Centrale Europea (BCE) il diritto di emettere moneta. In realtà, i SIMEC secondo Auriti erano <<francobolli>>, privi di riserva, che circolavano come mezzo di pagamento non per una scelta dell'emittente (che non poteva imporre un corso legale forzoso), ma per una libera scelta di commercianti e consumatori. In quanto non aveva riserve né valore intrinseco né corso forzoso imposto per legge, il SIMEC non aveva nessuno degli attributi che qualificano una moneta. Tesi sostanzialmente ripresa dal Tribunale di Chieti.
L'anomalia della conversione fra SIMEC e lira poneva alcuni interrogativi sulla solvibilità del sistema, sul modo in cui, incassando una lira per ogni SIMEC messo in circolazione, Auriti, si era impegnato in prima persona, avrebbe poi potuto rimborsare due lire per ogni SIMEC ritirato.
Auriti non era preoccupato di questa situazione, in quanto equivaleva ad affrontare un'esposizione debitoria con una riserva frazionaria del 50%, significativamente al di sopra di quella (del 10-15%) con la quale le banche riescono tranquillamente a gestire la loro esposizione.
Comunque, il rischio non riguardava il capitale conferito: per ogni SIMEC emesso c'era la possibilità di rimborsare una lira, applicando la parità anche nel passaggio da SIMEC a lira e un cambio monetario "tradizionale" simmetrico. Il rischio riguardava il guadagno di una lira che si poteva ottenere cambiando un SIMEC con due unità della vecchia moneta.
Questo guadagno certo, immediato e a rischio zero è peraltro una forma di arbitraggio replicabile. Semplicemente, cambiando una lira con un SIMEC, poi un SIMEC in due lire e di nuovo le due lire in due SIMEC, è possibile attivare un circolo virtuoso che a ogni passaggio raddoppia il reddito di partenza. In questo senso ci si sarebbe attesi una speculazione finanziaria sul SIMEC, che invece non si è verificata.
[modifica] Note
(*)Da Kant in poi, per tutto l'idealismo e la filosofia successiva, vale l'identità di soggetto e oggetto, e l'oggettività è intersoggettività, spazio comune fra più individui che inconsciamente producono la stessa realtà sensibile: in quest'ottica il valore dell'oggetto-moneta presuppone un'intersoggettività, un'insieme di più di una persona che gli dà valore. In una filosofia che cade a monte della rivoluzione copernicana, vale una netta separazione fra soggetto e oggetto, tipicamente aristotelica, in cui la misura presuppone due momenti, uno di manifestazione del fenomeno e uno per la sua misurazione; il tempo richiede una coscienza in grado di distinguere passato, presente e futuro, che è il soggetto che effettua la misura. La misura del valore è oggettiva, mentre è il soggetto a valutare il valore della misura. Esso può derivare anche da un soggetto solo, non necessariamente da una pluralità di persone.
[modifica] I Tagliandi
[modifica] Voci correlate
- Moneta complementare
- Economia monetaria
- Signoraggio
- Moneta
- Economia monetaria
- Riserva monetaria
[modifica] Collegamenti esterni
- Sito web a supporto del SIMEC
- Professor Auriti's Moneta Essays - include articolo WSJ.