Squillace
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Squillace | |||
---|---|---|---|
Stato: | Italia | ||
Regione: | Calabria | ||
Provincia: | Catanzaro | ||
Coordinate: |
|
||
Altitudine: | 344 m s.l.m. | ||
Superficie: | 33 km² | ||
Abitanti: |
|
||
Densità: | 97 ab./km² | ||
Frazioni: | Squillace Lido, Fiasco Baldaia | ||
Comuni contigui: | Amaroni, Borgia, Girifalco, Montauro, Palermiti, Stalettì, Vallefiorita | ||
CAP: | 88069 | ||
Pref. tel: | 0961 | ||
Codice ISTAT: | 079142 | ||
Codice catasto: | I929 | ||
Nome abitanti: | Squillacesi | ||
Santo patrono: | Sant'Agazio martire | ||
Giorno festivo: | 7 maggio | ||
[Squillace.org Sito istituzionale] | |||
Visita il Portale Italia |
Squillace è un comune di 3.191 abitanti in provincia di Catanzaro.
Indice |
[modifica] Cenni Storici
Squillace, posta a 344 metri sul l.m. e distante da esso circa 5 km , si presenta agli occhi del visitatore come testimone di intrecciate ed antiche vicende. Le vie, le chiese, i palazzi, espressione viva di una civiltà ricca di storia, rimandando indietro nel tempo, facendo rivivere nel presente momenti palpitanti dell'antico passato. Sita in un punto della costa jonica che già dall'antichità si è dimostrato strategico per la centralità, si affaccia imperante sul golfo che da essa prende il nome. La sua potrebbe essere la storia di ogni altro paese della Calabria ma quella di Squillace si perde nel tempo. Alcuni attribuiscono la sua fondazione ad Ulisse mentre altri all'ateniese Menesteo reduce dalla guerra di Troia. Con certezza si sa che fu dapprima la greca Skilletion e poi la romana Scolacium presso la Roccelletta di Borgia dove già nel 123- 122 a .C. i romani istituirono la COLONIA MINERVIA SCOLACIUM. Proprio in quel luogo fiorì Squillace. Durante l'Alto Medioevo, Squillace subì le incursioni saracene e longobarde che costrinsero a rifugiarsi per motivi di sicurezza sulle vicine colline. L'attuale centro dopo alcuni periodi di dominazione araba venne occupato dai Normanni guidati da Guglielmo d'Altavilla . Nel 1845 fu Principe di Squillace Federico d'Aragona , futuro Re del regno di Napoli mentre dal 1494 al 1735 la città fu governata dalla potente famiglia Borgia . Il terribile terremoto purtroppo nel 1783 sfregiò il volto architettonico e urbanistico del paese e ne rappresentano una chiara testimonianza le rovine monumentali oggi esistenti. Squillace inoltre è patria di diversi uomini illustri come Flavio Magno Aurelio Cassiodoro primo ministro e consigliere personale del Re Teodorico, Re dei Goti. Egli fondò il Monastero Vivariense e quello Castellense. Altre eminenti personalità squillacesi sono i generali Florestano e Guglielmo Pepe quest'ultimo dal De Sanctis “il padre della rivoluzione italiana”.
[modifica] La ceramica
I vasai, silenti e operosi, seduti al tornio che gira sotto l'impulso del piede, mentre le mani modellano l'argilla, hanno sempre congiunto al lavoro, la passione per l'arte. Un'arte che con ogni probabilità si sviluppò già a Skilletion nel periodo della Magna Grecia e fiorente si tramandò di padre in figlio fino ai nostri giorni . La costante produzione artigianale squillacese è rappresentata nel tempo da numerosi reperti di elevato valore artistico che si conservano nei più importanti musei del mondo (Londra, Parigi, New York, Capodimonte, Palermo, Faenza, ecc.). Tra tutti si ricorda un grande piatto di ceramica ingobbiata e graffita recante la scritta: sqllci 1654 . Il pezzo conservato nel museo Provinciale di Catanzaro e ora disperso, rappresenta uno dei capolavori dell'artigianato squillacese, in cui l'artista ha espresso il massimo della genialità . Attualmente a Squillace, tappa importante per la produzione della ceramica, è ancora possibile vedere artigiani al lavoro che dimostrano una particolare passione per quest'arte che,pur avendo avuto diverse evoluzioni, rimane sempre l'arte pura dell'argilla vivificata dall'ingegno umano. Infatti, Squillace rientra nel ristretto gruppo dei 33 paesi italiano che hanno la facoltà di applicare il marchio DOC alle loro ceramiche .
[modifica] Il Castello
Ubicato nella parte più alta del paese fu edificato nel 1044 da Guglielmo d'Altavilla su una preesistente fortezza bizantina. Fu sede di conti, principi e marchesi. Presenta due torri una cilindrica e una poligonale ed un bel portale ancora intatto del periodo aragonese è sormontato dallo stemma marmoreo della famiglia Borgia. Fu fortemente danneggiato dal terremoto del 1783, il castello, fu per molto tempo abbandonato anche se pochi anni fa furono trovati due scheletri . Tale fortezza fu abitata da diverse famiglie quali: Lancia, Montfort, Del Balzo, Marzano, Aragona, Borgia, De Gregorio ecc...
[modifica] La Cattedrale
La chiesa Cattedrale consacrata dal vescovo Nicola Notaris nel 1798 e dedicata all'Assunta, fu ricostruita pressappoco nello stesso sito della Cattedrale Normanna fatta erigere dal conte Ruggero nel 1096 e distrutta dal terremoto nel 1783. L'imponente facciata a tre portali è stata realizzata da scalpellini calabresi. L'internò a tre navate presenta sulla destra, l'artistico fonte battesimale in pregiato marmo bianco del XVI sec. Nella navata laterale sinistra attrae l'attenzione la cappella di Sant' Agazio Martire, patrono della Città e della Diocesi, la cui festa si celebra il 7 maggio. Il prospetto in marmo rosa risale, come descrizione sulla parete superiore, al 1580. Due sportelli di legno del XVIII sec. che recano sulle facciate esterne le immagini di Sant' Agazio e San Gregorio, custodiscono la statua del santo mentre i mosaici alle pareti laterali raffigurano il martirio e l'approdo delle sue reliquie al Lido di Squillace. In fondo alla medesima navata vi è l'altare del sacramento con artistico dossale marmoreo, lavoro di scuola napoletana del prima Cinquecento. Degne di particolare rilievo, oltre ad una bellissima tela di Domenico Basile datata 1770, sono le decorazioni interne della chiesa realizzata dai pittori Carmelo Zimatore e Diego Grillo da Pizzo negli anni 1915-1918.
[modifica] Il "Ponte del Diavolo" (Ponte Ghetterello)
Caratteristico ponte medievale con arcata a sesto oggivo , situato a valle, fuori dall' abitato, sul torrente Ghetterello. Il nome popolare “del diavolo” deriva da una leggenda che ancora oggi si racconta: ""Lungo il fiume abitava un tempo un pastore che per facilitarsi la traversata aveva costruito un ponte le violente piene, puntualmente lo distruggevano e costringevano il pastore a ricostruirlo. Così un giorno, stanco di tutto, decise di fare un patto con il diavolo, il quale si impegnava a costruire un ponte che mai nessuna piena avrebbe potuto portarsi via; tutto in cambio dell'anima del primo essere vivente che sarebbe passato sullo stesso. Così il diavolo, sicuro che il primo a passare fosse stato il pastore, costruì il ponte e aspettò la sua ricomparsa. L'uomo però, che non era per nulla ingenuo con un fischio richiamò il cane che si trovava dall'altra sponda e questi udito il richiamo, attraversò di corsa il ponte per raggiungere il padrone. Vedendosi così beffato, il diavolo si adirò e mollo un calcio al ponte con l'intento di distruggerlo ma questi, costruito solidamente non si mosse e ancora oggi a distanza di secoli a parte un enorme buco che rappresenta l'impronte del piede del diavolo, resiste alle piene e alle intemperie.""
[modifica] Le altre chiese
TUTTI I SANTI (Seconda metà del XVI sec.) – La chiesa (già parrocchia di San Matteo) è caratterizzata dalla singolare facciata d'impronta rinascimentale rifatta nel 1917 e animata da due busti di donna con seno scoperto. Sul portale, lo stemma dell'Ordine delle Francescane raffigura il braccio nudo di Cristo con quello togato di San Francesco. Collegato alla chiesa, sorgeva un tempo il monastero di Tutti i Santi, completamente distrutto dal terremoto del 1783. Interessanti, all'interno, i quadri del pittore G. Basile del XIX sec.
SAN GIORGIO La chiesa detta anche della purità è stata consacrata da Mons. Michele Abate nel 1789 in onore della V.B. Maria della purità e di San Francesco di Sales. Tale titolo si riallaccia all'esistenza del monastero della visitazione istituita nel 1713, di cui l'attuale chiesa era la cappella. All'interno si conservano pregevoli tele e un caratteristico organo a portelle di fattura napoletana datato 1853 .
IMMACOLATA Già parrocchia di San Nicola delle donne, si presenta con una facciata di stile classicheggiante. I locali sottostanti, a cui si accede tramite una scala interna un tempo adebiti a sede dell'Immacolata, conservano tutt'ora un grazioso altare. Di notevole interesse sono: una splendida tela eseguita dal pittore G. Basile nel 1872 che raffigura l'Immacolata Concezione ed un'artistica campana della fine del 1500 tra le più antiche della zona.
SAN PIETRO Un tempo sede della Confraternita di Santa Maria del Carmelo è detta, ancora oggi, chiesa del Carmine. Interessante lo splendido portale settecentesco di elaborata fattura.
MONASTERO DI SANTA CHIARA Nella zona sottostante Piazza Duomo, richiamano l'attenzione i ruderi della chiesa di Santa Chiara con annesso l' omonimo monastero. La costruzione risalente al 1604 e realizzata con il lasci testamentario del nobile Marcello Menniti di Guardavalle , ospitava inizialmente sedici suore che osservavano la stretta regola di Santa Chiara d'Assisi. Poco meno di due secoli più tardi, nell'anno 1783, il terremoto segnava la fine del monastero. Oggi non rimane che la singolare facciata attigua a quella della chiesa alla destra della quale si innalza il maestoso campanile e all'interno, sulle arcate laterali, il matroneo.
SANTA MARIA DELLA PIETA' La chiesetta, situata all'inizio di Via dell'Antico Senato, rappresenta un vero esempio di architettura gotica del XIII sec. È una costruzione a pianta rettangolare irregolare, quasi quadra, con muri esterni in blocchi di pietra squadrati, sicuramente opera di maestranze locali. L'interno, di modeste proporzioni ed illuminato da esili monofore, si presenta con un grosso pilastro al centro che regge, insieme ad altri addossati alle pareti, la copertura, realizzata con volte a crociera portogivali. Su una parete vi è la lapide marmorea a ricordo di un restauro effettuato nel sec. XIX dal vescovo Mons. C. Pasquini.
MADONNA DEL PONTE A valle, fuori dall' abitato, in uno scenario di sublime fascino, circondata da ulivi, aranci, siepi e rovi, sorge la chiesa della Madonna del Ponte (o del Rinfresco). Il clima di pace che vi regna, disturbato soltanto dal piacevole scroscio dei fiumi Ghetterello e Alessi che proprio qui confluiscono, subito ci avvolge in un velo di sacrale misticismo. In questo luogo il 5 maggio del 1723, fu ritrovata, dipinta su un pezzo di antica muraglia la Sacra immagine della Madonna e l'anno successivo (1724), come riporta l'iscrizione in pietra sul portale, fu eretta l'attuale chiesa con simmetria tale che l'effige, mai rimossa dall'originario posto, rimanesse situata sopra l'Altare Maggiore, dove ancora oggi si può ammirare. La Sacra icona di origine bizantina, riproduce,in affresco, la Madonna che allatta. La chiesa, recentemente restaurata, è aperta al culto.
Altre chiese sono quella di San Nicola e quella della Madonna della catena a Squillace Lido.
[modifica] Altri monumenti importanti
PALAZZO PEPE Appartiene ai Pepe e presenta tutt'oggi, sulla volta dell'ingresso, lo stemma policromo della famiglia. Interessante l'atrio con pozzo e i portali seicenteschi.
PALAZZO OLIVIERI Il palazzo, antica residenza della famiglia Olivieri, si presenta con una facciata di chiaro stile barocco. L'entrata principale ad arco a tutto sesto, sormontata da un vistoso stemma nobiliare, si affaccia su una scala in pietra granitica con ringhiera in ferro battuto. Attualmente è residenza privata.
LA FINESTRA A BIFORA Finestra con colonnina tortile posta sulla parete di una modesta abitazione lungo la Via dell'Antico Senato . Usata, in passata, come grazioso motivo ornamentale nell'architettura gotica, probabilmente è stata rimossa, dopo il terremoto del 1783, da un palazzo nobiliare squillacese. Attribuibile al XIV sec.
IL PARCO ARCHEOLOGICO SCOLACIUM In località Roccelletta di Borgia, in prossimità di Catanzaro Lido, un vasto comprensorio di circa 35 ettari , conserva i resti monumentali della romana Scolacium, sotto i quali si celano ancora quelli della greca Skilletion di cui l'attuale Squillace, erede, ne rappresenta la continuità . Il territorio costituisce il primo Parco Archeologico della Calabria. Gli scavi, iniziati nel 1965 hanno riportato alla luce teatro, anfiteatro greco, terme, necropoli, foro ed un grande edificio nonché numerose iscrizioni e molte statue acefale togate che si conservano nei locali dell'Antiquarium sito all'interno del Parco. Il maggiore rinvenimento è il TEATRO ROMANO di dimensioni ragguardevoli, raggiunte i novanta metri di diametro, mentre la lunghezza della scena e del muro del pulpito è rispettivamente di metri 37 e 29. Paragonabile al teatro grande di Pompei, si pensa avesse una capienza di circa 5.000 posti.
[modifica] Il mare
Tra spiagge libere e assolate, lungo il tratto forse più bello della costa calabrese che rievoca antichi ricordi, dove sbarcano Micenei, Dori e Achei, oggi è possibile ancora ammirare un mare incontaminato, limpido e cristallino dai colori variopinti.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti