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Trattato sull'astrolabio - Wikipedia

Trattato sull'astrolabio

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Tre studiosi capetingi mentre consultano un astrolabio.
Tre studiosi capetingi mentre consultano un astrolabio.

Il Trattato sull'astrolabio (Treatise on the Astrolabe in inglese) è un saggio medioevale di Geoffrey Chaucer sull'astrolabio, antico strumento di misura degli angoli celesti. Il saggio risale a circa il 1392 ed è il più antico manuale tecnico conosciuto nella letteratura inglese[1] . Nonostante l'opera originale non sia pervenuta, il trattato è sopravvissuto all'interno di circa altri ventidue manoscritti, la maggior parte risalenti comunque al XVI secolo, un centinaio di anni dopo la stesura originale[2]: la conferma della paternità dell'opera inoltre è riscontrabile all'interno del Prologo, nei Canterbury Tales.

Indice

[modifica] L'opera

La struttura generale dell'opera è molto semplice e lineare: si divide in cinque differenti sezioni, esposte nel Prologo, in cui in ognuna si tratta di un argomento diverso. Il testo giunto a noi però comprende solo: il Prologo, la The Firste Partye, la The Seconde Partye e le Supplementary Propositions, di cui però alcuni studiosi sono incerti, almeno per quanto riguarda una porzione di questa parte[2].

[modifica] Il Prologo

Il trattato si apre con una breve introduzione, o Prologo, in cui è presente la dedica al piccolo Lewis, di cui è ancora ignota l'identità. Chaucer inizia una breve digressione sulle fonti da cui prende tutte le informazioni, benché egli stesso sia appassionato di astrologia e discreto conoscitore: espone inoltre anche il motivo per cui scrive in inglese, più facilmente comprensibile al little Lewis, e non in lingua latina, più complessa e non conosciuta dal ragazzo.
Chaucer dichiara esplicitamente, prima di introdurci la struttura dell'opera, che il Trattato che ha composto è un sunto di altri trattati più antichi.

Collabora a Wikiquote (EN)
« I n'am but a lewd compilator of the labour of olde astrologiens, and have it translatid in myn Englissh oonly for thy doctrine.»
Collabora a Wikiquote (IT)
«Io sono solo un compilatore ignorante del lavoro di altri antichi astrologi, e l'ho tradotto nel mio inglese solo per insegnarti.»
(Trattato sull'Astrolabio, Prologo.)

L'autore poi ci spiega come sarà suddiviso il trattato:

  1. The Firste Partye: una descrizione dell'astrolabio.
  2. The Seconde Partye: una rudimentale spiegazione sull'utilizzo di questo.
  3. The Thridde Partye: una serie di tabelle che riportano longitudini, latitudini, inclinazioni, etc.
  4. The Fourthe Partye: una theorike (teoria) sul movimento dei corpi celesti, in particolare una tabella che riporta il vero movimento della luna
  5. The Fyfte Partye: un'introduzione al campo dell'astrologia[3].

Tutte le istruzioni però, descritte della Seconde Partye, sono riproducibili solamente se l'astrolabio utilizzato è come quello descritto da Chaucer nella Firste Partye e calibrando, come aveva fatto l'autore, lo strumento sulle coordinate di Oxford.

Collabora a Wikiquote (EN)
«[..] therfore have I yeven the a suffisant Astrolabie as for oure orizonte, compowned after the latitude of Oxenforde; upon which, by mediacioun of this litel tretys, I purpose to teche the a certein nombre of conclusions aperteynyng to the same instrument.»
Collabora a Wikiquote (IT)
«[..] perciò ti ho dato un astrolabio adatto per i nostri orizzonti, calibrato lungo la latitudine di Oxford; con il quale, tramite questo trattato, ho proposto di insegnarti un certo numero di conclusioni sullo stesso strumento.»
(Trattato sull'Astrolabio, Prologo.)


Here Endeth the Proheme[4]

[modifica] The Firste Partye

Here begynneth the descripcioun of thin Astralabie.[5]
Il primo piatto dell'astrolabio descritto.
Il primo piatto dell'astrolabio descritto.
Il secondo piatto dell'astrolabio.
Il secondo piatto dell'astrolabio.
La rete o zodiaco dell'astrolabio.
La rete o zodiaco dell'astrolabio.
Il piatto sotto la rete dell'astrolabio.
Il piatto sotto la rete dell'astrolabio.

La descrizione che da Chaucer è di una semplice mappa delle sfere celesti a due dimensioni: le stelle più importanti e i cerchi descritti dai pianeti sono proiettati su una lamina di metallo, chiamata rete, sotto la quale si trovato un numero di piatti, utilizzati a seconda delle differenti latitudini. La rete e questi piatti sono inserite in un contenitore circolare vuoto, il meter. Agganciato nella parte posteriore è presente un righello, chiamato alidade.

Nei cerchi più esterni, come da figura, è presente la suddivisione in segni zodiacali e mesi dell'anno e nel piatto sottostante è presente la divisione in giorni, divisiouns fro 5 to 5[6]: Aries, Taurus, Gemini, Cancer, Leo, Virgo, Libra, Scorpio, Sagittarius, Capricornus, Aquarius, Pisces e più all'interno Januarius, Februarius, Marcius, Aprilis, Maius, Junius, Julius, Augustus, September, October, November, December.

Here endith the descripcioun of the Astrelabie and here begynne the conclusions of the Astrelabie.[7]

[modifica] The Seconde Partye

Per approfondire, vedi la voce I paragrafi della Seconde Partye.

La seconda parte contiene 39 istruzioni, o conclusioni come le definisce l'autore, sull'utilizzo dell'astrolabio: nell'originale dovevano essere sicuramente quaranta, ma è presente un salto tra la parte finale della trentottesima istruzione e la fine della trentanovesima, per poi concludere con la quarantesima istruzione.
Questi insegnamenti variano dal calcolare l'altitudine dei corpi celesti, al trovare l'esatto giorno e l'esatta ora in cui ci si trova; Chaucer insegna a Lewis anche per esempio ad orientarsi, trovando i quattro punti cardinali, oppure ai concetti dell'astrologia più magica (come l'influenza dei corpi celesti). Riportati di seguito alcuni titoli dei paragrafi in cui vengono esposte le teorie sull'uso dell'astrolabio, in cui si denota la praticità dei diversi insegnamenti e che riassumono il contenuto di ogni paragrafo[8]:

1. Per trovare il grado in cui il sole si muove giorno dopo giorno.
2. Per sapere l'altitudine (altezza) del sole o degli altri corpi celesti.
3. Per sapere l'ora del giorno dalla luce del sole, e l'ora della notte dalle stelle fisse, e anche per sapere dalla notte o dal giorno il grado di ogni segno che ascende dall'orizzonte orientale, che è più comunemente chiamato ascendente o ellis horoscopum.

[..]

11. Per conoscere la quantità di ore eguali.
12. Una speciale delucidazione sulle ore dei pianeti.
13. Per conoscere l'altitudine del sole nel mezzo del giorno che è chiamata altitudine meridiana.

Explicit tractatus de Conclusionibus Astrolabii, compilatus per Galfridum Chauciers ad Filium suum Lodewicum, scolarem tunc temporis Oxonie, ac sub tutela illius nobilissimi philosophi Magistri N. Strode, etc.[9]

[modifica] Supplementary Propositions

A seguito della Seconde Partye, è stato tramando all'interno dei manoscritti anche una parte che potremmo definire di approfondimento: vengono infatti approfonditi i concetti di umbra recta e umbra versa, termini che stavano ad indicare l'ombre proiettate da un oggetto verticale, come ad esempio uno gnomone, su un piano, definito come quadrato delle ombre, per determinare l'altezza del sole. Chaucer svolge queste umbrae in tre diversi paragrafi:

41. Umbra Recta.
42. Umbra Versa.
43. Umbra Recta.

[modifica] I manoscritti del Trattato

La prima edizione del Trattato di cui si ha certa origine e datazione, definita anche come la editio princeps, risale al 1532 e si rifa ad alcuni manoscritti considerati contenenti alcuni piccoli errori, come per esempio la ripetizione di una parte del testo, non necessariamente errata[10]. Gli storici dunque dividono in due diverse classi dei vari manoscritti, una prima classe, considerati i più antichi, ed una seconda classe, diversa per esempio nell'ordine delle parole dalla prima classe: paradossalmente però, la ricostruzione dell'opera è stata condotta facendo molto usi di manoscritti di seconda classe[10] che, benché alcuni contengano errori grossolani, rimangono l'unica fonte per risalire all'opera, secondo gli studi di A.E.Brae . La versione considerata più attendibile infatti è stata ricostruita da A.E.Brae, storico dell'ottocento, che fa grande uso, oltre all'editio princeps, di due manoscritti di seconda classe in particolare, quello scritto da Walter Stevins nel 1555, dedicato da lui stesso al conte Edoardo di Devonshire, e del manoscritto catalogato come MS. Sloane 314 al British Museum, anche questo del XV secolo.

[modifica] Le parti mancanti

Secondo importanti studi[10] sui manoscritti pervenutici integri, la Thridde Partye del Trattato consisteva prevalentemente in una serie di tabelle: infatti queste dovrebbero essere state una rielaborazione o una copia di un opera di Nicola di Linn e John Somer, prima che Chaucer mettesse mano al resto. L'ipotesi più accreditata è la divisione della terza parte in:

  1. Tabelle sulla latitudine e longitudine delle stelle, che sono rappresentate sulla rete dell'astrolabio: esempi si possono ritrovare in alcuni manoscritti.
  2. Tabelle delle declinazioni del sole, secondo i giorni dell'anno.
  3. Tabelle delle longitudini dei paesi e delle città.
  4. Tabelle per regolare gli orologi e trovare le altezze meridiane (probabilmente del sole).

Non tutte queste tabelle però sono arrivate integre a noi attraverso i manoscritti: si ignora infatti il motivo per cui solamente alcuni esempi sono pervenuti a noi[10]

La Fourthe Partye invece tratta il moto dei corpi celesti e della loro causa: questo probabilmente non fu mai scritto, benché ci sia un rimando nella seconda parte del Trattato. Anche questa parte, sempre secondo recenti ipotesi[10] avrebbe dovuto contenere alcune tabelle sulle posizioni della luna, trovate mediante l'uso di un almanacco: alcune tabelle di questo genere infatti sono state ritrovate in due diversi manoscritti.

La Fyfte Partye, conteneva alcune regole generali dell'astrologia, contenente tabelle sull'equazione delle case, sulla dignita dei pianeti e altre ancora[10]: di questa parte si conservano solamente alcune tabelle, come quelle per la latitudine di Toledo[10].

[modifica] Il Trattato

Il Trattato, come l'autore stesso aveva già esposto nel prologo, consisteva prevalentemente in una traduzione di alcuni altri trattati di tipo astronomico. Il XV secolo infatti è ancora caratterizzato da una letteratura colta in lingua latina: Chaucer decide quindi di elaborare, a partire da questi testi latini, un trattato nella lingua del tempo più facilmente comprensibile al piccolo Lewis, destinatario dell'opera di cui ancora non si è stabilita l'identità.

[modifica] Le fonti del Trattato

L'astrolabio, come strumento astronomico, era già consociuto ai tempi dell'impero persiano, nella cultura araba[11] e in seguito venne ripreso dalla cultura greca[12]. Gli studi su questo strumento all'epoca di Chaucer infatti derivavano da un'antica tradizione di scienziati persiani, arabi e greci, facendo fiorire un ricco corpus letterario riguardo allo strumento: così, con l'avanzare del tempo, queste opere vennero tradotte in latino[13], lingua della cultura scientifica del dopo impero romano e del medioevo. Chaucer dichiara esplicitamente nel prologo della sua opera l'intenzione di rifarsi a trattati in lingua latina, considerati nel medioevo a livello di auctoritas. In merito però all'utilizzo di questi trattati, non è stata elaborata alcuna teoria rilevante, se non quella che prevede una tale popolarità dell'opera di Māshāʾllāh ibn Atharī tale da spingere Chaucer a considerarla la più completa opera del tempo.
Secondo studi di John Reidy[14] , Chaucer ri-elaborò principalmente due testi: il Tractatus de Sphaera di Giovanni Sacrobosco, del XIII secolo, che caratterizza particolarmente le basi astronomico-astrologiche dell'opera da cui Chaucer si muove; il De compositione et utilitate astrolabii dell'astrologo Māshāʾllāh ibn Atharī, da cui Chaucer prende numerosi spunti per quanto concerne la Firste Partye[2] e risulta particolarmente presente nella Seconde Partye.

Seguendo lo svolgersi del Trattato infatti è possibile trovare due principali filoni: la descrizione dell'astrolabio e il suo uso. Così viene anche a distinguersi nettamente, anche solo dal titolo, il trattato di Māshāʾllāh ibn Atharī: De compositione [astrolabii], la composizione, e [De] utilitate astrolabii, l'utilizzo. La prima parte di quest'opera descrive le procedure per costruire un astrolabio e come incidervi sopra tutte le linee necessarie, ma da ciò che traspare in Chaucer, non sembra essere utilizzata come fonte primaria[10]: si parla infatti più di una rielaborazione del testo e di aggiunte per meglio chiarificare la strutture dello strumento.
Al contrario invece la seconda parte, [De] utilitate astrolabii, risulta essere particolarmente presente: è stato infatti individuato[10] che ben trentuno paragrafi su quarantatre sono una semplice traduzione letterale dell'opera più antica.

[modifica] Il destinatario: Lyte Lowys

La tradizione vuole che il trattato venne scritto per il figlio Lewis, in modo da poter insegnargli l'utilizzo di questo strumento[15]. Recenti studi[1] però sostengono che il destinatario del trattato fosse più probabilmente Lewis Clifford, figlio di un amico: la morte prematura del giovane infatti sarebbe la causa dell'incompletezza dell'opera. Ciò che pare sia certo è che l'opera è stata dedicata ad un ragazzino di dieci anni di nome Lewis.

Collabora a Wikiquote (EN)
«Lyte Lowys my sone, I aperceyve wel by certeyne evydences thyn abilite to lerne sciences touching nombres and proporciouns; and as wel considre I thy besy praier in special to lerne the tretys of the Astrelabie. Than for as moche as a philosofre saith, "he wrappith him in his frend, that condescendith to the rightfulle praiers of his frend", [..]»
Collabora a Wikiquote (IT)
«Figlio mio Lewis piccolo, percepisco bene dai fatti la tua abilità nell’apprendere ciò che concerne numeri e proporzioni; e ho inoltre ascoltato soprattutto le tue costanti richieste nell’apprendere le teorie dell’Astrolabio. Così come dicono i filosofi: "Colui che accondiscende alla ragionevole richiesta di un amico, unisce se stesso a quell'amico",[..]»
(Geoffrey Chaucer, Trattato sull'Astrolabio.)

La presenza infatti di entrambi gli appellativi, my sone (figlio mio) e his frend (suo amico) nella dedica dell'opera genera perplessità: ciò di cui si è certi è la dedica ad un ragazzo. A confermare questa ipotesi è anche la frase Bred and mylk For Children[16], aggiunta, non senza un senso ironico da un trascrittore, ad un manoscritto contenente l'opera[2]: si trattano infatti di informazioni adatte ad un pubblico adulto non colto, o meglio, ad un giovane studente[17].

[modifica] L'importanza non letteraria

Per approfondire, vedi le voci Storia dell'astrologia e Storia dell'astronomia.

Il Trattato è considerato da molti studiosi come il maggior lavoro in prosa di Chaucer, quello che benché presenti argomenti tecnici e particolarmente complicati[17], anche per un moderno lettore[18], risulta essere comunque chiaro, lineare e riesce ad arrivare in modo diretto ai punti in questione[19]. L'opera, benché sia il primo saggio così tecnico in lingua inglese, ha scarsa rilevanza letteraria[19]: il Trattato non viene elevato a modello, nè tantomeno imitato. L'importanza risede dunque nei contenuti: ci descrive infatti sia com'erano gli strumenti astronomici di allora, sia come si utilizzavano ed esplicitamente anche la cosmologia del XIII secolo. Si delinea quindi, più che come opera importante nella letteratura inglese, come un'opera rilevante nella storia dell'astrologia e dell'astronomia.

[modifica] Note

  1. 1,0 1,1 Informazioni a cura del Rhodes College, Treatise on the Astrolabe - Ultimo accesso: 21 marzo 2007
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 A Treatise on the Astrolabe, con la supervisione di un docente dell'Università Adam Mickiewicz.
  3. Termine che al tempo comprendeva tutto il sapere e che noi dividiamo oggi in astronomia e astrologia.
  4. Frase che conclude il prologo del Trattato, in italiano significa: Qui finisce il Proemio
  5. In italiano: Qui inizia la descrizione dell'Astrolabio.
  6. Letteralmente, divisi a cinque a cinque
  7. Letteralmente, in italiano: Qui finisce la descrizione dell'Astrolabio e qui iniziano le conclusioni sull'Astrolabio
  8. In questa sede si fa riferimento al testo dell'Università Gesuita di New York.
  9. Frase a conclusione della seconda parte del Trattato,in italiano: Fine del trattato sulle Conclusioni dell'Astrolabio, compilato da Goffredo di Chaucer per suo Figlio Ludovico, allora studente di Oxford e sotto la guida del nobilissimo Maestro N. Strode, etc.
  10. 10,0 10,1 10,2 10,3 10,4 10,5 10,6 10,7 10,8 An Introduction to a Treatise on the Astrolabe, a cura di W.W. Skeat.
  11. Description of a Planispheric Astrolabe constructed for Sháh Sultán Husain Safawí, King of Persia, testo trattato dal filologo W. H. Morley.
  12. Si vedano le opere riguardanti l'astrolabio di Giovanni Filopono
  13. Breve saggio sull'astronomia greca.
  14. J. Reidy ha curato una riscotruzione e una trasposizione in inglese moderno dell'opera originale dai vari manoscritti, pubblicata in: John Reidy. The Riverside Chaucer. Boston, Houghton Mifflin, 1987.
  15. Breve storia sulle misurazione del tempo, Capitolo I - [1].
  16. Letteralmente Pane e latte per bambini, in senso ironico è stato letto come biscotti per bambini.
  17. 17,0 17,1 Astrolabes.org, citazione nella sezione References.
  18. Le teorie astronomiche del tempo infatti erano molto diverse da quelle contemporanee: siamo nel XIII secolo, prima di Copernico e Galileo.
  19. 19,0 19,1 The Cambridge History of English and American Literature, Geoffrey Chaucer, Vol. II - The End of Middle Ages.

[modifica] Bibliografia

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Testi in Middle English



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