Tullio Cianetti
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Tullio Cianetti (Assisi, provincia di Perugia 20 agosto 1899 - Mozambico 8 aprile 1976) è stato un sindacalista ed un uomo politico italiano.
Rimasto orfano di padre a sei anni, intraprese la carriera militare e prese parte con gli altri ragazzi del '99 alla Prima guerra mondiale, in cui venne marginalmente ferito ad una gamba. Rimasto per qualche tempo nell'esercito, nel 1918 venne nominato tenente, carica che conservò fino al 21 marzo del 1921, giorno in cui decise di diventare istruttore presso il convitto nazionale "Principe di Napoli" di Assisi.
Aderisce al Partito Nazionale Fascista ed il 10 aprile sempre del 1921 fonda il Fascio nella sua città, di cui diventerà presidente un anno dopo. Nel 1922 prende parte alla marcia su Roma e nel frattempo fa carriera nel sindacato fino a diventare, nel 1924, il principale punto di riferimento della confederazione fascista in Umbria. La sua avversione non solo al comunismo ma anche al capitalismo lo costringerà all'isolamente all'interno del PNF ma non gli impedirà di diventare uno dei sindacalisti più potenti del ventennio fascista.
Il 18 febbraio del 1931 diventa commissario nazionale della Federazione dei Sindacati e inizia a collaborare con la testata Il lavoro fascista. Il 1934 sarà per lui l'anno della definitiva affermazione: diventa presidente della Confederazione nazionale dei sindacati italiani; nello stesso anno entra a far parte del Gran Consiglio del Fascismo ed il 21 luglio è nominato da Benito Mussolini sottosegretario di Stato al ministero delle Corporazioni, di cui nel febbraio 1943 sarà ministro.
Il 25 luglio del 1943 vota sì alla mozione Grandi che costringe il duce prima alle dimissioni e poi all'arresto: dispiaciutosi quasi subito del suo gesto, il giorno dopo scrive una lettera a Mussolini in cui si dichiara pentito della sua posizione e tale epistola gli salverà la vita al processo di Verona, in cui comunque sarà condannato a trenta anni di carcere. Dopo la Liberazione, al fine di evitare eventuali processi e condanne, emigra in Mozambico dove riesce a far perdere le sue tracce sino alla morte.