Alessandro Albani
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Cardinale | |
![]() Alessandro Albani della Chiesa cattolica |
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titolo cardinale diacono di S. Adriano (1721), cardinale diacono di S. Maria in Cosmedin (1722), cardinale diacono di S. Agata (1740), cardinale diacono di S. Maria ad Martyres (1743), cardinale diacono di S. Maria in Via Lata (1747) |
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Proclamato | 16 luglio 1721 da papa Innocenzo XIII |
Nato | Urbino, 15 ottobre 1692 |
Ordinato | |
Consacrato | |
Vescovo | |
Deceduto | Roma, 11 dicembre 1779 |
Cardinale Titolo cardinalizio Collegio cardinalizio · Concistoro Tutti i cardinali |
Alessandro Albani (Urbino, 15 ottobre 1692 - Roma, 11 dicembre 1779) fu un cardinale italiano, noto per il suo amore per l'arte ed il suo ruolo di mecenate e promotore della nascente arte neoclassica.
Indice |
[modifica] Biografia
Figlio di Orazio, fratello di papa Clemente XI, e da Maria Bernardina Ondedei‑Zonghi, iniziò gli studi di giurisprudenza presso l'Università "La Sapienza" di Roma, ma ben presto venne avviato alla carriera militare: già a nove anni, il 26 agosto 1701, era stato accolto fra i membri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, e nel 1707 venne nominato colonnello del reggimento dei dragoni nell'esercito pontificio. L'anno seguente fu al comandò dei reparti di cavalleria pontificia durante l'occupazione imperiale di Comacchio.
La debolezza della vista, che negli anni della vecchiaia lo avrebbe poi portato alla cecità, lo rendeva però inadatto alla carriera delle armi, perciò lo zio pontefice gli suggerì di intraprendere quella ecclesiastica: Clemente XI lo nominò nel 1718 segretario dei memoriali, e, l'anno dopo, chierico della Camera Apostolica.
Nominato nunzio apostolico nel 1720, venne inviato a Vienna dal papa per tutelare i diritti feudali della Santa Sede sul ducato di Parma e Piacenza e concludere i negoziati per la restituzione allo Stato della Chiesa del territorio di Comacchio, i suoi costumi mondani e indisciplinati erano però per il pontefice fonte di preoccupazione: tra l'altro, pur avendo il papa accolto e ospitato a Roma il pretendente al trono inglese Giacomo Stuart, Albani non nascose la sua simpatia per il casato degli Hannover: amico dell'antiquario Filippo Stosch, con il quale condivideva la passione per l'arte e che agiva da informatore segreto per il sovrano inglese Giorgio I sulle attività dello Stuart a Roma, varie volte viene nominato nelle lettere di questi a Londra come la sua fonte. Dopo che Stosch ebbe lasciato Roma nel 1731, Albani stesso gli inviava informazioni in cifra.
Divenuto cardinale sotto il successore dello zio, Innocenzo XIII, nel concistoro del 16 luglio 1721 (furono necessarie varie dispense speciali, anche perché suo fratello maggiore, Annibale, era stato creato cardinale nel 1712 e sedeva ancora nel Sacro Collegio), il papa lo nominò cardinale diacono di S. Adriano il 24 settembre dello stesso anno, titolo dal quale passò poi a quelli di Santa Maria in Cosmedin (1722), S. Agata (1740), S. Maria ad Martyres (1743) e S. Maria in Via Lata (1747).
La sua abilità diplomatica lo rese prezioso nel conflitto originatosi fra la Santa Sede e Vittorio Amedeo II di Savoia, vertente su nomine e benefici ecclesiastici in Piemonte e aggravatosi con l'acquisizione della Sardegna da parte della Casa di Savoia: sull'isola, infatti, il papato vantava antichi diritti di investitura feudale. Gli accordi furono conclusi nel 1726, e Vittorio Amedeo dimostrò all'Albani la propria gratitudine assegnandogli la ricca abbazia di Staffarda e nominandolo protettore del regno. Negli ambienti di Curia, tuttavia, il partito degli "zelanti" considerò eccessive le concessioni fatte dall'Albani, e le tensioni aumentarono con l'ascesa al pontificato di Clemente XII, avverso ai Savoia, che dichiarò nullo il concordato nel 1731. Le successive trattative si trascinarono quindi per anni, e si giunse alla stipulazione di un nuovo concordato solo nel 1741: in quell'occasione Albani firmò per il Piemonte.
Da cardinale partecipò ai conclavi del 1724, 1730, 1740, 1758, 1769, 1774-1775. Il suo atteggiamento antiborbonico, e in particolare anti-francese, lo avvicinarono agli interessi asburgici: nel 1743 venne nominato protettore degli Stati ereditari austriaci e, nel 1745, anche dell'Impero. Tra il 1744 e il 1748 resse inoltre l'ambasciata austriaca a Roma.
Al tempo del pontificato di Clemente XIV, si riallineò al partito degli zelanti contro le interferenze delle monarchie europee nei conflitti sorti in seguito all'espulsione dei gesuiti da diversi Stati cattolici e che portò infine alla soppressione della Compagnia di Gesù: Albani era contrario a quest'atto, e i suoi rapporti con Clemente XIV furono piuttosto tesi.
Morì a Roma l'11 dicembre 1779 e venne sepolto nella chiesa di San Sebastiano fuori le mura.
[modifica] Il mecenate
La fama di Albani è oggi soprattutto legata alla sua attività di collezionista e mecenate.
Amante delle arti fin dalla giovane età, promosse vaste campagne di scavi archeologici nei dintorni di Roma, e si dedicò alla formazione di preziose collezioni di arte antica. Una prima raccolta di statue dovette purtroppo essere parzialmente venduta al re di Polonia nel 1728, a causa delle difficoltà finanziarie del cardinale. Il rammarico per la perdita di quei trenta pezzi suscitato a Roma fu grande: per evitare che la cosa si ripetesse, nel 1734 papa Clemente XII acquistò da Albani la sua seconda collezione, di busti romani, ed è da allora conservata presso il Museo Capitolino. Una terza collezione, di bronzi provenienti in gran parte da Tivoli, fu saccheggiata dai Francesi durante la Repubblica Romana (1798-1799) e passò poi in parte a Luigi I di Baviera, e in parte alla famiglia dei Torlonia, che aveva acquistato la celebre Villa del cardinale fuori porta Salaria, commissionata all'architetto Carlo Marchionni e che ospitò la sua collezione di antichità e scultura romana, oggetto di studi di numerosi artisti italiani e stranieri, tra cui Anton Raphael Mengs e Johann Joachim Winckelmann, che fu ospite del cardinale negli ultimi dieci anni della sua vita e si occupò anche di catalogare il materiale.
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Per approfondire, vedi la voce Villa Albani. |
Il cardinale Albani possedeva anche un'altra villa con un vasto parco ad Anzio, abitabile però solo per poche settimane all'anno in primavera a causa dell'ambiente malsano che favoriva la diffusione della malaria: scavi effettuati nel terreno del parco portarono alla luce molte sculture di epoca romana.
Delle collezioni epigrafiche e numismatiche del cardinale sono rimaste numerose descrizioni a stampa. Albani fu inoltre nominato Bibliotecario di Santa Romana Chiesa il 12 agosto 1761 e fu anche poeta arcade col nome di Chrisalgus Acidanteus.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Dizionario Biografico degli Italiani, 1, pp. 595-598: Albani, Alessandro
- La famiglia Albani
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