Alessandro III di Russia
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Alessandro III Romanov ( Александр III Александрович), (10 marzo 1845 - 1 novembre 1894), imperatore e zar di Russia dal 14 marzo 1881 fino alla morte.
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[modifica] Infanzia e gioventù
Alessandro è il secondogenito di Alessandro II. Non essendo erede al trono non riceve l'educazione all'amministrazione dello stato che riceve il fratello Nicola e solo dopo la morte di questi nel 1865 inizia la sua preparazione in questo campo sotto la guida di Pobedonoscev che gli trasmette la sua impostazione fortemente tradizionalista, rafforzando in lui l'idea che la chiesa ortodossa deve avere grande peso nella società e che le nascenti democrazie occidentali rappresentano forme degeneri di governo.
Pobedonoscev rimane per molti anni, anche dopo l'ascesa al trono di Alessandro, l'eminenza grigia del regime. Il 9 novembre 1886 sposa la principessa Dagmar di Danimarca, originariamente fidanzata del fratello Nicola. Negli anni che seguono il futuro zar non partecipa molto attivamente alla vita pubblica non condividendo alcune delle scelte politiche, maggiormente "occidentalizzanti" del padre.
Alessandro depreca tutte le forme di influenza esterne in generale ed in particolare quella della Germania e ritiene che la Russia debba tendere ad un nazionalismo che veda l'omogenizzazione nazionale a tutti i livelli: nell'amministrazione, nella lingua e nella religione.
I primi dissapori col padre emergono durante la guerra franco-prussiana del 1870 quando, mentre il padre appoggia apertamente il governo di Berlino, Alessandro non nasconde le sue simpatie per la Francia.
[modifica] La questione bulgara
Le tensioni riemergono negli anni seguenti e soprattutto dal 1875 al 1879 quando la questione dell'Europa Orientale produce grande fermento in tutta la società russa. In un primo tempo lo tzarecich è più pan-slavista del governo stesso ma la sua natura poco propensa ad un eccessivo dinamismo lo preserva da molte delle esagerazioni in cui altri indulgono, anche perché può avere una rapida verifica personale, del sogno pan-slavista, durante la crisi di Bulgaria, dove comanda l'ala sinistra dell'esercito d'invasione.
Come accade per altri ufficiali Alessandro scopre di non provare “grande affetto” per i “piccoli fratelli”, come i bulgari sono comunemente detti, ed è anzi costretto ad ammettere che i Turchi non sono così malvagi come vengono dipinti.
Gli esiti della campagna militare e il successivo andamento del congresso di Berlino, dove la Russia in pratica deve rinunciare a quasi tutte le conquiste ottenute, rafforzano Alessandro nella convinzione della necessità di una riforma profonda sia nell'esercito che nella marina travagliati da problemi di incapacità e corruzione.
Proprio le accuse di corruzione nei confronti dei vertici militari portano le relazioni tra Alessandro ed il padre quasi alla rottura.
Il 13 marzo 1881 Alessandro II muore in seguito ad un attentato nichilista ed Alessandro III gli succede sul trono.
[modifica] Ascesa al trono
Fin dall'inizio il nuovo zar indica un netto cambiamento politico rispetto alle timide aperture del padre e già lo stesso proclama di incoronazione è un chiaro pronunciamento a favore del principio dell'autocrazia assoluta; il suo programma politico può essere riassunto nelle tre parole chiave: nazionalismo, ortodossia religiosa, autocrazia.
[modifica] Politica interna
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Nella sua idea lo stato ideale è quello con una sola lingua, una sola nazionalità, una sola religione ed una sola forma di amministrazione e negli anni che seguono Alessandro si applica per rendere reale questa visione: la lingua russa e la corrispondente cultura sono imposti a tutti coloro che vivono nei confini russi siano tedeschi, polacchi, finnici, caucasici; la religione ortodossa viene imposta alle altre confessioni tramite persecuzioni (pogrom antiebraici) o smembramento delle restanti altre forme organizzate di credo religioso.
In campo amministrativo Alessandro riduce l'autonomia degli zemstvo, le assemblee locali elettive, e pone la popolazione delle campagne sotto il controllo di proprietari terrieri di scelta governativa. anche l'amministrazione centrale dipende direttamente dallo zar.
[modifica] Politica estera
Alessandro è consapevole della debolezza militare della Russia e ciò lo porta ad avere una politica estera pacifista, collegata però ad una politica di riarmo interno. Malgrado il profondo risentimento verso Otto von Bismarck evita la rottura completa con la Germania ed anzi l'Alleanza dei tre imperatori (Russia, Germania, Austria) sembra, almeno per un certo tempo, rivitalizzata.
Solamente negli ultimi anni del suo regno, quando M. Katkov acquisisce una certa influenza a corte che Alessandro adotta nei confronti del governo di Berlino un atteggiamento maggiormente ostile, concentrando una grande quantità di truppe nei pressi dei confini e stabilendo relazioni diplomatiche cordiali con la Francia, tradizionale nemica della Germania.
Anche nei confronti della Bulgaria lo zar mantiene un atteggiamento di prudenza e malgrado gli sforzi che vengono profusi da più parti allo scopo di distruggere l'influenza russa nella regione pone sempre il veto a qualsiasi ipotesi di intervento militare.
In Asia centrale Alessandro III prosegue la tradizionale politica di graduale espansione cercando sempre di evitare di entrare in conflitto con gli interessi della Gran Bretagna.
[modifica] Gli ultimi anni
Nel 1887 la polizia segreta sventa un attentato, ai danni dello zar, progettato dalla gruppo "Narodnaja Volja" (Народная Воля), "Volontà del Popolo".
Tra gli arrestati vi è anche Aleksandr Uljanov, che viene impiccato il 5 maggio 1887, fratello maggiore di Vladimir Il'ič Ul'janov (Lenin).
Alessandro III muore il 1 novembre a Livadia e gli succede il figlio maggiore Nicola.
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Predecessore: Alessandro II |
Imperatore e zar di Russia dal 1881 al 1894 |
Successore: Nicola II |
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