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Campagna di Russia - Wikipedia

Campagna di Russia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Nota disambigua - Se stai cercando altri significati di Campagna di Russia, vedi Fronte orientale.

La Campagna di Russia fu il punto di svolta dell'epopea napoleonica e delle sue guerre. A fine campagna le sue truppe erano ridotte a meno del due per cento della loro forza iniziale. Il ruolo di questa azione, nella cultura russa può essere visto dal libro di Lev Tolstoj Guerra e pace.

L'invasione napoleonica, è meglio conosciuta in Russia, come la Guerra patriottica (russo Отечественная война, Otečestvennaja Vojna).

Koutouzov alla battaglia di Borodino
Koutouzov alla battaglia di Borodino
La ritirata di Napoleone dopo la Campagna di Russia
La ritirata di Napoleone dopo la Campagna di Russia

Indice

[modifica] Grande Armée

Il 24 giugno 1812, la Grande Armata di 691.501 uomini, la più grande concentrazione di uomini mai costituita in Europa prima di allora, attraversò il fiume Neman ed avanzò verso Mosca.

La Grande Armée era costituita nel modo seguente:

  • Una forza d'urto centrale di 250.000 uomini al comando diretto dell'Imperatore;
  • Due altre linee frontali al comando di Eugène de Beauharnais (80.000 uomini) e Gerolamo Bonaparte (70.000 uomini);
  • Due corpi distaccati sotto il comando di Jacques MacDonald (32.500 uomini) e Karl Schwarzenberg (34.000 truppe austriache).
  • Una riserva di 225.000 uomini.

In aggiunta 80.000 uomini della Guardia Nazionale erano stati chiamati alle armi per difendere le frontiere con il Granducato di Varsavia. Comprese queste, il totale di soldati francesi ai confini e sul territorio russo era di circa 800.000 uomini. Questo enorme impegno di uomini debilitò seriamente l'Impero - specialmente considerando che c'erano ulteriori 300.000 truppe francesi che lottano in Spagna e più di 200.000 in Germania e Italia.

450.000 uomini (francesi) erano la maggioranza mentre il resto delle truppe apparteneva agli alleati di Napoleone. Inoltre era presente un distaccamento di truppe austriache di 34.000 uomini sotto il comando di Schwarzenberg, 95.000 polacchi, 90.000 uomini della Confederazione del Reno, 24.000 bavaresi, 20.000 sassoni, 20.000 prussiani, 17.000 uomini del Regno di Westfalia, diverse migliaia dei piccoli Stati tedeschi, 30.000 del italiani, 25.000 napoletani, 12.000 svizzeri, 4.800 spagnoli bonapartisti, 3.500 croati e 2.000 portoghesi simpatizzanti di Napoleone. Vi erano anche uomini provenienti dall'Olanda e dal Belgio. In altri termini, era rappresentata ogni nazionalità del vastissimo impero napoleonico.

[modifica] L'esercito russo

Secondo molti storici, l'esercito russo, all'inizio della campagna, era inferiore per numero a quello napoleonico. Circa 280.000 uomini erano dislocati lungo le frontiere della Polonia (pronti ad invadere il Granducato di Varsavia facente parte dell'Impero francese). Il complesso dell'esercito russo poteva contare su circa 500.000 uomini, (alcuni parlano di 350.000 soldati mentre altri propendono per 710.000, ma probabilmente il numero di circa 400.000 è il più probabile) all'epoca della guerra. Questi erano divsi in tre principali contingenti - la Prima Armata dell'est, comandata dal generale Mikhail Barclay de Tolly) di circa 159.800 uomini, la Seconda Armata dell'ovest (comandata dal generale Pyotr Bagration) di circa 62.000, e la Terza Armata (comandata dal generale Alexander Tormasov composta da circa 58.200 soldati). Due forze di riserva, una di 65.000 e l'altra di 47.000 erano a supporto delle tre forze in prima linea. In seguito a questi numeri la forza russa che fronteggiava l'esercito napoleonico era costituita da circa 392.000 effettivi. Inoltre la pace aveva assicurato la presenza degli svedesi a San Pietroburgo e dell'esercito dell'Impero ottomano, che apportarono più di 100.000 uomini. Vennero compiuti sforzi per incrementare gli effettivi dell'esercito russo ed in settembre le truppe dello Zar potevano contare su circa 900.000 uomini, escluse le truppe irregolari cosacche che probabilmente contavano fra 70.000 e 80.000 uomini

[modifica] La marcia su Mosca

Monumento a Smolensk, commemorante il centenario della vittoria russa su Napoleone
Monumento a Smolensk, commemorante il centenario della vittoria russa su Napoleone

L'invasione ebbe inizio il 23 giugno 1812. Napoleone inviò un'offerta di pace ultimativa a San Pietroburgo prima di dare inizio alle operazioni. Non ricevendo risposta, diede inizio all'invasione del territorio polacco sotto l'influenza russa. Agli inizi incontrò poca resistenza e andò avanti velocemente. Barclay, il comandante in capo delle forze russe, si rifiutò di combattere nonostante la richiesta fatta da Bragation. Egli attese molto prima di predisporre una forte linea difensiva ed in questo frattempo i francesi avanzavano prima che le sue difese fossero a posto, obbligandolo conseguentemente ad un ulteriore ripiegamento. Quando gli eserciti si addentrarono ulteriormente, divennero sempre più difficili gli approvvigionamenti a causa della tattica di terra bruciata messa in atto dai russi.[1][2]

Pressioni politiche su Barclay per dare battaglia e le sue continue resistenze (viste con intransigenza dalla popolazione) portarono alla sua rimozione da comandante in capo dell'esercito russo. Al suo posto venne nominato il generale Mikhail Illarionovich Kutuzov. Nonostante la retorica di Kutuzov, egli continuò a comportarsi sulla falsariga di Barclay, notando immeditamente che uno scontro frontale con l'armata napoleonica avrebbe comportato enormi perdite. Finalmente iniziò a costruire una linea di difesa a Borodino subito dopo uno scontro senza conseguenze alla Battaglia di Smolensk tra il 16 ed il 18 agosto. La Battaglia di Borodino del 7 settembre il più sanguinoso giorno di guerra fra tutte le battaglie napoleoniche e forse il più sanguinoso mai occorso. L'armata russa poté radunare soltanto metà dei suoi effettivi il giorno successivo e fu costretta a ritirarsi, lasciando la strada per Mosca libera davanti all'esercito francese. Kutuzov ordinò inoltre l'evacuazione della città.

L'armata francese a Mosca
L'armata francese a Mosca

Da questo momento i russi operano per arruolare un grande numero di rinforzi radunando tutte le forze site sull'intero territorio della nazione raggiungendo così un totale di 904.000 uomini, di cui circa 100.000 nelle immediate vicinanze di Mosca - rinforzando così in maniera sensibile i resti esausti dell'esercito che aveva combattuto a Borodino.

[modifica] La conquista di Mosca

Napoleone entrò nella città vuota che era stata svuotata, di ogni tipo di rifornimento per le truppe francesi, dal governatore Fyodor Rostopchin. Contando sulle regole classiche di guerra che puntano ad occupare la capitale del nemico, (anche se all'epoca la capitale della Russia era San Pietroburgo), Napoleone si aspettava la capitolazione da parte dello Zar Alessandro I, ma il comando russo non pensò ad arrendersi.

Quando Napoleone si preparò ad entrare a Mosca fu sorpreso di non aver ricevuto delegazioni dalla città. All'arrivo di un comandante vittorioso, generalmente, le autorità civili si presentavano alle porte della città con le chiavi per scongiurare danni alla popolazione civile ed alle loro proprietà. Ma i suoi ufficiali mandati in avanscoperta per cercare sistemazioni per le truppe non trovarono alcuno ad accoglierli. consuetamente presente loro ai cancelli della città con le chiavi alla città in un tentativo di salvaguardare la popolazione e la loro proprietà. A questo punto divenne chiaro che i russi avevano lasciato incondizionatamente la città.

In una resa normale, gli ufficiali della città avrebbero dovuto trovare l'alloggio ed il vitto per le truppe d'occupazione, ma la situazione costrinse ogni uomo a cercare per la sua sistemazione ed il cibo. Napoleone rimase deluso di questa vittoria di Pirro che lo privava della gloria dei conquistatori.

Prima dell'ordine di evacuazione, Mosca aveva una popolazione di circa 270.000 abitanti. , la città aveva una popolazione di approssimativamente 270,000 persone. Le poche persone rimaste in città stavano appiccando il fuoco alle abitazioni ed alle ultime riserve di cibo rimaste. Quando Napoleone entrò al Cremlino, Come molta della popolazione estratta il resto stava bruciando o stava rubando i negozi rimanenti di cibo per spogliare i francesi del loro uso. Come Napolene entrò nel Cremlino, trovò ancora un terzo della popolazione originale, costituita principalmente da commercianti stranieri, servitori e persone che erano incapaci o semplicemente non disposte a fuggire. Questi cercarono, per quanto possibile, di evitare le truppe, compresa la folta rappresentanza di francesi residenti in città.

[modifica] L'incendio di Mosca

Appena il grosso delle truppe entrò in città, iniziò una lotta serrata per la ricerca di cibo fra i soldati napoleonici. Questo portò alla perdita di contatto fra ufficiali e subalterni collassando tutto nel più grande caos. Questa situazione contribuì all'espandersi degli incendi anche se non ne fu la causa diretta. Già prima di essere informato da Kutuzov, il governatore Fyodor Rostopchin fece i preparativi per quello che potesse necessitare all'esercito francese - negozi di cibo, granai, empori e negozi di stoffe. Prima che egli stesso lasciasse la città ordinò comunque al Sperintendente di polizia Voronenko di dare fuoco non solo alle provviste ma ad ogni cosa che potessero.

Mosca, in quel tempo, era costituita per due terzi, da case in legno che bruciarono quasi completamente (si stima che circa quattro quinti della città andarono distrutti), privando così di ogni riparo le truppe napoleoniche. Si presume che i roghi siano stati dovuti al sabotaggio dei russi. Prima di lasciare Mosca, Napoleone diede ordine di bruciare il Cremlino e tutti gli altri edifici pubblici della città. Inoltre, la Grande Armée, sfiduciata per le condizioni degli uomini e senza alcun segno di vittoria, cominciò a saccheggiare quel poco che era rimasto prima di ritirarsi, ma molte cose dovettero essere abbandonate durante la ritirata.

Napoleone, più tardi ebbe a commentare che si era mosso da Mosca due settimane più prima di quanto avrebbe dovuto, e che in quel caso avrebbe potuto distruggere l'esercito di Kutuzov accampato nelle vicinanze di Tarutino. Mentre questo non avrebbe avuto il significato di lasciare la Russia indifesa, l'avrebbe però spogliata del suo unico esercito concentrato capace di sfidare i francesi.

[modifica] La ritirata

Pittura "In 1812", di Illarion Pryanishnikov.
Pittura "In 1812", di Illarion Pryanishnikov.
Charles Joseph Minard grafico mostrante la forza della Grande Armée sia quando era in marcia verso Mosca che al ritorno con le temperature sulla parte bassa per il viaggio di ritorno. (Multiply Réaumur temperatures by 1¼ to get Celsius, e.g. −30°R = −37.5 °C)

Seduto sulle ceneri delle rovine della città senza aver ricevuto la capitolazione della Russia e fronteggiando le manovre dell'esercito russo le lo costringevano ad uscire dalla città, Napoleone diede inizio alla lunga ritirata. Alla Battaglia di Maloyaroslavets, Kutuzov fu abile nell'obbligare i francesi a prendere la stessa strada per Smolensk che era stata precedentemente spogliata di ogni tipo di rifornimento da entrambi gli eserciti. Questo viene presentato come un ulteriore esempio della tattica della terra bruciata. Continuando a bloccare il fianco sud per prevenire il cambiamento di strada all'esercito francese, Kutuzov schierò di nuovo i partigiani per far spostare la ritirata francese sulle strade peggiori possibili. La cavalleria leggera russa, inclusi i cosacchi a cavallo, assaltarono a più riprese le esauste ed isolate unità francesi. Rifornire l'esercito era ormai impossibile - la mancanza d'erba indeboliva i pochi cavalli rimasti, che morirono di stenti o vennero uccisi per sfamare i soldati. Senza cavalli, la cavalleria francese cessò di esistere ed i cavalieri furono obbligati a marciare. Inoltre la mancanza di cavalli significò l'abbandono di cannoni e carri, privando l'esercito di artiglieria e supporto logistico. Sebbene l'esercito poté rimpiazzare la sua artiglieria nel 1813, l'abbandono dei carri creò un immenso problema logistico per il resto della guerra e così migliaia di carri vennero abbandonati in Russia. Così fame e malattie fecero aumentare la diserzione delle truppe in modo vertiginoso. Molti dei disertori vennero fatti prigionieri o fucilati dai contadini russi. In questa situazione, la notevolmente indebolita Grande Armée venne battuta in battaglie di movimento a Vyazma ed a Krasnoi, mentre isolati corpi dell'esercito francese furono sconfitti a Polotsk, Czasniki e Smoliani. Nell'attraversamento del fiume Berezina vi fu la catastrofe finale dell'esercito francese nella campagna di Russia. Due separate armate russe inflissero orrende mutilazioni ai resti della Grande Armée nel tentativo di fugire attraverso i ponti sul fiume Berezina.

Napoleone ed il Maresciallo Lauriston - Pace ad ogni costo!
Napoleone ed il Maresciallo Lauriston - Pace ad ogni costo!

Ai primi di dicembre del 1812 Napoleone seppe che il Generale Claude de Malet, di ritorno in Francia. aveva tentato un colpo di stato. Egli abbandonò l'esercito e tornò in Francia su di una slitta lasciando il Maresciallo Gioacchino Murat al comando dei resti del suo esercito. Murat poco dopo disertò nel tentativo di salvare il suo Regno di Napoli lasciando al comando delle truppe Eugene de Beauharnais, figliastro dell'Imperatore.

Nelle settimane seguenti, i resti della Grande Armée diminuirono ulteriormente, ed il 14 dicembre 1812 essi furono espulsi dal territorio russo. Soltanto circa 22.000 uomini sopravvissero alla Campagna di Russia. Le perdite russe, nelle poche battaglie combattute in campo aperto, furono paragonabili a quelle francesi, ma i civili morti lungo le devastate strade della guerra furono molti di più dei militari. In totale, nonostante delle prime stime dessero notizia di diversi milioni di morti, sembra di poter essere molto vicini al vero indicando circa un milione di morti, più o meno equamente divisi fra francesi e russi. Le perdite di militari ammontarono a 30.000 francesi, 70.000 polacchi, 50.000 italiani, 80.000 tedeschi e circa 450.000 russi. Oltre alle vite umane, i francesi perdettero circa 200.000 cavalli ed oltre 1.000 pezi di artiglieria.

[modifica] Valutazione storica

Galleria militare di ritratti degli eroi russi al Museo Ermitage situato nel Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo
Galleria militare di ritratti degli eroi russi al Museo Ermitage situato nel Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo

La vittoria russa del 1812 su Napoleone mandò all'aria le ambizioni di Napoleone di dominare l'Europa. Così come la complessiva sconfitta delle forze navali francesi nella Battaglia di Trafalgar nel 1805, la Campagna di Russia fu un punto di svolta delle Guerre napoleoniche che condusse Bonaparte all'ultima sconfitta ed all'esilio nell'isola d'Elba. Per la Russia il termine Guerra patriottica fu il simbolo per rafforzare quell'identità nazionale che avrà grande effetto sugli avvenimenti del XIX secolo. Il risultato indiretto del movimento patriottico russo fu il grande desiderio di modernizzazione del paese che sarebbe poi scaturito da una serie di rivoluzioni, a cominciare dalla Rivolta decabrista e finendo con la Rivoluzione di febbraio del 1917. Napoleone non fu completamente sconfitto in Russia. L'anno seguente egli allestì un esercito francese di circa 400.000 uomini sostenuto da 250.000 soldati di truppe alleate per combattere contro la Germania. Fu soltanto alla Battaglia delle Nazioni che Napoleone vene definitivamente sconfitto ma continuò comunque la campagna in Francia nel 1814. La campagna russa, tuttavia, aveva rivelato che Napoleone non era invincibile. A seguito di questa scoperta, nazionalisti prussiani, comandanti russi e nazionalisti tedeschi si rivoltarono attraverso la Confederazione del Reno e la Prussia. Questo evento non sarebbe accaduto se la Russia non avesse comunicato al resto d'Europa gli eventi successi sul suo territorio.

[modifica] Lista dei comandanti russi

Cattedrale della Vergine di Kazan a San Pietroburgo dove sono scolpite le vittorie russe contro Napoleone
Cattedrale della Vergine di Kazan a San Pietroburgo dove sono scolpite le vittorie russe contro Napoleone

[modifica] Note

  1. George Nafziger, 'Napoleon's Invasion of Russia (1984) ISBN 0-88254-681-3
  2. George Nafziger, "Rear services and foraging in the 1812 campaign: Reasons of Napoleon's defeat" (Traduzione in inglese dal russo online)

[modifica] Bibliografia

  • (EN) Adam Zamoyski, 1812: Napoleon's Fatal March on Moscow, HarperCollins, 644 Pages. ISBN 0-00-712375-2
  • (EN) Owen Connelly, Blundering to Glory:Napoleon's Military Campaigns (2nd edition) 254 pages. ISBN 0-8420-2780-7

[modifica] La guerra nella cultura

  • Overture 1812: pezzo per orchestra scritto da Pyotr Ilyich Tchaikovsky nel 1882 per celebrare il 70° anniversario della vittoria russa sui francesi.
  • (RU) Guerra e pace romanzo di Leo Tolstoy basato sulla Campagna di Russia, 938 pagine (prima pubblicazione 1863-1869)

[modifica] Collegamenti esterni

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