Mikhail Illarionovich Kutuzov
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Mikhail Ilarionovich Golenishchev-Kutuzov (in russo:Михаил Илларионович Голенищев-Кутузов) (San Pietroburgo, 16 settembre 1745 – Bolesławiec, 28 aprile 1813), Principe di Smolensk, fu un generale russo.
Discepolo del generalissimo Suvorov, è famoso soprattutto per avere guidato, nel 1812, l'esercito del suo Paese nella vittoriosa guerra contro l'armata francese di Napoleone Bonaparte.
Per fronteggiare le temibili truppe del Bonaparte, decise di utilizzare la tattica della terra bruciata, che, seppur criticata aspramente dagli alleati, risultò alla fine decisiva per le sorti del conflitto.
Insignito, nel corso della sua carriera, di vari riconoscimenti militari, è ancora oggi ricordato come uno dei più grandi militari russi di sempre.
[modifica] Primi anni e carriera nell'esercito
Golenishchev-Kutuzov (conosciuto semplicemente come Kutuzov) nacque a San Pietroburgo il 16 settembre 1745. Figlio di un ingegnere e generale militare, Illarion Matveevich Kutuzov (che aveva servito Pietro il Grande), cominciò molto giovane un'imponente serie di studi, costituiti essenzialmente dall'apprendimento di aritmetica, geografia e di cinque lingue, tra cui l'italiano. Dopo un'infanzia caratterizzata da una rigida disciplina, nel 1759 entrò, consigliato e spinto dal padre, nell'esercito russo; tuttavia, solo cinque anni dopo, nel 1764, partecipò attivamente alla guerra. Ottenuto il grado di capitano, guidò alcuni corpi di artiglieria nella conquista di vari territori della Polonia, allora spartita con la Prussia e con l'Austria.
Nel 1770 fu spedito in Moldavia, dove l'esercito russo combatteva contro l'Impero Ottomano per il possesso di un'area molto importante dal punto di vista strategico, che comprendeva anche la Valacchia. Sotto la guida del generale Rumyantsev, Kutuzov riuscì a contribuire alla buona riuscita della guerra, finchè nacque un'inaspettata rivalità tra i due militari. Infatti l'anziano generale fu repentinamente informato di un presunto tentativo del giovane capitano di sottrargli la guida morale delle truppe: Kutuzov, che non aveva invece tali intenzioni, evitò una severa sanzione soltanto grazie ai suoi meriti militari, per i quali fu trasferito in Crimea.
Questo evento lo colpì moltissimo; infatti, da spavaldo e coraggioso qual era, il capitano diventò riservato e timoroso. Nel 1771, nella battaglia di Alushta, fu colpito alla testa da un proiettile nemico che, fortunatamente, non andò a lesionare il cervello; dal momento che la ferita era comunque piuttosto grave, Kutuzov ricevette dalla regina Caterina II un lungo permesso, tale da permettergli un completo recupero dal punto di vista fisico e mentale. Nei successivi dieci anni viaggiò moltissimo e visitò in particolare l'Europa Occidentale, rimanendo a lungo nella città olandese di Leiden, un importantissimo centro culturale nel quale frequentò regnanti e scienziati, tra cui Federico II di Prussia e l'austriaco Von Laudon.
[modifica] La nomina a generale e la prima guerra contro i Turchi
Ripresa la carriera nell'esercito russo, nel 1784 divenne maggior generale; tre anni dopo, nel 1787, fu nominato governatore della Crimea, ma dovette abbandonare temporaneamente tale carica a causa dello scoppio dell'ennesimo conflitto contro i Turchi, destinato a durare per oltre quattro anni (fino al gennaio 1792). Tale esperienza si rivelò importantissima, poiché la vittoria finale gli permise si acquisire grande fama e di percorrere ulteriormente il cursus honorum nell'esercito, tuttavia dovette spartire il merito della vittoria con il maestro Aleksandr Suvorov, che gli trasmise gran parte delle sue conoscenze in ambito militare. Infatti fu soltanto in questa occasione che imparò le tecniche fondamentali di guerra: la divisione delle truppe, l'organizzazione delle marce, l'allestimento degli accampamenti e la preparazione delle battaglie furono così apprese in maniera approfondita da Kutuzov, pronto finalmente ad assumere incarichi di maggior prestigio.
Inaspettatamente, in una delle tante battaglie combattute sulle coste del Mar Caspio, il generale fu gravemente ferito alla testa, in un punto del capo molto vicino a dove era già stato colpito nel 1771: riuscì nuovamente a sopravvivere, sebbene il parere espresso dai medici che lo visitarono fosse totalmente negativo, ma da quel momento perse l'uso dell'occhio destro. Dopo alcuni mesi di degenza Kutuzov riprese a guidare l'esercito e, volendo vendicarsi dell'affronto subito, vi riuscì. Infatti, nella decisiva battaglia di Izmail, guidò l'esercito russo ad una netta vittoria, che decise l'esito del conflitto: all'inizio del 1792, i Turchi si dichiararono sconfitti.
Dopo i negoziati di pace la Russia ottenne alcuni territori che comprendevano centri di grande valore strategico, tra cui le città di Odessa ed Izmail, situate entrambe nell'odierna Ucraina. Durante la guerra fu nominato tenente generale, mentre negli anni successivi intraprese la carriera diplomatica: la regina Caterina II lo nominò rispettivamente ambasciatore a Costantinopoli, governatore generale della Finlandia, ambasciatore a Berlino e governatore generale di San Pietroburgo.
[modifica] Le guerre napoleoniche ed il disastro di Austerlitz

Nel 1802, appena un anno dopo avere ricevuto questa delicata mansione, il nuovo zar Alessandro I lo privò, per ragioni ancora tutt'oggi sconosciute, del suo incarico; Kutuzov, non potendosi opporre alla sua decisione, decise di ritirarsi nella sua casa di Volin, in Polonia. Tuttavia questo esilio forzato terminò nel 1805, quando lo zar Alessandro formò una coalizione con Austria, Prussia ed Inghilterra per respingere le mire espansionistiche di Napoleone Bonaparte: Kutuzov ottenne il delicatissimo incarico di guidare, insieme al generale asburgico Franz von Weyrother, le truppe austro-russe in Francia e nell'Europa centrale. Fu quindi nominato dallo zar comandante in capo dell'armata sovietica, anche se il ruolo di vera guida spettava ad Alessandro, il quale, in caso di vittoria, si sarebbe autoproclamato il principale responsabile dell'impresa, mentre se la guerra fosse terminata con una sconfitta, la colpa sarebbe andata proprio a Kutuzov.
Radunato all'inizio di novembre un esercito di 203.000 unità, Alessandro, a causa della penuria nel vettovagliamento nell'accampamento russo,[1] decise di radunare i vertici militari per decidere il da farsi. Kutuzov, andando contro l'opinione del sovrano, ritenne che la sconfitta di Dürrenstein non avesse assolutamente incrinato la grande forza dell'armata napoleonica: sconsigliò quindi di attaccare, propendendo per un'immediata ritirata presso i monti Rudny e per attendere l'arrivo di rinforzi da parte dell'alleato prussiano: le opinioni del generale non furono appoggiate da nessuno degli ufficiali presenti, che condivisero il pensiero dello zar di attaccare subito.[2]
Il generale russo partecipò quindi, seppur con molti dubbi, alla gravissima debacle subita ad Austerlitz, dove, il 2 dicembre 1805, si posero le basi dell'ulteriore allargamento dei confini francesi nell'ambito europeo. Lo scontro, conosciuto da molti come il capolavoro di Napoleone, terminò per la Russia con la perdita di moltissimi uomini, all'incirca 25.000 tra morti, feriti e prigionieri, mentre la Francia, a fronte di 9.000 soldati uccisi o gravemente feriti, conquistò Venezia ed estese la sua influenza sugli Stati tedeschi.
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Per approfondire, vedi la voce Battaglia di Austerlitz. |
[modifica] La Pace di Tilsit ed il nuovo conflitto contro i Turchi
Dopo la bruciante sconfitta di Austerlitz, la Russia non prese più parte attivamente alla guerra contro i francesi, che la Prussia riprese nel 1806 e che perse con la debacle subita a Jena. Nel 1807, la Pace di Tilsit, le cui decisioni sfavorirono leggermente la Russia e molto di più l'alleato prussiano, diede fine ad un lungo periodo di cruente e sanguinose battaglie; inoltre, russi e francesi siglarono un patto segreto di reciproca assistenza in chiave antibritannica, accompagnato dall'adesione, da parte dello zar, al Blocco Continentale napoleonico.
Kutuzov, che nel 1806 era stato eletto governatore di Kiev, per un certo periodo non ebbe relazioni con il re, preferendo concentrarsi sul suo lavoro; tuttavia i contatti tra i due ripresero due anni dopo, quando l'Impero Ottomano diede inizio ad una violenta repressione in Serbia, la cui popolazione voleva maggiore indipendenza. Per questo motivo chiese aiuto alla Russia, la quale, con la speranza di conquistare la Bessarabia ed i territori oltre il Caucaso, decise di intraprendere una nuova azione offensiva. Kutuzov fu chiamato a guidare una piccola parte delle truppe, dislocata in Moldavia, mentre la guida generale dell'esercito andò all'anziano Alexander Prozorovsky, nominato comandante in capo delle forza russe. I primi mesi di guerra non furono positivi; infatti, dopo la sconfitta di Brailov, Prozorovsky rimosse Kutuzov dal suo incarico, imputandogli la principale responsabilità del mancato successo.
Poche settimane dopo il suo congedo Kutuzov fu nominato governatore della Lituania, dove assunse ufficialmente la carica il 16 giugno 1809. Nel frattempo, la guerra aveva continuato a svolgersi con risultati piuttosto negativi per l'armata di Alessandro dal momento che, pur disponendo di un minor numero di uomini e di risorse, la Turchia era riuscita facilmente a resistere agli attacchi dei nemici. Dopo la morte di Prozorovsky, avvenuta nello stesso anno, la direzione dell'armata moldava fu affidata a Petr Bagration, che fu poi sostituito da Nikolay Kamensky, il cui arrivo si dimostrò successivamente molto proficuo. Infatti, sotto la sua direzione, la Russia ottenne importantissimi successi; proprio quando sembrava che il conflitto fosse ormai in via di conclusione, Kamensky si ammalò piuttosto gravemente: al suo posto Alessandro I decise di richiamare Kutuzov, che obbedì all'ordine del sovrano, pur non essendo entusiasta dell'esperienza che lo aspettava.
[modifica] La vittoria finale e la conquista della Bessarabia
Il 1810 fu un anno piuttosto difficile per Kutuzov e l'armata russa. Infatti, il nemico turco si rivelò più forte del previsto, riuscendo spesso a vincere battaglie di discreta importanza; tuttavia nell'anno successivo la situazione cambiò radicalmente, dal momento che la cavalleria e l'artiglieria di Mikhail si rivelarono più resistenti e capaci di quelle nemiche. Kutuzov, per evitare di trascinare troppo a lungo il conflitto, decise un parziale ritiro, in modo che i Turchi avanzassero e pensassero di essere vicini alla vittoria; negli ultimi mesi del 1811 l'esercito ottomano, dislocato ai margini del Danubio presso il piccolo centro di Rushuk, fu colpito da una terribile epidemia di colera e decimato dal freddo e dalla mancanza di viveri. Kutuzov, che vedeva realizzato il suo piano, non esitò ad attaccare le malridotte schiere nemiche che, dopo alcuni mesi di strenua resistenza, si arresero nel mese di aprile. La pace, che fu firmata a Bucarest il 28 maggio 1812, sancì il passaggio della Bessarabia alla Russia, la quale si annetté anche alcuni centri vicini. Kutuzov, invece di essere premiato per questo importante successo, fu destituito dal suo incarico e sostituito dal giovane ammiraglio Chichagov, che assunse così la guida dell'armata moldava.
[modifica] La campagna di Russia
[modifica] La sconfitta di Borodino ed il ritiro da Mosca

Nel 1812, lo zar di Russia Alessandro I decise di non rispettare più il blocco continentale che Napoleone aveva decretato nel 1806 per soffocare i traffici commerciali della rivale Inghilterra. Infatti, in primo luogo, questo provvedimento non era servito a nulla, visto che gli Inglesi detenevano ancora un incontrastato dominio sui mari, che permetteva loro di organizzare nuovi traffici, in particolare con i loro possedimenti in Asia; inoltre, le mancate entrate derivanti dall'interruzione alle relazioni commerciali con la Gran Bretagna incidevano pesantemente sull'economia russa, che proprio agli inzi dell'800 aveva cominciato a trarre parte delle sue ricchezze dal mare. Napoleone, infuriato con gli ex alleati, decise di organizzare una spedizione militare, allo scopo di punire pesantemente "i traditori". Il 24 giugno, l'armata francese, costituita da più di 600.000 unità e guidata da Bonaparte, attraversò il fiume Nemunas, allo scopo di arrivare, il prima possibile, a Mosca.
Kutuzov, richiamato a luglio e nominato comandante in capo, assunse ufficialmente la guida delle truppe il 17 agosto. Ancora prima che fosse iniziata la guerra, i vertici militari russi approvarono la sua impostazione della guerra, quella cioè di adottare la tattica della terra bruciata in caso di netta preponderanza dell'esercito nemico. Infatti, il generale era conscio che vincere sarebbe stata una vera e propria impresa, poiché l'esercito francese, grazie anche alla grande guida di Napoleone, era considerato quasi invincibile: di conseguenza, era prevedibile che la Russia si potesse trovare nella situazione di non poter far altro che limitare i danni.
Nelle due settimane successive decise di non intervenire ma ai primi di settembre, vista la velocità con la quale le truppe di Napoleone si avvicinavano alla capitale, decise di ingaggiare uno scontro. Il 7 settembre, a Borodino, Kutuzov ed il suo esercito non riuscirono a fermare le schiere avversarie, più numerose e meglio equipaggiate.
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Per approfondire, vedi la voce Battaglia di Borodino. |
A questo punto il comandante prese la decisione di lasciare Mosca ai francesi, bruciando, durante la ritirata, tutto ciò che potesse loro servire. Infatti, secondo la sua opinione, era preferibile abbandonare la capitale piuttosto che mettere a repentaglio la vita di un'intera armata, destinata, in caso di scontro, ad essere annientata. Inoltre, erano in arrivo dalla Russia dei rinforzi, che dopo si sarebbero potuti rivelare molto utili. Il successivo, famoso, incendio di Mosca ebbe scarso effetto sul piano militare vero e proprio ma un impatto terribile sul pino psicologico per gli occupanti francesi.
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[modifica] La fuga francese e la vittoria finale di Kutuzov
Napoleone cadette nel tranello ordito dai russi: concordato con il comando avversario l'ingresso nella città senza resistenza da parte dell'esercito russo in cambio della concessione di un'evacuazione indisturbata, entrò trionfalmente la notte del 14 settembre nel Cremlino ma la notte successiva scoppiarono dappertutto violenti incendi, disposti su ordine del governatore civile della città, conte Rostopčin, e appiccati da coraggiosi cittadini rimasti. A questo punto, Bonaparte ebbe l'intenzione di proseguire ancora ma i suoi consiglieri lo riportarono alla ragione, dando inizio alla ritirata che costò la vita a più di tre quarti dell'esercito. Durante la fuga dei nemici Kutuzov guidò l'esercito nella battaglia di Maloyaroslavets, nella quale ottenne, dal punto di vista strategico, un'importante vittoria; infatti, lo scontro fece perdere tempo ed energie preziose alle truppe di Napoleone, che ottennero sì una leggera vittoria sul campo, ma non riuscirono poi, in buona parte, a ritornare vivi in Francia.
A novembre si combatterono le ultime battaglie. All'inizio del mese, l'esercito di Napoleone, mentre si apprestava ad attraversare il fiume Berezina per fuggire dalla Bielorussia, fu attaccato da Kutuzov: in questo luogo, la Russia ottenne la vittoria decisiva, un successo che tagliò definitivamente le gambe alla Grand Armèe. Poi, il 12 novembre, nella battaglia di Krasnoi, Kutuzov guidò le sue truppe ad un vero e proprio trionfo; infatti, a fronte di 5.000 russi caduti sul campo, ben 20.000 francesi furono uccisi, ed altrettanti, se non di più, furono fatti prigionieri. Per questa vittoria, che legittimava la sua ottima gestione delle varie fasi del conflitto, ricevette dal re Alessandro il titolo di Sua eccellenza principe di Smolensk.
A questo punto, lo zar Alessandro I voleva proseguire allo scopo di liberare la parte centro orientale dell'Europa dai francesi, ma Kutuzov rispose con un secco "no", ritenendo che la Russia non avesse le capacità di proseguire i combattimenti. In effetti nella guerra contro la Francia erano caduti quasi 400.000 militari russi, senza contare le decine di migliaia di civili rimasti uccisi durante le azioni di guerra. Alla fine prevalse la posizione di Kutuzov, per una volta spalleggiato dai vertici militari russi: terminava così la Campagna di Russia.
[modifica] La morte ed i riconoscimenti
Lo scontro con lo zar sull'ipotesi di una continuazione del conflitto fu l'ultimo tra i tanti avuti. Infatti, poco dopo la liberazione ufficiale del territorio russo, Kutuzov, ormai quasi quasi settantenne, si ammalò gravemente e morì a Bolesławiec il 28 aprile. Subito dopo la sua comparsa, furono eretti vari monumenti in suo onore: il più importante di essi è quello che si trova ancora oggi di fronte alla Cattedrale Kazana, a San Pietroburgo, dove nacque nel 1745 e dove è stato seppellito. Ai suoi funerali parteciparono tutti i vertici militari del suo Paese, tra cui lo stesso zar Alessandro, suo nemico in molte occasioni: inoltre, per la sua morte fu proclamato il lutto cittadino.
Nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale, il governo russo creò un riconoscimento militare, l' Ordine di Kutuzov, che rimane tuttora una delle più prestigiose decorazioni militari russe.
[modifica] Curiosità
- Si racconta che, poco prima della scomparsa di Kutuzov, lo zar Alessandro si sia recato presso di lui allo scopo di scusarsi con il generale per i tanti contrasti avuti. Alla sua richiesta, Kutuzov avrebbe risposto che le sue scuse non dovevano essere rivolte tanto a lui, quanto piuttosto al popolo russo, che, secondo la sua opinione, difficilmente le avrebbe accettate.
- Non avendo figli, i suoi beni passarono ad un'importante famiglia dell'epoca, i Tolstoj.
- Proprio il più conosciuto membro di sempre della famiglia Tolstoj, Lev Tolstoj, nel suo celebre romanzo Guerra e Pace, celebrò le grandi capacità militari di Kutuzov, dipingendolo come un grande ed astuto generale.
[modifica] Note
- ↑ Il problema del vettovagliamento delle truppe russe impegnate in campagne militari era cronico, a causa della pessima organizzazione logistica dei rifornimenti (e non solo di quelli alimentari), dovuta a mentalità burocratica ed a rilassatezza negli alti comandi
- ↑ Si dice che al momento della lettura della decisione definitiva Kutuzov stesse sonnecchiando, a testimonianza di come fosse assolutamente conscio della scarsa considerazione nei suoi confronti e del prevedibile verdetto. Naturalmente, tale atteggiamento non fu apprezzato da Alessandro, che lo riprese duramente e gli impartì l'ordine di obbedire subito a quanto deciso.
[modifica] Bibliografia
Qui sono elencati, in ordine cronologico, i libri (in italiano) nei quali la figura di Mikhail Kutuzov viene approfondita. Infatti, al momento non sono disponibili, in lingua italiana, volumi che trattino esclusivamente la sua figura; di conseguenza, si tratta soprattutto di opere in cui si parla della Campagna di Russia e della debàcle di Napoleone, e che quindi comprendono anche la figura di Kutuzov.
- Girolamo Cappello, La grande armata, campagne di Russia del 1812-13, ed. F. Vallardi, Milano, 1914, OCLC 18735716.
- Evgeniĭ Viktorovich Tarle, 1812: la campagna di Napoleone in Russia, ed. A.Corticelli, Milano 1950, OCLC 35630123.
- David G. Chandler, Le campagne di Napoleone, ed. Bur Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano, 1992, ISBN 8817119040.
- Nigel Nicolson, Napoleone in Russia, ed. Bur Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano, 2001, ISBN 8817125423.
[modifica] Voci correlate
- Alessandro I di Russia
- Guerra e pace (romanzo)
- Napoleone Bonaparte
- Ordine di Kutuzov
- Russia imperiale (Guerra e pace in Russia, 1796-1825)
- San Pietroburgo
[modifica] Altri progetti
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Wikiquote contiene citazioni di o su Mikhail Illarionovich Kutuzov
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Carriera militare di Kutuzov
- (EN) Breve biografia e dipinti che lo raffigurano
- (EN) Biografia di Kutuzov
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