Cesare Musatti
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Cesare Musatti è stato il fondatore della psicoanalisi italiana.
[modifica] Biografia
Nacque a Dolo (VE), sul Brenta il 21 settembre del 1897. Il padre era socialista amico di Giacomo Matteotti e fu anche deputato al Parlamento Italiano. Subito dopo aver finito il liceo classico, Cesare si trasferì a Venezia per iscriversi a matematica. Successivamente passò a lettere e filosofia.
A diciannove anni, fu chiamato al servizio militare. Fu assegnato a Roma; dopo un periodo di addestramento a Torino, fu mandato nel 1917 al fronte come ufficiale, con impegni marginali. Terminata la guerra, tornò a Padova, per concludere gli studi. Scelse ancora filosofia, poiché alla cattedra di psicologia sperimentale vi era Vittorio Benussi. Cesare si laureò nel 1922 e l’anno successivo divenne assistente volontario del Laboratorio di psicologia sperimentale. Nel 1927 Benussi, a causa di una grave forma maniaco-depressiva si uccise con il cianuro, lasciando tutto nelle mani di Musatti e Silvia De Marchi. Il suicidio venne scoperto da Musatti, che lo nascose per paura di possibili ripercussioni negative sulla psicologia italiana (all'epoca in una situazione di estrema fragilità e precarietà accademica, e sottoposta a forti pressioni sia da parte del regime fascista con le sue istanze gentiliane, che della Chiesa Cattolica). Musatti rivelò che Benussi non era morto per un malore ma per suicidio solo negli anni'80.
Nel 1928 Musatti divenne direttore del Laboratorio di psicologia di Padova. La Società di psicoanalisi fondata nel 1925 venne limitata a causa dell’opposizione del regime fascista e per le leggi razziali del 1938, che colpirono pesantemente i membri ebrei della Società. Musatti venne allontanato, lo stesso anno, dall'insegnamento universitario e declassato ad insegnante di liceo.
Dal 1940 divenne professore di Filosofia presso il Liceo Parini di Milano.
Nel 1943 Musatti si trovò insieme a Lelio Basso, Ferrazzutto e alcuni vecchi socialisti, con l'intento di creare un partito erede dell'antico Partito Socialista Italiano, gli fu dato l'incarico di trovare il denaro per una prima organizzazione e di allacciare rapporti col Partito comunista clandestino. Musatti continuò a lavorare anche durante la guerra, fino a quando fu costretto a trasferirsi a Ivrea, ospite dell’amico Adriano Olivetti. Qui, con il suo sostegno fondò un centro di psicologia del lavoro. Ricoprì anche l’incarico di Direttore della Scuola Allievi Meccanici, cioè di studenti destianti a diventare operai meccanici specializzati. Successivamente fu richiamato dall'esercito per andare sul fronte francese.
Nel 1947, terminata la guerra ottenne all'Università Statale di Milano la prima cattedra di Psicologia costituita nel dopoguerra in Italia, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, dove insegnò fino al 1967. Fu a Milano che Musatti ebbe il periodo più florido nella ricerca scientifica: gli studenti affollavano sempre le sue lezioni. Dopo aver insegnato all’Italia la psicologia della Gestalt, divenne il primo grande studioso italiano di Psicoanalisi. Fu il primo a far conoscere in Italia la cosiddetta “Psicologia della Forma” con importanti lavori di livello internazionale. Studiando quella “della suggestione e dell'ipnosi” approdò alla psicoanalisi freudiana, tenne il primo corso presso l'Università di Padova nell'anno accademico 1933-34 e divenne uno dei primi e più importanti rappresentanti italiani. Musatti fu il leader indiscusso nel dopoguerra, quando comparve il suo “Trattato di Psicoanalisi”, pubblicato da Einaudi nel 1949. Le teorie di Freud negli anni trenta non furono accolte bene, sia dalle università che dalla Chiesa Cattolica, forse anche a causa dell'isolamento culturale dovuto al Fascismo.
Nel 1955 fu direttore della “Rivista di psicoanalisi”. Musatti scrisse anche libri di letteratura tra cui “I pronipoti di Giulio Cesare”, con il quale nel 1980 vinse il Premio Viareggio. Fu per ben due volte Consigliere Comunale di Milano, dove fu anche consulente del Tribunale dei Minori. Fu sempre sostenitore della pace, del progresso dei lavoratori, dell'emancipazione femminile, dei diritti civili.
Morì a Milano il 21 marzo 1989. Le sue ceneri sono conservate, secondo le sue ultime volontà, nel piccolo cimitero di Brinzio (VA).
[modifica] Opere
- Mia sorella gemella la psicoanalisi, Editori Riuniti Roma
- Psicoanalisti e pazienti a teatro, a teatro, Mondadori Milano
- Commemorazione accademica, Leo S. Olschki Firenze
- A ciascuno la sua morte, Leo S. Olschki Firenze
- Hanno cancellato Livorno, Leo S. Olschki Firenze
- I rapporti personali Freud-Jung attraverso il carteggio, Leo S. Olschki Firenze
- Svevo e la psicoanalisi, Leo S. Olschki Firenze
- Una famiglia diversa ed un analista di campagna, Leo S. Olschki Firenze
- Nino Valeri, Leo S. Olschki Firenze
- Super io individuale e Super io collettivo, Leo S. Olschki Firenze
- Questa notte ho fatto un sogno, Editori Riuniti Roma
- Curar nevrotici con la propria autoanalisi, Mondadori Milano
- Il pronipote di Giulio Cesare, Mondadori Milano
- Trattato di psiconalisi, Bollati Boringhieri Torino
- Riflessioni sul pensiero psicoanalitico, Bollati Boringhieri Torino
- Leggere Freud, Bollati Boringhieri Torino
- Condizioni dell'esperienza e fondazione della psicologia, Giunti - Barbera