Contrada della Selva
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Contrada della Selva | |
Stemma: | un rinoceronte ai piedi di una quercia con attrezzi da caccia |
Colori: | verde e arancione listati di bianco |
Motto: | Prima Selvalta in Campo |
Terzo: | Terzo di Città |
Le antiche Compagnie militari: | Vallepiatta, San Giovanni, Porta Salaia |
Priore: | Velio Cini |
Capitano: | Alessandro Barabino Zondadari |
Indirizzo della sede: | piazzetta della Selva 4 |
Intitolazione della chiesa e locazione: | San Sebastiano già delle Monache Gesuate - piazzetta della Selva |
Santo patrono: - Nome - Data della festa |
Assunzione della Beata Vergine 15 agosto |
Numero di vittorie: - per la Contrada - per il Comune |
41 36 |
Visita al museo: | piazzetta della Selva - per la visita è necessario prenotare telefonicamente |
Contrade alleate: | Chiocciola, Tartuca |
Contrade avversarie: | nessuna |
Nome dei contradaioli: | Selvaioli |
Numero della cabala: | 76 |
Sito ufficiale: | Contrada della Selva |
Altri siti non ufficiali: | |
Testata periodica: | Selvalta |
Voce correlata: Palio di Siena |
La Contrada della Selva è una delle diciassette suddivisioni storiche della città toscana di Siena, nella provincia omonima.
Indice |
[modifica] Il territorio
[modifica] La pianta del Vanni
Francesco Vanni realizzò alla fine del XVI secolo (1595) una dettagliata Pianta di Siena, usata ancora oggi per capire quale fossero le costruzioni del tempo. Il Bando citato sotto fa riferimento agli edifici, più che alle strade, e la Pianta del Vanni viene usata ancora oggi come base storica per derimere le diatribe sui confini fra le Contrade nella Siena moderna.
[modifica] Secondo il Bando
Secondo il bando (o editto) di Violante di Baviera (1729, pubblicato nel 1730) relativo alla Nuova divisione dei confini delle Contrade, il rione della Contrada della Selva include le seguenti vie e palazzi:
- "Selva. n. 5 - Comprenda il palazzo archiepiscopale, la strada delle Balie e piaggella che porta alla Compagnia di San Girolamo, con ambe le strade dì Valle Piatta, ed occupando la piazza, Pieve e compagnia di San Giovanni Battista col palazzo del Magnifico, prenda la via che conduce alla Costarella abbracciando la chiesa di San Desiderio e piaggia delle Campane a sinistra con tutto quel tratto di strada che porta alla Costarella, e pel chiasso del Bargello a sinistra entri in piazza e di li a sinistra vada alla Costarella, di dove seguendo pure a sinistra vada per la strada maestra nell'arco di San Pellegrino e prendendo le case da man sinistra, cioè dell'Accademia dei Rozzi, comprenda da quella parte la via di Diacceto e rientri nella piazza di San Giovanni; appartenga ad essa la via della Costaccia da man destra, venendo da Fontebranda."
[modifica] Le strade ai nostri giorni
- via Franciosa
- vicolo delle Carrozze
- via di Vallepiatta
- vicolo di Vallepiatta
- via del Costone
- via di Fontebranda (parte)
- via di Città (parte)
- via delle Campane (parte)
- via delle Terme (parte)
- piazza Indipendenza (parte)
- via di Diacceto (parte)
- via di Beccheria
- via di Monna Agnese (parte)
- via dei Fusari
- Costarella dei Barbieri (parte)
- piazza del Campo (parte)
- piazza San Giovanni
- piazza del Duomo (parte)
- piazzetta di bocco
- piazzetta della Selva
- vicolo di Vallepiatta
- vicolo del Pozzo
- vicolo di San Girolamo
- Chiasso del Bargello (parte)
Nel suo territorio si trova parte di quello anticamente incluso nelle Contrada dell'Orso e quello incluso nella Contrada del Gallo, due delle contrade soppresse.
Il rione si trova a ridosso della Piazza del Campo e si estende fino alla valle retrostante il Santa Maria della Scala. Ciononostante ha mantenuto una struttura poco contaminata dal flusso turistico: le strade sono strette, la densità abitativa è alta e non vi sono molti negozi, se non intorno al battistero.
[modifica] La storia
La Selva era la contrada dei cacciatori e per questo si trovano nel suo stemma degli attrezzi da caccia.
È gemellata con la città di Cuneo e con la Contrada Flora di Legnano.
[modifica] La Selva nel Palio
La Selva ha collezionato trentasei vittorie ufficiali. La più recente è quella del 16 agosto 2006 con il fantino Alberto Ricceri detto Salasso sul cavallo Caro Amico.
[modifica] Gli aneddoti
La Selva fu suo malgrado protagonista di un Palio assai cruento, quello del 16 agosto 1919, che culminò con l'accoltellamento da parte di un selvaiolo del fantino Aldo Mantovani detto Bubbolo, che aveva corso il Palio precedente proprio con la Selva. Il prologo del fattaccio si ebbe, con tutta probabilità, nel Palio di luglio di quell’anno, vinto dal Leocorno con Cispa su Giacca. Avendo vinto una contrada piccola, i soldi giunti alle consorelle furono pochi: e infatti la mancia data da Bubbolo al barbaresco della Selva, tale Calvani, fu alquanto misera e suscitò il malcontento del selvaiolo, che non credette alla buona fede del fantino, ritenendo che si fosse tenuto per sé la maggior parte della somma. Al Palio dell’Assunta i migliori cavalli toccarono alla Selva ed alla Tartuca. La dirigenza di Vallepiatta cercò di montare nuovamente Bubbolo, che però, probabilmente per gli screzi con il Calvani, preferì accettare l’offerta di Castelvecchio, provocando le ire dei selvaioli. Dopo la prima prova, corsa da un giovane, nella Selva arrivò il blasonato Nappa, il quale però fu subito sostituito perché ritenuto venduto alla Tartuca. Alla provaccia a vestire il giubbetto arancio-verde fu così il giovane Randellone. Questi, forse per precise indicazioni della dirigenza selvaiola, durante la corsa provocò in maniera palese Bubbolo.
I due, scesi da cavallo, se le diedero di santa ragione scatenando una rissa che coinvolse molti contradaioli della Selva e della Tartuca. In seguito a questi fatti, per evitare ulteriori tumulti le autorità decisero di squalificare immediatamente i due fantini. Le due Contrade furono costrette a cercare in fretta una nuova monta. Nella Selva arrivò subito Domenico Leoni detto Moro, a conferma che il lavoro fatto da Randellone era ben studiato e finalizzato ad estromettere dalla carriera il temibile Bubbolo. La Tartuca fu invece costretta a montare il grande Picino, nonostante questi avesse corso il Palio precedente nella Chiocciola, peraltro con lo stesso cavallo. La notizia della squalifica fu presa molto male da Bubbolo, che era sicuro di vincere. Poco prima dell’ingresso in Piazza del corteo storico, il fantino si recò insieme ad alcuni congiunti nella Selva. Arrivato a destinazione il piccolo gruppo si trovò di fronte un manipolo di selvaioli, tutti ben conosciuti da Bubbolo. La discussione presto degenerò: volarono pugni, calci, bastonate, fino al momento in cui sbucò l’ex barbaresco Calvani, il quale sferrò una coltellata al fantino, forse per vendicarsi dei fatti del luglio precedente. Ben presto la rissa si placò, un po’ per la vista del sangue, un po’ perché il Palio incombeva. Mentre Bubbolo si trovava in ospedale in gravi condizioni, la Selva vinse il Palio davanti alla Tartuca, che dovette subire il duro ostacolo della Chiocciola. Con il Drappellone arrivarono in Vallepiatta anche i carabinieri, i quali arrestarono il Calvani e prelevarono alcuni dirigenti selvaioli, che furono sentiti come testimoni dei fatti. Il Calvani restò per qualche tempo in carcere: in seguito gli fu riconosciuta l’attenuante della provocazione; addirittura pare che molti anni dopo sia stato scagionato da un altro selvaiolo, che in punto di morte si sarebbe accollato tutta la colpa. Bubbolo tornò a correre il Palio nel 1920, vinse altre due volte nel 1926 e nel 1931 e addirittura nel settembre 1928 tornò a vestire il giubbetto della Selva.
Forse il conto più salato di questa vicenda lo pagò proprio la Selva che tornò al successo solo nel 1953, dopo ben 34 anni dalla maledizione di Bubbolo...
[modifica] Una contrada senza rivali
La Selva non ha attualmente una nemica ufficiale.
Ebbe in passato un’accesissima rivalità con la confinante Pantera, anche se le cause non furono probabilmente di carattere territoriale. Infatti, durante il Palio straordinario del 4 ottobre 1745, la Selva, che era prima, fu fermata dalle bastonate della "Grifa", una panterina scesa in pista per favorire la sua Contrada, che infatti si aggiudicò la vittoria col fantino Musino. Anche in questo caso non mancarono tentativi di riappacificazione sfociati poi in risse furibonde: famosa resta una cena organizzata in tal senso finita a pugni solo perché un rappresentante di una delle due Contrade, mentre si apprestava a pronunciare le prime frasi di un discorso di riconciliazione, versò inavvertitamente del vino addosso ad un altro, scatenando la furia dei presenti. La rivalità si estinse con il tempo e tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento le Contrade ufficializzarono la neutralità.
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) , (IT) Contrada della Selva. Cenni storici, Territorio e Vittorie.
- Contrada della Selva. Cenni storici, araldica, territorio, compagnie militari, inno, alleanze, rivalità e Vittorie su www.ilpalio.siena.it;
[modifica] Bibliografia
[modifica] La pianta di Siena di Francesco Vanni
- Virgilio Grassi, I confini delle contrade secondo il Bando di Violante Beatrice di Baviera, Siena 1950
- Ettore Pellegrini, La pianta di Siena rilevata da Francesco Vanni e i luoghi dello Studio senese, in Università di Siena. 750 anni di storia, Siena 1991, pp. 575-84
- Le due città. Le vedute e le piante di Siena nelle collezioni cittadine (dal XVI al XIX secolo), Catalogo della mostra, Siena, Palazzo Pubblico, 25 marzo – 9 maggio 1999, Siena 1999, pp. 46–47
Contrade di Siena |
---|
Aquila |