Destra (politica)
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Con il termine destra, utilizzato in ambito politico, si indica la componente del Parlamento che si siede a destra del presidente della Camera. Tradizionalmente queste posizioni vengono ricoperte da chi rappresenta le posizioni di tendenza più conservatrice.
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[modifica] Storia del termine
L'uso nel linguaggio politico dei termini di "destra" e "sinistra" è riconducibile alla Rivoluzione francese. Nel maggio del 1789 furono convocati gli «Stati generali» dal re di Francia, un'assemblea che doveva rappresentare le tre classi sociali allora istituite: il clero, la nobiltà e il terzo Stato, che, composto numericamente di cinquecentocinquanta eletti, da solo occupava circa la metà dell'adunanza e si ordinò all'interno dell'emiciclo con gli esponenti conservatori capeggiati da Malouet che presero i posti alla destra del presidente, i radicali di Mirabeau quelli alla sinistra. Questa divisione si ripresentò anche in seguito, quando si formò l'«Assemblea nazionale», seguita dall'«Assemblea legislativa» francese. A destra prevaleva una corrente volta a mantenere i poteri monarchici, a sinistra stava la componente più rivoluzionaria. Questa contrapposizione con l'uso dei termini "sinistra" e "destra" (la gauche et la droite) trovò ampio spazio in occasione della disputa sul diritto di veto del re, le posizioni politiche di chi risultava fra i fautori o fra i contrari diventarono nette e i termini assunsero popolarità, accompagnando una distinzione fra gli inclini alle trasformazioni sociali e chi ne era invece contrario o meno aperto.
Mentre questo uso veniva praticato in Francia, e ne venivano influenzati alcuni paesi vicini, in Gran Bretagna vigeva sempre la distinsione fra tories (conservatori), whigs (liberali) e radicals (favorevoli a riforme sociali maggiori), in Germania invece ogni raggruppamento politico veniva appellato con il proprio nome.
Nel 1842 si attesta, con la pubblicazione del Dictionnaire politique di Duclerc e Pagnerre, l'uso delle espressioni più specifiche di "centro destra", "centro sinistra", "estrema destra" ed "estrema sinistra". L'espressione "centro", nel periodo della Rivoluzione francese, era un luogo senza una posizione stabile, che non esprimeva una propria anima, e veniva polemicamente definito "Palude". Nel periodo della Restaurazione (1815), la sinistra era occupata dai nostalgici della Rivoluzione, il centro dai Costituzionali, e la destra dai monarchici (Les Ultras).
Ma non sempre qui le due espressioni trovarono ampio uso, nel 1848, in una Francia che era arrivata ad adottare il suffragio universale, prevalsero le designazioni di "socialisti democratici" e "reazionari", di "rossi" e "bianchi"; per poi ricomparire nel 1871, riprese dalla sinistra repubblicana e successivamente da altre formazioni politiche, come la destra repubblicana nel 1886. Tuttavia permaneva ancora a livello popolare la distinzione per colore. Dalla cronaca parlamentare la distinzione diffusamente ritornò successivamente all'Affare Dreyfus (1898), che scatenò nel paese una violenta polemica che polarizzò le forze politiche in campo.
Il quadro nel Novecento, con la presenza delle correnti politiche marxiste, socialiste e nazionaliste, vede in Gran Bretagna il termine sinistra (Left) utlizzato per indicare la componente laburista e, talune volte, i liberali; in Germania, sinistra (Linke), nella Repubblica di Weimar, faceva riferimento al partito socialdemocratico e al partito comunista. La destra (Right) negli Stati Uniti indicò il nazionalismo, in opposizione al radicalism di stampo socialista.
Alla formazione dei primi parlamenti unitari, anche in Italia, si seguì tale disposizione di destra e sinistra.
[modifica] Ideologia
In generale, la destra ha compreso posizioni ideologiche come il conservatorismo, il liberismo, il nazionalismo.
A seconda dei Paesi e delle circostanze, i liberali si ritrovano a sinistra (quando pensano ad un liberismo economico sottoposto al conservatorismo dei consumi, come negli Stati Uniti d'America) o a destra (quando l'interventismo economico è dominante, come nella maggior parte dei Paesi europei).
[modifica] In Italia
L'Italia, nella sua fase prerepubblicana, è stata governata (Anni venti e trenta) dalla dittatura del fascismo, che viene catalogata come ideologia di estrema destra.
Preso atto della situazione creata dai governi fascisti di Benito Mussolini e dell'alleanza con i nazisti tedeschi, la Repubblica Italiana - per volere dei Padri costituenti - nasce proprio all'insegna dell'antifascismo. Pertanto l'ideologia politica di destra radicale è decisamente desueta e, in alcune sue accezioni estremiste, considerata reato (apologia del fascismo e similari).
Nella storia politica repubblicana, il solo partito politico dell'area di "destra" era il Movimento sociale italiano (MSI).
Nella situazione attuale, nella fase della cosiddetta Seconda Repubblica e del bipolarismo, esiste una coalizione di centro-destra, denominata Casa delle Libertà.
Il principale partito che identifica la destra italiana è Alleanza Nazionale (AN), nato da una svolta del vecchio Movimento sociale italiano, ma una parte della nuova destra neoliberista è rappresentata anche da Forza Italia.
[modifica] Bibliografia
- Gauchet, Marcel, Storia di una dicotomia. La destra e la sinistra, Milano, 1994