Repubblica di Weimar
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Il periodo della Storia della Germania che va dal 1919 al 1933 è conosciuto come la Repubblica di Weimar. Prende il nome dalla città di Weimar, dove un'assemblea nazionale convenne per stendere una nuova costituzione, dopo la sconfitta tedesca della prima guerra mondiale.
Il primo tentativo di stabilire una democrazia liberale in Germania fu un'epoca di grande tensione e di conflitto interno, che infine fallì con l'ascesa al potere di Adolf Hitler e del Partito Nazista nel 1933. Anche se tecnicamente, la costituzione del 1919 non venne mai revocata interamente fino a dopo la seconda guerra mondiale, le misure legali prese dal governo nazista nel 1933, che sono comunemente conosciute come Gleichschaltung, in effetti distrussero tutti i meccanismi forniti da un normale sistema democratico, è quindi comune segnare il 1933 come la fine della Repubblica di Weimar.
[modifica] Rivoluzione controllata: la fondazione della Repubblica (1918-1919)
Dal 1916 in poi, l'Impero Germanico del 1871 era stato all'atto pratico governato dai militari, guidati dall' Oberste Heeresleitung (OHL, Comando Supremo dell'Esercito) tramite il Capo di Stato Maggiore Paul von Hindenburg. Quando divenne evidente che la prima guerra mondiale era persa, l'OHL richiese che venisse instaurato un governo civile. Ogni tentativo di continuare la guerra dopo che la Bulgaria aveva lasciato gli Imperi Centrali avrebbe provocato l'occupazione dei territori tedeschi. Il nuovo Reichskanzler, principe Maximilian von Baden, offrì quindi un cessate il fuoco al Presidente americano Woodrow Wilson, il 3 ottobre 1918. Il 28 ottobre 1918 la costituzione del 1871 venne finalmente emendata per rendere il Reich una democrazia parlamentare, cosa che era stata rifiutata per mezzo secolo: il Cancelliere avrebbe risposto al Parlamento, il Reichstag, e non più all'Imperatore.
Il piano allora in corso per trasformare la Germania in una monarchia costituzionale divenne ben presto obsoleto mentre la nazione scivolava in uno stato di caos quasi completo. La Germania era inondata da soldati di ritorno dal fronte, molti dei quali erano feriti fisicamente, psicologicamente o in tutti e due i modi. La violenza era dilagante, con risse che scoppiavano anche tra gruppi rivali di sinistra ai funerali dei loro capi assassinati dagli avversari di destra.
La ribellione esplose quando, il 29 ottobre, il comando militare, senza essersi consultato con il governo, ordinò alla Flotta d'alto mare una sortita che non solo era senza speranza da un punto di vista militare, ma che avrebbe anche portato sicuramente a un arresto dei negoziati di pace. Gli equipaggi di due navi ormeggiate a Wilhelmshaven si ammutinarono. Quando i militari arrestarono circa 1.000 marinai e li fecero trasportare a Kiel la rivolta locale si trasformò in una ribellione generale che dilagò rapidamente in gran parte della Germania. Altri marinai, soldati e persino operai solidarizzarono con gli arrestati, iniziando a eleggere consigli di lavoratori e soldati modellati sui soviet della Rivoluzione Russa del 1917 e presero il potere civile e militare in molte città. Il 7 novembre la rivoluzione aveva raggiunto Monaco di Baviera provocando la fuga di Ludwig III di Baviera in qualità di primo monarca di Germania.
Inizialmente le richieste dei consigli erano modeste, volevano la liberazione dei marinai arrestati. Contrariamente alla Russia dell'anno precedente, i consigli non erano controllati da un partito comunista. Nonostante ciò, con il sorgere dell'Unione Sovietica, la ribellione causò grande paura in tutti gli strati sociali dalla classe media in su. La nazione era sull'orlo di diventare una Repubblica Socialista.
A quel tempo la rappresentanza politica della classe operaia era divisa; una fazione si era separata dai Socialdemocratici e si chiamava "Social Democratici Indipendenti" (USPD, da Unabhängige Sozialdemokratische Partei Deutschlands) e spingeva verso un sistema socialista. I restanti "Social Democratici Maggioritari" (MSPD, che appoggiavano un sistema parlamentare) decisero di mettersi alla testa del movimento allo scopo di non perdere la loro influenza e, sempre il 7 novembre, chiesero all'Imperatore Guglielmo II di abdicare. Il 9 novembre 1918 la Repubblica venne proclamata da Philipp Scheidemann al palazzo del Reichstag di Berlino, due ore dopo una Repubblica Socialista venne proclamata giusto dietro l'angolo, al Castello di Berlino, da Karl Liebknecht.
Sempre il 9 novembre, con un atto discutibile dal punto di vista legale, il Reichskanzler principe Maximilian von Baden trasferì i suoi poteri a Friedrich Ebert, il capo dell'MSPD. Fu evidente che questo atto non sarebbe stato sufficiente a soddisfare le masse così, il giorno dopo, venne eletto un governo rivoluzionario chiamato "Consiglio dei Commissari del Popolo" (Rat der Volksbeauftragten) , composto da membri dell'MSPD e dell'USPD, guidato da Ebert per l'MSPD e da Hugo Haase per l'USPD. Anche se il nuovo governo venne confermato dal consiglio dei lavoratori e dei soldati di Berlino fu avversato dagli spartachisti, l'ala sinistra dell'USPD guidata da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Ebert chiese la convocazione di un Congresso Nazionale dei Consigli che prese luogo dal 16 al 20 dicembre 1918 e nel quale l'MSPD aveva la maggioranza. Ebert riuscì a imporre delle rapide elezioni per un'Assemblea Nazionale che doveva produrre la costituzione per un sistema parlamentare, marginalizzando il movimento che richiedeva una Repubblica Socialista (vedi sotto).
Per assicurarsi che il suo governo fosse in grado di mantenere il controllo sulla nazione, Ebert fece un patto con l'OHL, ora guidato dal successore di Ludendorff, il generale Wilhelm Groener. Questo Patto Ebert-Groener essenzialmente stabiliva che il governo non avrebbe cercato di riformare l'esercito fintanto che l'esercito giurava di difendere il governo. Da una parte questo accordo simboleggiava l'accettazione di un nuovo governo da parte dei militari, calmando le preoccupazioni della classe media, dall'altra parte venne considerato un tradimento degli interessi dei lavoratori da parte della sinistra; inoltre stabiliva l'Esercito come un gruppo indipendente e conservatore all'interno di Weimar che avrebbe influenzato il destino della Repubblica. Questo fu uno dei tanti passi che determinò la permanente suddivisione della rappresentanza politica della classe operaia in SPD e comunisti.
La divisione divenne definitiva dopo che Ebert fece richiesta all'OHL di truppe per sedare un altro ammutinamento di soldati a Berlino, il 23 novembre 1918, nel quale i soldati in rivolta avevano catturato il comandante della città e chiuso il Reichskanzlei nel quale il Consiglio dei Deputati del Popolo risiedeva. L'intervento fu brutale, con molti morti e feriti. Questo indusse l'estrema sinistra a invocare la scissione dall'MSPD che, nella loro visione, era sceso a patti con i militari controrivoluzionari per sopprimere la rivoluzione. L'USPD lasciò quindi il Consiglio dei Deputati del Popolo dopo solo sette settimane. La spaccatura si approfondì quando, in dicembre, il Kommunistische Partei Deutschlands (KPD) venne formato da un certo numero di gruppi di sinistra, inclusa l'ala sinistra dellUSPD e i gruppi Spartachisti.
In gennaio, ulteriori sanguinosi tentativi si stabilire una dittatura proletaria da parte dei lavoratori nelle strade di Berlino venne sedata dalle unità paramilitari dei Freikorps, composte da soldati volontari che culminarono il 15 gennaio nella morte della Luxemburg e di Liebknecht. Con l'affermazione di Ebert, gli assassini non vennero processati davanti a una corte civile ma davanti a una militare, il che portò all'inflizione di pene molto lievi, che non portarono precisamente a una maggiore accettazione di Ebert da parte della sinistra.
Le elezioni dell'Assemblea Nazionale avvennero il 19 gennaio 1919. In questa occasione i nuovi partiti della sinistra, inclusi l'USPD e il KPD, furono a malapena in grado di organizzarsi, permettendo la costituzione di una solida maggioranza delle forze moderate. Per evitare le continue lotte a Berlino l'Assemblea Nazionale si riunì nella citta di Weimar dando alla futura Repubblica il suo nome ufficioso. La Costituzione di Weimar creò una repubblica con un sistema semi-presidenziale con il Reichstag eletto da una rappresentanza proporzionale.
Durante i dibattiti di Weimar, le lotte continuarono. Una Repubblica Sovietica venne dichiarata a Monaco di Baviera, solo per essere abbattuta dai Freikorps e da unità dell'esercito regolare, e combattimenti sporadici continuarono a scoppiare in giro per il paese.
Ci furono scontri anche nelle province orientali della Germania, che erano fedeli all'Imperatore e non volevano far parte della Repubblica: la Grande Sollevazione Polacca nella Provincia di Posen e 3 Sollevazioni Slesiane nella Slesia Superiore.
Nel frattempo, la delegazione di pace tedesca in Francia firmava il Trattato di Versailles, accettando pesanti riduzioni dell'esercito tedesco, pesanti pagamenti per le riparazioni, e l'infame "clausola di colpevolezza per la guerra". Adolf Hitler avrebbe più tardi dato la colpa alla Repubblica e alla sua democrazia per questo trattato.
Il Primo Presidente della Germania, Friedrich Ebert dell'MSPD, firmò la nuova costituzione tedesca l'11 agosto 1919.
[modifica] I primi anni: Conflitto interno (1919-1923)
Fin dall'inizio, la Repubblica fu posta sotto grande pressione da entrambi gli estremisti di destra e sinistra. Essenzialmente, la sinistra accusava i Socialdemocratici al potere di aver tradito gli ideali del movimento operaio, patteggiando con i poteri del vecchio stato invece di mettere in atto una rivoluzione comunista; la destra si opponeva a un sistema democratico perché avrebbe preferito mantenere uno stato autoritario come l'Impero del 1871. Per minare la credibilità della Repubblica, la destra (specialmente i militari) la accusavano di essere responsabile della sconfitta della prima guerra mondiale; si veda Dolchstosslegende.
Il 13 marzo 1920 ci fu il "Putsch di Kapp". Questo coinvolse la cattura di Berlino da parte di un gruppo di truppe dei Freikorps e l'insediamento di Wolfgang Kapp, un giornalista di destra, come Cancelliere del nuovo governo. I Freikorps, che avevano propri progetti per il potere, gli si rivoltarono contro, Ebert poté solo ritirare il suo parlamento da Berlino e riunirlo a Dresda, da dove il governo inidisse uno sciopero generale. Questo ebbe successo nel fermare completamente l'economia e il governo Kapp collasso già il 17 marzo.
Ispirate dal successo dello sciopero generale si ebbero alcune sollevazioni comuniste nella Ruhr nel 1920, quando 50.000 persone formarono un'Armata Rossa e presero il controllo della regione. L'esercito regolare e i Freikorps misero fine alla sollevazione senza ricevere ordini dal governo. Altre ribellioni comuniste vennero inscenate nel marzo 1921 in Sassonia e ad Amburgo.
Per il 1923 la repubblica non poteva più permettersi di tener fede ai pagamenti delle riparazioni di guerra stabilite a Versailles e il nuovo governo divenne insolvente. In risposta, le truppe francesi e belghe, occuparono la Ruhr, la regione a quell'epoca più importante dal punto di vista industriale, prendendo il controllo delle società minerarie e manifatturiere nel gennaio del 1922. Nel gennaio del 1923, vennero di nuovo indetti degli scioperi e la resistenza passiva venne incoraggiata. Gli scioperi durarono per otto mesi, il che causò grave sofferenza all'economia e si dovette iniziare a importare.
Poiché anche gli operai in sciopero venivano pagati dallo stato, venne stampata della valuta aggiuntiva che innescò un periodo di iperinflazione. Il valore del Papiermark crollò da 4,2 per ogni Dollaro statunitense a 1.000.000 di marchi per Dollaro nell'agosto 1923 e a 4.200.000.000.000 per dollaro il 20 novembre. L'1 dicembre venne introdotta una nuova valuta con il tasso di cambio di 1.000.000.000.000 di vecchi marchi per 1 nuovo marco, il Rentenmark.
I pagamenti delle riparazioni vennero ripresi e la Ruhr restituita alla Germania.
Il 1923 vide anche un attacco dalla destra che prese forma nel Putsch della Birreria, messo in piedi da Adolf Hitler a Monaco di Baviera. Nel 1920 il Partito Tedesco dei Lavoratori (DAP) divenne il Partito Nazista (NSDAP) che sarebbe divenuto la forza motrice del collasso di Weimar. Hitler divenne Segretario del partito nel luglio 1921. Le SA vennero fondate nel novembre 1921 e avrebbero agito come l'esercito personale di Hitler nella sua lotta per il potere. Quindi, l'8 novembre 1923, il Kampfbund in combutta con Erich Ludendorff assunse la direzione di un meeting del Primo Ministro bavarese, Gustav Kahr, in una birreria di Monaco. Ludendorff e Hitler dichiararono un nuovo governo e pianificarono di prendere il controllo di Monaco il giorno seguente. I 3.000 rivoltosi vennero fermati da 100 poliziotti e Hitler venne arrestato e condannato a cinque anni di prigione, ma ne scontò solo uno, una sentenza molto lieve.
Dopo il fallimento del Putsch della Birreria, il suo imprigionamento e il successivo rilascio, Hitler si concentrò sui metodi legali per ottenere il potere.
[modifica] L'Epoca d'Oro di Stresemann (1923-1929)
Gustav Stresemann fu Cancelliere per un breve periodo nel 1923 e ricoprì il ruolo di Ministro degli Esteri (1923-1929). Questo periodo fu di relativa stabilità per la Repubblica di Weimar, con un minor numero di sollevazioni e l'inizio di un'apparente ripresa economica.
La prima mossa di Stresemann fu quella di emettere una nuova valuta, il Rentenmark, per arrestare l'iperinflazione estrema che stava paralizzando la società e l'economia tedesche. Ebbe successo nel suo scopo e Stresemann si rifiutò ripetutamente di emettere altra valuta, che fu la causa iniziale della precedente spirale inflattiva. Per stabilizzare ulteriormente l'economia, ridusse le spese e la burocrazia e al tempo stesso aumentò le tasse.
Durante questo periodo venne creato anche il Piano Dawes per permettere alla Germania di mantenersi in grado di pagare le riparazioni di guerra. La Germania fu ammessa nella Società delle Nazioni, stipulò degli accordi sui suoi confini occidentali, firmò un patto di neutralità con la Russia e il disarmo venne fermato. Questi progressi si basavano comunque su prestiti da oltreoceano che incrementarono il debito nazionale mentre il commercio globale decresceva e la disoccupazione saliva.
Le riforme messe in atto da Stresemann non riformarono la debolezza sottostante alla Repubblica di Weimar ma diedero appena la parvenza di una democrazia stabile.
Nel 1929 la morte di Stresemann segnò la fine dell'"Epoca d'Oro" della Repubblica di Weimar.
[modifica] Il collasso della Repubblica di Weimar e l'ascesa di Hitler
Gli ultimi anni della Repubblica di Weimar furono caratterizzati da una instabilità politica superiore a quella degli anni precedenti. Il 29 marzo 1930 l'esperto di finanza Heinrich Brüning venne nominato da Paul von Hindenburg come successore del Cancelliere Müller dopo mesi di lobbismo politico del Generale Kurt von Schleicher in favore dei militari. Ci si aspettava che il nuovo governo avrebbe portato a uno spostamento verso il conservativismo, basato sui poteri speciali garantiti dal Reichspräsident in base alla costituzione, in quanto non godeva del supporto della maggioranza nel Reichstag.
Dopo che un decreto impopolare per risanare le finanze del Reich non trovò il supporto del Reichstag, Hindenburg stabilì un provvedimento di emergenza basato sull'articolo 48 della costituzione. Il decreto venne di nuovo invalidato il 18 luglio 1930 da una esigua maggioranza del Reichstag con il supporto di SPD, KPD e degli allora piccoli NSDAP e DNVP. Immediatamente dopo Brüning sottomise al Reichstag il decreto presidenziale con il quale veniva sciolto.
Le successive elezioni generali del Reichstag, il 14 settembre 1930, risultarono in un terremoto politico: il 18,3% dei voti andarono all'NSDAP, cinque volte in più della percentuale del 1928. Questo ebbe conseguenze devastanti per la Repubblica: non c'era una maggioranza nel Reichstag neanche per la Grande Coalizione e questo incoraggiò i sostenitori dell'NSDAP a manifestare le loro richieste di potere con una violenza e un terrore crescenti. A partire dal 1930 la Repubblica scivolò sempre più in uno stato di guerra civile.
Dal 1930 al 1933 Brüning tentò di risanare lo stato che si trovava in una situazione disastrosa e senza una maggioranza in parlamento, governando con l'aiuto dei decreti presidenziali di emergenza. In quel periodo la Grande depressione raggiunse il culmine. In linea con le teorie economiche liberali che una minor spesa pubblica avrebbe avviato la ripresa economica, Brüning tagliò drasticamente le spese statali. Si aspettava e accettava che la crisi economica sarebbe per un certo tempo peggiorata prima di iniziare a migliorare. Tra le altre cose il Reich bloccò completamente tutte le concessioni pubbliche per l'assicurazione obbligatoria sulla disoccupazione (che era stata introdotta solo nel 1927), il che risultò in maggiori contributi da parte dei lavoratori e minori benefici per i disoccupati, non esattamente una misura popolare.
Il rovescio economico durò fino alla seconda metà del 1932, quando ci furono le prime indicazioni di un rimbalzo. Ma per quel tempo, la Repubblica di Weimar aveva perso tutta la credibilità nei confronti della maggioranza dei tedeschi. Mentre gli studiosi sono in grande disaccordo sulla valutazione da dare alla politica di Brüning, si può tranquillamente dire che contribuì al declino della Repubblica. Se esistessero delle alternative a quell'epoca rimane oggetto di ampio dibattito.
Il 30 maggio 1932, Brüning si dimise dopo aver perso il supporto di Hindenburg. Cinque settimane prima, Hindenburg era stato rieletto Reichspräsident con il supporto attivo di Brüning. (Il Presidente veniva eletto direttamente dal popolo, il Reichskanzler no).
Hindenburg incaricò quindi Franz von Papen come nuovo Reichskanzler, che aveva il supporto di Hitler, ma a prezzo di una serie di richieste:
- Il Reichstag sarebbe stato sciolto di nuovo per indire nuove elezioni;
- Il bando delle SA, imposto dopo gli scontri di strada, deveva essere tolto;
- Il governo socialista della Prussia sarebbe stato dismesso con decreto d'emergenza.
Le elezioni generali per il Reichstag del 31 luglio 1932 portarono il 37,2% dei voti all'NSDAP. Hitler ora richiedeva di essere nominato Cancelliere, ma la richiesta venne rifiutata da Hindenburg il 13 agosto. Non c'era ancora una maggioranza al Reichstag per nessun governo; come risultato, il Reichstag venne sciolto di nuovo e si rifecero le elezioni nella speranza che ne risultasse una maggioranza stablie.
Non fu così. Il 6 novembre 1932 le elezioni diedero il 33,0% dei voti all'NSDAP: perse più del quattro percento. Franz von Papen si dimise, sostituito come Reichskanzler il 3 dicembre, dal generale von Schleicher . Il suo piano audace era di trovare una maggioranza all'interno del Reichstag riunendo i sindacalisti di sinistra dei vari partiti, compresi quelli dell'NSDAP guidati da Gregor Strasser, ma non si rivelò di successo.
Il 4 gennaio 1933, Hitler si incontrò in segreto con von Papen in casa del banchiere di Colonia Kurt von Schroeder. Si accordarono sulla formazione di un governo di coalizione, oltre a Hilter, solo altri due membri dell'NSDAP avrebbero fatto parte del governo del Reich (Wilhelm Frick come Ministro degli Interni e Hermann Göring come Commissario per la Prussia), con von Papen come Vice-Cancelliere di Hitler. Il nuovo gabinetto comprendeva anche l'influente mogul dei media Alfred Hugenberg, che era segretario dell'altro partito di destra dell'epoca, il DNVP.
Quando il piano venne finalmente presentato a Hindenburg, questi nominò Hitler come il nuovo Reichskanzler il 30 gennaio 1933. Anche se era ferocemente anti-nazista e aveva sconfitto Hitler nelle elezioni presidenziali del 1932, concordò con riluttanza con la teoria di von Papen che, con il supporto popolare ai nazisti che stava scemando, Hitler poteva essere controllato come Cancelliere. Questa data viene comunemente considerata come l'inizio della Germania Nazista e venne di conseguenza battezzata Machtergreifung (presa del potere) dalla propaganda nazista.
Il nuovo governo instaurò la dittatura con una serie di misure in rapida successione (si veda Gleichschaltung per i dettagli). Il 27 febbraio 1933 il palazzo del Reichstag venne ridotto in cenere, della qual cosa i nazisti si avvantaggiarono con il Decreto dell'incendio del Reichstag. Le successive elezioni del Reichstag, il 5 marzo 1933, portarono il 43,9% dei voti all'NSDAP. Il Reichstag piantò gli ultimi chiodi nella bara della Repubblica di Weimar, con l'approvazione della Legge dei pieni poteri (Ermächtigungsgesetz) del 23 marzo 1933, che diede formalmente a Hitler il potere di governare per decreto e di smantellare a tutti gli effetti i resti della costituzione di Weimar. Alla morte di Hindenburg, il 2 agosto 1934, Hitler fuse assieme gli uffici di Reichspräsident e Reichskanzler e si reinsediò con il nuovo titolo di Führer und Reichskanzler.
[modifica] Ragioni del fallimento della Repubblica di Weimar
Il perché la Repubblica di Weimar sia crollata in maniera così catastrofica a favore della dittatura nazista è ancora oggi oggetto di molti dibattiti. Da un lato Hitler divenne Reichskanzler in modo legale attraverso i meccanismi impostati dalla costituzione e l'NSDAP aveva guadagnato la maggioranza relativa dei seggi nelle due elezioni del 1932. D'altra parte Hitler venne nominato Reichskanzler in un momento in cui il supporto al "movimento" si era dimostrato insufficiente per prendere il potere.
Molti tentativi sono stati fatti dagli studiosi per dare varie motivazioni e, a seconda delle opinioni politiche individuali, un'analisi può dare più enfasi a una ragione specifica piuttosto che a un'altra. La situazione è complicata dal fatto che durante la Guerra Fredda l'analisi storica fu offuscata dai tentativi di giustificare una certa ideologia.
Inoltre è completamente ipotetico sostenere che il nazismo poteva essere evitato se non fossero state prese certe decisioni. Ad esempio, una interessante speculazione di questo tipo si chiede come sarebbe andato l'NSDAP nelle elezioni del 1933 se Hitler non avesse avuto il vantaggio di essere al governo.
Si può comunque affermare che nessuna singola ragione è sufficiente per spiegare l'ascesa del nazismo. I tentativi più comunemente utilizzati si possono raggruppare in tre correnti principali di seguito sviluppate: ragioni economiche, istituzionali e personali.
[modifica] Problemi economici
La Repubblica di Weimar ebbe alcuni tra i più gravi problemi economici mai sperimentati nella storia di una democrazia occidentale. L'iperinflazione rampante, la massiccia disoccupazione, e il grave abbassamento della qualità della vita, a confronto con il periodo precedente alla prima guerra mondiale, furono i fattori principali del collasso. Con la Grande depressione degli anni '30, le istituzioni della Repubblica in quanto tali, vennero incolpate da molti per i problemi economici; questo è evidente nei risultati elettorali, dove i partiti politici che volevano lo smantellamento completo della Repubblica, sia a destra che a sinistra, resero impossibile una maggioranza in parlamento.
In questo contesto, il Trattato di Versailles, era considerato dal popolo tedesco come un documento punitivo e degradante, che li costrinse a cedere aree ricche di risorse e a pagare somme enormi in riparazioni di guerra. Queste riparazioni punitive non solo danneggiarono pesantemente l'economia tedesca, ma causarono anche grande costernazione e risentimento da parte della popolazione.
Gli storici Marxisti hanno consistentemente enfatizzato che i "poteri economici" nel Reich lastricarono la strada che portò a Hitler. Come minimo, questo argomento si rivelò utile per i regimi socialisti dopo la Seconda guerra mondiale, ad esempio, per giustificare le espropriazioni su larga scala che avvennero nelle zone occupate dall'Unione Sovietica, che divennero in seguito la Germania Est, dal 1945 al 1949.
Oggi, molti storici concordano che molti industriali identificarono la Repubblica con i sindacati e i Socialdemocratici, poiché furono questi che stabilirono le concessioni sociali del 1918/1919. Ma anche se alcuni videro Hitler come un mezzo per abolirle, la Repubblica era instabile ancor prima che certi industriali iniziassero ad appoggiare Hitler. A parte ciò, anche chi diede supporto alla nomina di Hitler, non voleva il nazismo nella sua interezza a considerava Hitler solo come una soluzione temporanea nella propria ricerca dell'abolizione della Repubblica. Certamente, il supporto dell'industria non è sufficiente da solo a spiegare l'appoggio a Hitler da parte di grosse fette della popolazione, che comprendevano molti operai che si erano allontanati dai partiti di sinistra.
[modifica] Problemi istituzionali
Viene comunemente accettato che la costituzione del 1919 aveva una serie di debolezze fondamentali, che resero l'instaurazione di una dittatura troppo facile. Che una costituzione differente avrebbe potuto evitare il Terzo Reich è però discutibile; in ogni caso, la costituzione del 1949 (la Grundgesetz) riconobbe queste critiche e può essere vista come una risposta forte a quelle pecche.
- L'istituzione del Reichspräsident veniva frequentemente vista come un Ersatzkaiser, un tentativo di rimpiazzare l'Imperatore, che aveva abdicato nel 1918, con un istituzione similaremente forte e autoritaria. Questo risulta molto evidente nell'articolo 48 della costituzione, che dava al Presidente il potere di "fare tutti i passi necessari" se "l'ordine pubblico e la sicurezza fossero state seriamente disturbati o in pericolo". Anche se era inteso solo come clausola d'emergenza, questo articolo venne usato anche in anni precedenti al 1933 per emanare decreti senza il supporto del parlamento (vedi sopra); rese anche la Gleichschaltung più facile. Ad esempio, il Decreto dell'incendio del Reichstag venne emanato in base all'articolo 48.
- L'uso della rappresentanza proporzionale significava che ogni partito con un minimo di supporto era in grado di ottenere l'ingresso nel Reichstag, il parlamento della Repubblica. Questo portò a un grande numero di piccoli partiti, alcuni dei quali avevano un ideologia estremista; creò anche una necessità di coalizione con tali partiti, evidenziata dal fatto che nessuno era in grado di ottenere una maggioranza completa.
- Il Reichstag poteva rimuovere il Reichskanzler dal suo ufficio anche se non era in grado di accordarsi su un successore. Questo "distruttivo" voto di sfiducia portò a molti Cancellieri in rapida successione e aggiunse un altro fattore di instabilità politica alla Repubblica (si veda Cancellieri tedeschi per una lista) Come risultato, la Grundgesetz del 1949 stipulò che un Cancelliere poteva essere dimesso dal Parlamento solo se un successore veniva eletto contestualmente; vedi voto costruttivo di sfiducia.
- La costituzione prevedeva che in caso di dimissioni o morte del Presidente, il Reichskanzler (Cancelliere) ne avrebbe assunto l'ufficio (e soprattutto ne avrebbe posseduto i poteri) fino all'elezione di un nuovo Presidente. Questo permise a Hitler di unire gli uffici di Reichskanzler e Reichspräsident dopo la morte di Hindenburg nel 1934. Comunque, per quell'epoca, la dittatura era gia stata fermamente installata, e questa clausola da sola non può essere incolpata in generale per il nazismo.
[modifica] Visioni personalistiche
Alcuni storici preferiscono guardare a certi individui e alle decisioni che presero. Questo porta a galla le questioni problematiche su quali alternative fossero disponibili a quel tempo, il che conduce a speculazioni ed ipotesi.
Ad esempio, la politica economica di Brüning nel 1930-1933 è stata soggetto di ampio dibattito. Che essa portò molti a identificare la Repubblica con i tagli alla spesa sociale e a un economia estremamente liberale lo si può dire tranquillamente; se esistessero alternative a questa politica nell'epoca in cui la Grande depressione aveva raggiunto il pieno impatto è una questione differente.
Un'altra focalizzazione è su Paul von Hindenburg, che divenne Reichspräsident nel 1925. Egli era certamente rappresentativo del vecchio e autoritario Impero del 1871 ed è difficile etichettarlo come un democratico che supportava la Repubblica del 1919. Hindenburg era molto anziano, avendo passato gli 80 anni d'età negli anni '30, e ciò fa sorgere dei dubbi sulla sua lucidità. Egli non fu, comunque, un nazista. Ci si può chiedere se un presidente differente, con solide convinzioni democratiche avrebbe permesso al Parlamento di essere così evidentemente raggirato con l'uso dei decreti permesso dall'articolo 48; più specificamente, un presidente diverso, avrebbe firmato il Decreto dell'incendio del Reichstag? Si è anche speculato sul perché Hindenburg nominò Hitler come Reichskanzler il 30 gennaio 1933; dopo tutto, Hindenburg attese un giorno e mezzo prima di prendere la decisione. Alcuni sostengono che il nazismo avrebbe perso molto supporto pubblico se Hitler non fosse divenuto Cancelliere.
[modifica] Tabella: le elezioni per il Reichstag (1920 - 1933)
elezioni tenute il | ||||||||
Partiti politici del Reichstag | 6 giugno 1920 | 4 maggio 1924 | 7 dicembre 1924 | 20 maggio 1928 | 14 settembre 1930 | 31 luglio 1932 | 6 novembre 1932 | 5 marzo 1933 |
Partito comunista (KPD) | 4 | 62 | 45 | 54 | 77 | 89 | 100 | 81 (**) |
Partito socialdemocratico (SDP) | 102 | 100 | 131 | 153 | 143 | 133 | 121 | 120 |
Zentrum cattolico (*) | 65 | 81 | 88 | 78 | 87 | 97 | 90 | 93 |
Partito nazionalista (DNVP) | 71 | 95 | 103 | 73 | 41 | 37 | 52 | 52 |
Partito nazionalsocialista (NSDAP) | - | - | - | 12 | 107 | 230 | 196 | 288 |
Altri partiti | 98 | 92 | 73 | 121 | 122 | 22 | 35 | 23 |
Fonte:
|
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