Forte Malatesta
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Una delle costruzioni fortificate particolarmente interessanti della città Ascoli Piceno è il Forte Malatesta. Edificato nei pressi del Ponte di Cecco d'Ascoli, passo obbligato per chi accedeva nella città dalla zona Est.
Questa fortificazione, vicina alle sponde del Torrente Castellano, fu ricostruita sui resti di una precedente rocca per volere del signore di Rimini Galeotto Malatesta verso la metà del 1300. Venne chiamato Forte Minore o Rocchetta, per differenziarla dalla Fortezza Pia che lo stesso Malatesta aveva fatto erigere.
In questo Forte Minore il Malatesta fece rinchiudere il Vescovo Isacco Bindi che aveva denunciato la sua tirannia al popolo di Ascoli. Di questa fortificazione è possibile identificare, oggi, la torre quadrangolare di levante.
Nel 1356 gli ascolani danneggiarono, quasi distrussero, il Forte per ribellarsi alle angherie di Galeotto Malatesta. Questi fu assoldato dalla città per la guerra contro Fermo e fu, successivamente, cacciato in quanto si rivelò un feroce tiranno.
Nel 1376 la costruzione subì nuovi ed ingenti danni a causa della sommossa contro Blasco Garcia Albornoz che governava la città a posto dello zio Cardinale.
Nel 1502, fra Cola da Tursi fece costruire la chiesa dodecagonale, con copertura a cupola, di Santa Maria del Lago che tuttora si distingue nel corpo centrale della costruzione, terminata nel 1509 su progetto del Maestro Domenico di Antonio da Pavia.
Dal 1533 al 1536, il Forte, fu ceduto alle ex Clarisse del Monastero di Santa Maria delle Donne.
Antonio da Sangallo il Giovane, tra il 1540 e il 1543, su incarico di Papa Paolo III Farnese, progettò ed eresse il Forte a pianta stellata di forma irregolare. Come disse il Vasari: " Fece ancora la Fortezza d'Ascoli, e quella in pochi giorni condusse a tal termine, ch'ella si poteva guardare; il che gli Ascolani ed altri non pensavano che si dovesse poter fare in molti anni: onde avvenne, nel mettervi così tosto la guardia, che què popoli restarono stupefatti e quasi nol credevano." Lo scopo fu quello di inglobare e riunire i resti delle antiche preesistenti costruzioni e della chiesa che, sconsacrata, fu trasformata in mastio, dando vita così ad un nuovo complesso fortificato. Verso le sponde del Castellano disposte in tre ordini furono messe le troniere. Quelle più basse sono per la maggior parte rettangolari, quelle superiori sono "a campana".
Nel 1543, alla fine dei lavori, fu apposta una dal commissario P.D. Angelini, una lapide che così recita: "MDXLII-PAULI III PONT.MAX DECRETO - ARCEM HANC AD ASCULANORUM - FACTIONES AC TYRANNIDES TOL-LENDAS PRETRUS ANT ANGELINUS-COMMISSARIUS A FUNDAMENTIS-ALEXANDER VERO PALLANTERI-US GUBER AD VERTICEM ERIGEN-DAM CURAVERUNT"
Il Forte fu oggetto di un nuovo restauro nel 1600.
Tra il 1797 e il 1798 il Governo Pontificio lo utilizzò come caserma. Dal 1828 al 1978 il Forte fu utilizzato come carcere giudiziario. Col trascorrere dei secoli, il sito ebbe la sorte di essere distrutto e riedificato fino al Forte che è arrivato a nostri giorni.
[modifica] Bibliografia
- Bernardo Carfagna, Rocche e castelli dell'ascolano, Ascoli Piceno, Edizione La Sfinge Malaspina (Stampa Editoriale Eco srl - S. Gabriele (TE)), anno 1996, pag. 165;
- Antonio Rodilossi, Ascoli Piceno città d'arte,"Stampa & Stampa" Gruppo Euroarte Gattei, Grafiche STIG, Modena, 1983, pp. 218;
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