Marte (divinità)
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Marte (in latino Mars) è, secondo la mitologia romana classica, il dio della guerra, secondo la mitologia romana arcaica, dio del tuono, della pioggia, della natura e della fertilità
Figlio di Giunone (probabilmente una sostituta della dea Tellus) e Giove (o in altre versioni, di un fiore magico, forse il biancospino) era inizialmente il dio romano della fertilità, della natura e il protettore per eccellenza e dio guerriero e non della guerra, fu anche dio della folgore, del tuono e della pioggia. La sua natura italica lo fa essere un dio 'guida' degli uomini, ma venne più tardi associato con la guerra e la battaglia, riprendendo il greco Ares. In quanto dio della primavera, periodo nel quale si tenevano le principali celebrazioni a lui dedicate, presiedeva sull'agricoltura in generale. Marte, nella società romana, assunse un ruolo molto più importante della sua controparte greca (Ares), probabilmente perché considerato marito di Rea Silvia e padre di Romolo e Remo, che fondarono Roma. Di conseguenza Marte era considerato il padre del popolo romano e i romani si chiamavano tra loro Figli di Marte. I suoi più importanti discendenti sono Pico e Fauno.
Il mese di Marzo e il pianeta Marte devono a lui il loro nome.
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[modifica] Nomi
Marte era venerato con numerosi nomi sia dagli stessi latini, sia dagli altri popoli italici:
- Mars
- Marmar
- Marmor
- Mamers
- Maris
- Marpiter
- Marspiter
- Mavors
[modifica] Epiteti
- Diuum deus: 'Dio degli dei', nome con cui viene designato nel Carmen Saliare
- Gradivus: 'colui che va', con valore spesso di 'colui che va in battaglia', ma può essere collegato anche al ver sacrum, quindi 'colui che guida, che va'
- Invictus: l'invinto
- Leucesios: epiteto del Carmen Saliare che significa 'lucente', 'Dio della luce', questo epiteto può essere anche legato alla sua caratteristica di dio del tuono e del lampo
- Silvanus: in Catone, nel libro De agri cultura, 83 Marte viene soprannominato Silvanus in riferimento ai suoi aspetti legati alla natura e collegandolo con Fauno
- Ultor: epiteto tardo, dato da Augusto in onore della vendetta per i cesaricidi.
A questi epiteti vanno aggiunti quelli attribuiti dai Celti, che hanno reso Marte un dio popolare esaltandone spesso la natura più arcaica.
[modifica] Festività
Era il dio della primavera della religione ufficiale romana e quindi venerato fastosamente in marzo, il mese che portava il suo nome, con le feriae Martis, Equirria, agonium martiale, Quinquatrus e tubilustrum.
Altre cerimonie importanti avvenivano in febbraio e in ottobre.
Gli Equirria si tenevano il 27 febbraio e il 14 marzo. Erano giorni sacri con significato religioso e militare; i romani vi mettevano molta enfasi per sostenere l'esercito e rafforzare la morale pubblica. I sacerdoti tenevano riti di purificazione dell'esercito. Si tenevano corse di cavalli nel Campo Marzio.
Le feriae Martis si tenevano dal 1 marzo al 24 marzo. Durante le feriae Martis i dodici Salii Palatini percorrevano la città in processione, portando ciascuno un Ancile, uno dei dodici scudi sacri, e fermandosi ogni notte ad una stazione diversa (mansio). Nel percorso i Salii eseguivano una danza con un ritmo di tre tempi (tripudium) e cantavano l'antico e misterioso Carmen Saliare. Il 19 marzo si teneva il Quinquatrus, durante il quale gli scudi venivano ripuliti. Il 23 marzo si teneva il Tubilustrium, dedicato alla purificazione delle trombe usate dai Salii e alla preparazione delle armi dopo la pausa invernale. Il 24 marzo gli ancilia venivano riposti nel sacrario della Regia.
L' Equus October si teneva alle idi di ottobre (15 ottobre). Si svolgeva una corsa di bighe e veniva sacrificato a Marte il cavallo di destra del trio vincente tramite un colpo di lancia del Flamen Martialis. La coda veniva tagliata e il suo sangue sparso nel cortile della Regia. C'era una battaglia tradizionale tra gli abitanti della Suburra che volevano la coda per portarla alla Turris Mamilia e quelli della Via Sacra che la volevano per la Regia.
Il 19 ottobre si teneva l' Armilustrium, dedicato alla purificazione delle armi e alla loro conservazione per l'inverno.
Ogni cinque anni si tenevano in Campo Marzio le Suovetaurilia, dove davanti all'altare di Marte (Ara Martis), il censo veniva accompagnato da un rito di purificazione tramite il sacrificio di un bue, un maiale e una pecora.
[modifica] Animali ed oggetti sacri
- Lupo: si ricorda il nipote Fauno, il lupo per eccellenza e la lupa che ha allattato Romolo e Remo
- Picchio: il picchio è l'uccello del tuono e della pioggia oracolare, ha nutrito Romolo e Remo insieme alla lupa
- Cavallo: Simbolo della guerra (si ricorda Poseidone e gli Equirria)
- Toro: altro animale molto importante per il ver sacrum e per tutti i popoli italici
- Hastae Martiae: sono le lance di Marte che si squotevano in caso di gravi pericoli, tenute nel sacrario della Regia
- Lapis manalis: la pietra della pioggia, in quanto dio della pioggia
[modifica] Marte nell'arte
[modifica] Pittura
- Marte di Diego Velázquez (1640)
- Marte che spoglia Venere con amorino e cane di Paolo Veronese
- Marte e Venere sorpresi da Vulcano di François Boucher (1754)
- Minerva protegge la Pace da Marte di Pieter Paul Rubens (1629-1630)
- Venere e Marte di Sandro Botticelli
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
James Hillman, Un terribile amore per la guerra, Adelphi, Milano, 2005. Un libro che dimostra come questo Dio sia presente nelle guerre contemporanee.
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