Messa di rito tridentino
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La messa di rito tridentino (anche messa tridentina) è stata fino al 1969 il modo comune con cui la funzione liturgica veniva celebrata. Successivamente, a seguito delle decisioni prese nel corso del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI decretò l'inizio della messa post-conciliare.
Il termine Tridentina significa "relativa alle codifiche del Concilio di Trento", ed il Messale romano fu promulgato nel 1570 da Papa Pio V. Il Concilio di Trento non volle unificare con atto d'imperio i riti allora esistenti nella Chiesa latina: infatti, in base al principio stabilito dallo stesso San Pio V - che su richiesta del Concilio attuava la riforma -, le chiese e gli ordini religiosi che da almeno due secoli avevano il loro proprio rito di veneranda tradizione, poterono conservarlo. Col passare degli anni, di fatto, il Rito romano si affermò ma mai in modo esclusivo; emblematico il caso del Rito ambrosiano diffuso in alcune valli del Ticino (denominate "Valli Ambrosiane"), in tutta l'Arcidiocesi di Milano ma, anche qui, con eccezioni: Monza, Trezzo, Treviglio.
[modifica] Storia
La Santa Messa secondo il rito di Papa San Pio V è stata celebrata nella Chiesa cattolica quale "rito ordinario universale" fino al 1969, prima che entrasse in vigore la Riforma liturgica. La celebrazione della Messa tridentina, il cui nome le deriva dalla consolidazione del relativo rito operatosi nel contesto del Concilio di Trento del XVI secolo, era stata tacitamente abrogata, per via di pura ortoprassi, dopo il Concilio Vaticano II del 1962-65, nelle cui linee generali si prevedeva, fra l'altro, anche l'introduzione della lingua volgare in alcune sequenze della liturgia, al fine di favorire una maggiore comprensione della medesima da parte dei fedeli. In realtà, come, anche recentemente, è stato autorevolmente attestato, la Messa tridentina, pur non costituendo più il "rito ordinario universale" della Messa cattolica, ha continuato a conservare la propria legittimità giuridica e sacramentale, ascrivendosi nel novero dei "riti particolari" ammessi nella Chiesa Cattolica.
I documenti del Concilio Vaticano II avevano stabilito la conservazione dell'uso del latino nella liturgia e la lingua volgare avrebbe dovuto essere usata solo nelle "letture" ed in alcune parti della Messa. Nessun documento conciliare ha mai stabilito che il sacerdote dovesse celebrare rivolto verso il popolo, anziché "coram Deo", né, quindi, il cambiamento della posizione degli altari e la soppressione delle balaustre. La Riforma liturgica andò ben oltre le intenzioni e le prescrizioni dei padri conciliari, creando così una nuova liturgia che, per molti versi, appare assai simile a quella dei protestanti.
L'uso del vecchio messale era stato proibito da papa Paolo VI al momento della promulgazione del nuovo nel 1969, ma esso è stato costantemente rivendicato dall'ala tradizionalista cattolica, in particolare dalla "Fraternità Sacerdotale San Pio X" fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre.Lo stesso Papa Paolo VI concesse personalmente a Padre Pio da Pietrelcina l'Indulto per continuare a celebrare, anche pubblicamente, la Santa Messa secondo il rito di San Pio V, sebbene, dalla Quaresima del 1965 fosse in attuazione la riforma liturgica.
Attesa la perdurante liceità del rito di San Pio V, il Papa Giovanni Paolo II aveva promulgato nel 1984 un indulto per venire incontro all’istanza dei fedeli legati al vecchio rito, indulto ulteriormente riaffermato (per ovviare alla pratica inattuazione di quello precedente, a causa della forte opposizione degli ordinari diocesani) anche nel 1988 con il motu proprio "Ecclesia Dei afflicta" (promulgato in seguito allo scisma dell'arcivescovo Marcel Lefebvre ). La Messa tradizionale poté così tornare ad essere pubblicamente celebrata, ma solo a seguito di uno specifico permesso del Vescovo che, non ostante le numerose richieste, venne però concesso solo in poche diocesi, lasciando insoddisfatti molti fra i cattolici legati alla tradizione.
Al fine di ovviare ai ripetuti dinieghi in questo senso opposti dagli ordinari diocesani in ordine alla legittima celebrazione della Messa in latino secondo l'antico messale pre-conciliare, è prevista la pubblicazione, da parte del Papa Benedetto XVI, di un Motu proprio che, entro il 2007, dovrebbe consentire a tutti i sacerdoti sparsi in ogni parte del mondo di poter celebrare la Messa in latino, secondo il rito di San Pio V, almeno parzialmente prescindendo dal potere discrezionale d'inibizione di molti Vescovi. La nota, scritta di proprio pugno dal Pontefice, secondo le anticipazioni che si sono rincorse negli ultimi mesi, consentirebbe la celebrazione della messa in modo quasi automatico, se a richiederla è un certo numero di persone.In questo modo, la vecchia messa tornerà ad avere piena cittadinanza, così come ce l’hanno altri riti cattolici, quali ad esempio quelli bizantino, mozarabico o siro-antiocheno. Parrebbe che, per non creare una situazione di scontro frontale con i vescovi francesi, il Motu proprio, benché già pronto e firmato da mesi, ancora non sia stato ufficialmente promulgato. Secondo il pensiero del Santo Padre, espresso chiaramente, vi sono due forme di rito romano: la forma ordinaria, che è la Messa di Paolo VI, e la forma straordinaria, che è la Messa di San Pio V.È d'altra parte evidente che il ritorno ad una spiritualità maggiormente legata alla tradizione millenaria della Chiesa è uno dei punti centrali del pontificato di Benedetto XVI: anche nell'esortazione post-sinodale sull'Eucarestia era stato auspicato un più ampio uso del latino e del canto gregoriano nelle liturgie.
[modifica] Liturgia della Messa Tridentina
La Messa tridentina è celebrata interamente in latino salvo l’omelia, ad eccezione di alcune parole e frasi in greco antico ed ebraico; è inframmezzata da lunghi periodi di silenzio, per consentire ai fedeli di poter adeguatamente meditare circa la grandezza del mistero eucaristico al quale sono chiamati ad assistere. I fedeli seguono la liturgia leggendo il messalino od il foglietto bilingue, che riportano, a fianco del testo latino, la traduzione integrale dei passi in italiano o nelle altre lingue nazionali. Non è soltanto l’uso della lingua ecclesiastica ed universale ("cattolico" significa appunto universale) a costituire la sola differenza intercorrente tra la Messa tridentina e quella moderna.
Il sacerdote, a differenza di quanto avviene nel corso del nuovo rito, volge le spalle ai fedeli, in quanto celebra rivolto al tabernacolo ed all’altare che costituisce la rappresentazione del Calvario,l’immagine è quella del celebrante che guida il popolo. Il Vangelo viene letto sempre sul lato destro dell’altare, mentre l’Epistola sul lato sinistro (da cui il termine «in cornu evangelii» e «in cornu epistulae». La comunione - solo l’ostia, per i fedeli - viene ricevuta in ginocchio, e in bocca.
Si divide in tre parti:
- Preghiere che il sacerdote dice ai piedi dell'altare;
- Messa dei Catecumeni (così chiamata perché vi assistevano anche quelli che si preparavano al Battesimo), che ha un carattere dottrinale e dialettico, e va dall'Introito al Credo.
- Messa dei Fedeli (perché riservata ai soli battezzati), che costituisce il sacrificio propriamente detto ove ha luogo la transustanziazione.
Alla Messa si assiste per lo più in ginocchio, perchè si crede al suo grandissimo mistero, perchè si crede alla presenza reale di Gesù in corpo sangue anima e divinità, perchè in ginocchio é la positura dell'umile peccatore che implora la misercordia di Dio.
Tre erano le condizioni per poter ricevere la Santa Comunione: essere battezzati, aver fatto la professione di fede ed essersi sottomesso al sacramento della penitenza (confessione). Tali condizioni sono sempre state applicate nella Chiesa Cattolica, tanto che nei primi anni del secolo II, San Giustino martire scrisse: "E questo cibo è detto Eucaristia, che nessuno può condividere se non chi crede che le cose che noi insegniamo sono vere, chi è stato mondato dai peccati e chi vive così come Gesù Cristo ci ha insegnato" (Prima Apologia, Capitolo LXVI).
[modifica] Collegamenti esterni
|