Niente da nascondere
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Titolo originale: | Caché |
Paese: | Francia/Austria/Germania/Italia |
Anno: | 2005 |
Durata: | 117' |
Colore: | Colore |
Audio: | DTS, Dolby Digital |
Genere: | Drammatico, Thriller |
Regia: | Michael Haneke |
Sceneggiatura: | Michael Haneke |
Produzione: | Les Films du Losange, BIM Distribuzione, Wega Film, Bavaria Film, Le Studio Canal+, France3 Cinema, Arte France Cinema, Eurimages Fund of the Council of Europe, CNC |
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Fotografia: | Christian Berger |
Montaggio: | Michael Hudecek, Nadine Muse |
Effetti speciali: | Philippe Hubin |
Musiche: | Jean-Paul Mugel, Jean-Pierre Laforce |
Scenografia: | Emmanuel de Chauvigny, Christoph Kanter |
Costumi: | Lisy Christl |
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Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Niente da nascondere è un film francese del 2005, diretto da Michael Haneke.
Indice |
[modifica] Trama
Georges, giornalista letterario, riceve alcuni video – filmati clandestinamente per la strada – che lo riprendono con la sua famiglia, e disegni inquietanti e di oscura interpretazione. Non ha la minima idea di quale sia l’identità del mittente. A poco a poco il contenuto delle cassette diviene più personale: questo lascia supporre che il mittente conosca Georges da tempo. Quest’ultimo sente il peso della minaccia su di sé e sulla sua famiglia, ma, dal momento che questa minaccia non è esplicita, la polizia rifiuta di aiutarlo.
[modifica] Il film
Per quanto riguarda un film di Michael Haneke, sarebbe facile limitarsi, come unico commento, al suo contenuto violento, anche se qui, la violenza si fa più sorda e latente a discapito dell'elettrochoc che scuote il metraggio nella parte finale.
Lo si rammenta in modo evidente nella trappola tesa allo spettatore che costituiva l’eccessivo Funny Games, fino ad allora probabile miglior film del cineasta a cui Niente da Nascondere può rimandarsi, particolarmente nel suo incipit narrativo e visuale secondo il quale, in un mondo tentato dalla deriva della pubblica sicurezza, la barbarie proviene dal fuoricampo.
In Niente da Nascondere, la violenza non ha nome e d’altronde il cineasta si guarda bene dal dargliene uno in un epilogo risonante di ambiguità. La minaccia può venire da qualsiasi parte: da dietro una porta d’entrata (quando Georges – un eccellente Daniel Auteuil – va a rispondere alla porta, ci si attende per forza di veder spuntare due adolescenti armati), da un semplice scherzo raccontato durante una cena, o dal mondo che ci circonda.
Haneke, con la freddezza che lo denota, ausculta attraverso la prospettiva di questa coppia di divi un microcosmo nel quale il pericolo è perpetuo e rafforzato da una televisione che ci bombarda di telegiornali aggressivi e intollerabili, nei quali le ferite segrete e correlate alla Storia (l’Algeria) si riaprono 40 anni dopo.
Teorico dell’immagine, radiografo della società, il cineasta austriaco ha sempre collegato la Storia alla storia, in modo visuale o sensoriale, riferendosi, per esempio, in Funny Games, alla deriva di una famiglia con l’orrore dei campi nazisti. Qui, l’Irak, l’Afghanistan, e in fondo, come una vergognosa trappola che si chiude, l’annegamento di 200 “francesi dell’Algeria” a opera delle forze di polizia condotte da Papon nel 1961.
Fantasmi con cui i figli e i nipoti tornano a ossessionare i responsabili qualche decennio dopo? Haneke non dà una risposta e la coppia descritta non sembra mai divorata dal senso di colpa.
Allora chi è il responsabile del dramma sopraggiunto ai genitori del piccolo algerino che divideva la camera di Georges durante l’infanzia?
[modifica] Collegamenti esterni
- Scheda su Niente da nascondere dell'Internet Movie Database