Palazzo Venezia
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Palazzo Venezia, compreso tra Piazza Venezia e via del Plebiscito a Roma, fu iniziato di costruire nel 1455 e finito nel 1467 su commissione del cardinale veneziano Pietro Barbo, che in seguito divenne papa con il nome di Paolo II.
In diversi periodi successivi fu utilizzato, oltre che come residenza papale, come ambasciata del Repubblica di Venezia, da cui il nome del palazzo.
Dal 1797 passò in proprietà agli austriaci e dal 1916 allo stato italiano. Durante gli anni del fascismo, Mussolini pose qui la sede del proprio quartier generale, nella sala del mappamondo; la luce di questa stanza non veniva mai spenta a significare che il governo non riposava mai. Era dal balcone di questo palazzo che il duce arringava la folla nelle occassioni più importanti, come nel 1940 quandò, dichiarando la guerra alla Francia e al Regno Unito, decretò l'entrata in guerra dell'Italia.
La paternità del progetto del palazzo, che rappresenta uno dei primi e più importanti edifici civili della Roma rinascimentale, è incerta; per alcuni è da riferire a Leon Battista Alberti, per altri a Giuliano da Maiano, che sicuramente scolpì il portone principale del Palazzo.
Palazzo Venezia ospita il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, dove tra le altre opere si possono osservare sculture in terracotta di Gianlorenzo Bernini, e la biblioteca nazionale d'arte, che però attualmente è chiusa.
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