Regno di Sassonia
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Il Regno di Sassonia, esistito fra il 1806 ed il 1918, fu un membro indipendente della coalizione napoleonica che si battè nelle Guerre napoleoniche. Dal 1871 entrò a far parte dell'Impero tedesco prima di essere annesso alla Repubblica di Weimar nel 1918, dopo la fine della prima guerra mondiale. La sua capitale era Dresda.
[modifica] L'Era napoleonica e la confederazione tedesca
Prima del 1806 la Sassonia faceva parte del Sacro Romano Impero, un'entità vecchia di oltre mille anni che aspirò sempre ad essere un singolo stato ma che divenne molto decentralizzato attraverso i secoli. Il capo dell'Elettorato di Sassonia ebbe il titolo di principe-elettore per molti secoli. Quando il Sacro romano impero si dissolse, dopo la sconfitta inflittagli da Napoleone alla battaglia di Austerlitz, l'elettorato venne innalzato al rango di stato indipendente sotto l'influenza della Francia, la potenza dominante in Europa.
A seguito della sconfitta dei prussiani nella battaglia di Jena, i sassoni entrarono nella Confederazione del Reno, e vi rimasero fino a quando questa non si sciolse a seguito della disfatta napoleonica alla battaglia di Lipsia. Dopo la battaglia, nella quale la Sassonia, era stata l'unico stato tedesco ad aver combattuto con i francesi, il re Federico Augusto I di Sassonia pensò di aver perso il trono a seguito dell'invasione russa che mise sotto amministrazione controllata il suo regno. Questo probabilmente era più a causa del desiderio prussiano di annettere la Sassonia che per una punizione nei confronti di Federico Augusto, ed il fatto è dimostrato dal problema sassone al Congresso di Vienna. Alla fine, il 40% del regno, incluso lo storicamente significativo Wittenberg, casa della Riforma protestante, fu annesso alla Prussia, ma Federico Augusto fu ripristinato sul trono nel resto del suo regno nel quale rimanevano ancora le città di Dresda e Lipsia. Il regno si unì alla Confederazione tedesca, l'organizzazione nuova degli stati tedeschi che sostituiva il Sacro romano impero.
[modifica] La guerra austro-prussiana e l'Impero tedesco
Durante la guerra austro-prussiana del 1866, i sassoni si schierarono con gli austriaci ed il loro esercito fu generalmente visto come l'unico capace di apportare un certo aiuto all'Austria. La Sassonia aveva abbandonato la difesa del suo stesso territorio per congiungersi alle forze austriache in Boemia. Questo, probabilmente, preservò la Sassonia dalla sorte di tutti gli altri stati tedeschi del nord, alleati con l'Austria come il regno di Hannover, che furono annessi dalla Prussia alla fine della guerra. Gli austriaci ottennero dalla Prussia che la Sassonia fosse lasciata come stato indipendente. La Sassonia, nondimeno, si alleò all'alleanza prussiana, Confederazione del nord della Germania, l'anno successivo. Con la vittoria della Prussia sulla Francia nella guerra franco-prussiana del 1871, i membri della Confederazione vennero riuniti, da Otto von Bismarck nell'Impero tedesco con Guglielmo I imperatore. Giovanni I, come re sul trono, venne subordinato e dovette giurare fedeltà all'Imperatore, anche se lui, come gli altri principi tedeschi mantenne alcune delle prerogative di un sovrano, compresa la possibilità di intrattenere relazioni diplomatiche con gli altri stati.
[modifica] La fine del regno
Il nipote di Guglielmo I, imperatore Guglielmo II abdicò nel 1918 dopo la sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale. Il re Federico Augusto III di Sassonia finì con l'abdicare anch'egli e la Sassonia divenne lo Stato di Sassonia aderente alla Repubblica di Weimar.
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