Rodolfo II del Sacro Romano Impero
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Rodolfo II (Vienna, 1552 - Praga, 1612) fu Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1576 al 1611.
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[modifica] La Vita
I suoi genitori, l'imperatore Massimiliano II e Maria, erano cugini poiché figli rispettivamente di Ferdinando I e di Carlo V, fratelli. Ciò significa che Rodolfo era due volte bisnipote di Giovanna la Pazza: questa singolare ascendenza contribuì significativamente al diffondersi della sua fama di folle. All'età di undici anni approdò a Madrid, presso la corte dello zio Filippo II, molto più chiusa e conservatrice di quella su cui si sarebbe trovato a regnare. L'educazione bigotta maturò in lui una forma di tolleranza che si rivelò utile nella gestione dei rapporti tra le diverse religioni che animavano l'Impero. Rodolfo venne incoronato re di Ungheria nel 1572 e re di Boemia nel 1575: l'ascesa al trono imperiale giunse un anno dopo.
[modifica] Praga capitale dell'Impero
Il primo gesto, assai significativo, del suo impero fu quello di trasferire la corte da Vienna a Praga. Qui, rinchiuso nel castello di Hradschin sulla collina Hradcany, Rodolfo II si dedicò soprattutto al culto delle arti e delle scienze occulte. Ben presto da tutta Europa accorsero le figure più bizzarre a metà strada tra la scienza, la magia e la ciarlataneria: i nomi più significativi tra quelli che in questo periodo ruotano attorno all'imperatore sono quelli di Tycho Brahe e Johannes Kepler, astronomi/astrologi di grande fama; John Dee e Edward Kelly, il primo consigliere di Elisabetta I d'Inghilterra e il secondo sedicente medium; Giuseppe Arcimboldo, artista italiano autore di celebri ritratti fatti di oggetti e verdure e Michael Sendivogius, alchimista dalla vita tribolata.
[modifica] L'alchimista e il mecenate
Rodolfo II rivestì in realtà un doppio ruolo: quello di mecenate e quello di collezionista. Nelle raccolte custodite dalle Sale Spagnole trovarono spazio gli oggetti più disparati, in una smania enciclopedica che rimarrà la cifra emblematica dell'indole dell'Imperatore, melanconico di natura. Contrastanti sono i giudizi politici sul suo governo: Golo Mann, nella sua opera sul Wallenstein dice che egli "mandò in rovina l'eredità", pur riconoscendo che non mancava certo di "qualità squisite: dotato di un'intelligenza acuta, quando non veniva offuscata dall'impulso del momento, era consapevole, anche se troppo esasperatamente, della grandiosità del suo compito; era tenace e possedeva una finissima sensibilità per l'arte. Grazie alla sua presenza Praga divenne una metropoli, uno stimolante campo d'azione per persone di lingue diverse, dai talenti e dalle tendenze più disparate". In generale, pur essendo responsabile dell'introduzione nei domini asburgici della Controriforma, è da sottolineare come la sua gestione delle diverse anime religiose che distinguevano i sudditi dell'Impero rappresenti l'ultimo argine prima del dilagare dell'intolleranza che caratterizzerà la successiva Guerra dei Trent'Anni. In particolare, Rodolfo II ebbe rapporti con la comunità ebraica guidata, nella capitale boema, dal rabbino Loew; ma concesse altresì la libertà di culto agli "Ordini" ungheresi (1606) e a quelli boemi (1609), stilando la Lettera di Maestà.
[modifica] La malattia e l'abdicazione
L'aggravarsi della sua malattia mentale viene collocata da alcuni attorno al 1605. Il progressivo rinchiudersi in sé stesso dell'Imperatore coincise con una crescente diffidenza verso il mondo, e in particolare verso le aspirazioni del fratellastro Mattia. In breve tempo egli perse alcuni territori dell'Impero proprio a favore di quest'ultimo il quale dapprima fu nominato reggente d'Austria, poi di Ungheria e nel 1611 ascese al trono imperiale. Ciò accadde in seguito all'abdicazione di Rodolfo, ormai prossimo alla morte che infatti lo colse l'anno successivo.
[modifica] La Praga magica di Rodolfo
In ambito letterario, l'atmosfera magica che caratterizza i luoghi e i tempi rodolfini sono stati oggetto della narrazione di autori (tra gli altri) come Leo Perutz (Di notte sotto il Ponte di Pietra), Gustav Meyrink (L'Angelo della finestra d'Occidente), John Banville (La notte di Keplero) e Bruce Chatwin (Utz). Ciascuno di questi autori ha saputo raccontare un aspetto diverso della personalità del monarca, focalizzandosi di volta in volta su uno tra i suoi tanti interessi. Perutz narra del suo amore per la bella moglie del mercante ebreo Mordechai Meisl, e dei suoi rapporti con la comunità ebraica e in particolare con Rabbì Loew (il leggendario creatore del Golem); Meyrink racconta del suo rapporto con i già citati Dee e Kelly; Banville ce lo mostra interessato ai poteri delle stelle mentre disserta di matematica con Keplero e Brahe; Chatwin lo prende a modello in qualità di collezionista esemplare. Sul personaggio e sulla sua epoca sono stati prodotti anche alcuni saggi: in particolare vanno ricordati Rodolfo II d'Asburgo, l'enigma di un imperatore di R. J. W. Evans, e Praga Magica di Angelo Maria Ripellino (quest'ultima opera tratta solo in parte dell'argomento). Un saggio sulle collezioni imperiali è contenuto in "Tesori dei principi" di Geza Von Absburg. In ambito teatrale va ricordata l'opera "Bruderzwift in Habsburg" ("Una contesa tra fratelli nella casa d'Asburgo") di Franz Grillparzer (1948) che racconta proprio il tormentato rapporto tra Rodolfo e Mattia. In pittura, celebre è il ritratto dell'Imperatore nelle sembianze di Vertumno realizzato dal già menzionato Giuseppe Arcimboldo.
Predecessore: Massimiliano II |
Sacro Romano Imperatore 1576-1612 |
Successore: Mattia |
Re di Boemia 1575-1611 |
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Arciduca d'Austria 1572-1611 |
||
Predecessore: Massimiliano II |
Re di Ungheria 1572-1608 |
Successore: Stefan Batory |
Predecessore: | Re d'Italia | Successore: | |
Massimiliano II | 1575 - 1612 | Mattia |
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