Sacro Catino
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Storia di Genova |
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Il sacro catino è un oggetto conservato a Genova nel Museo del Tesoro della cattedrale di San Lorenzo.
I cattolici ritiengono che sia il piatto usato da Gesù Cristo durante l'Ultima Cena.
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[modifica] L'oggetto
Il catino è un vaso esagonale di materiale trasparente di un verde brillante. Nel tempo in cui venne portato a Genova si credette fosse di smeraldo. Il Sacro Catino si è rotto durante la permanenza francese (vedi prossima sezione) e ha subito vari restauri: il primo nel 1908, e l'ultimo nel 1951.
Lo studio dell'oggetto realizzato durante la permanenza in Francia da parte dell'Académie des sciences dell'Institut de France stabilì che è di cristallo bizantino e non di smeraldo. Gli studi seguenti hanno posdatato l'opera ritenendola un manufatto islamico del IX-X secolo.
[modifica] Tra storia e leggenda
La fonte di questa credenza è Jacopo da Varagine, il quale racconta nella Legenda Aurea che, durante la prima Crociata (XI secolo), i soldati genovesi al comando di Guglielmo Embriaco parteciparono alla presa della città di Cesarea (1101), entrando in possesso di quello che si riteneva fosse il piatto in cui mangiò Gesù nell'Ultima Cena.
L'arcivescovo Guglielmo di Tiro scrive nella seconda metà del XII secolo che i crociati avrebbero trovato in un tempio costruito da Erode il Grande il piatto di smeraldo e lo avrebbero comprato a caro prezzo. Lo rivendettero a caro prezzo ugualmente.
All'inizio del XIV secolo il cardinale Luca Fieschi ottenne il Catino in pegno del prestito di 9500 lire da lui fatto al Comune di Genova. Il comune riscattò il Catino nel 1327 e stabilì che in avvenire non potesse più essere impegnato né portato fuori dalla sacrestia della Cattedrale.
Il Boucicault, governatore francese di Genova, nel 1409 ne avrebbe tentato il furto. Nel 1470 Anselmo Adorno lo descrive con precisione, anche se poi lo confonde con il piatto nel quale era stata posta la testa del Battista, anch'esso conservato in San Lorenzo.
Alla fine del '400 si sparse la voce che anche Venezia stesse tentando il furto, e nel 1522 l'esercito di Luigi XII saccheggiò Genova, ma non riuscì ad impossessarsi del tesoro della Cattedrale sia per la resistenza dei preti sia perché il Comune pagò 1000 ducati al capitano che assediava la sacrestia.
Nel 1726 Gaetano di Santa Teresa lo dice alto otto once genovesi (16 cm) mentre quello esposto oggi è solo 9 cm. Ciò ha fatto pensare a qualcuno che per impedirne il furto ne sarebbe stata fatta una copia con delle misure diverse.
Quando Genova fu conquistata dai Francesi guidati da Napoleone Bonaparte il piatto fu portato a Parigi nel 1806, e quando il 14 giugno 1816 fu restituito ritornò a Genova rotto in 10 pezzi, di cui uno mancante.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
[modifica] Bibliografia
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Per approfondire, vedi la voce Genova/Bibliografia. |