Sweet Sixteen
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![]() |
|
Titolo originale: | Sweet Sixteen |
Paese: | Gran Bretagna |
Anno: | 2002 |
Durata: | 101' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Ratio: | 1.85:1 |
Genere: | drammatico |
Regia: | Ken Loach |
Sceneggiatura: | Paul Laverty |
Produzione: | Rebecca O'Brien |
|
|
Fotografia: | Barry Ackroyd |
Montaggio: | Jonathan Morris |
Musiche: | George Fenton |
Scenografia: | Martin Johnson |
Costumi: | Carole K. Millar |
Trucco: | Sarah Fidelo |
|
|
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Sweet Sixteen è un film diretto da Ken Loach nel 2002. Presentato al Festival di Cannes del 2002, la pellicola ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura, opera di Paul Laverty.
Indice |
[modifica] Trama
La mamma di Liam, Jean, è in prigione ma uscirà in tempo per festeggiare con lui il suo 16° compleanno. Stavolta Liam vuole che le cose vadano diversamente. Sogna una famiglia che non ha mai avuto, un nido sicuro lontano da perditempo quali il compagno di Jean, Stan e suo nonno, altro personaggio poco raccomandabile.
Prima di tutto deve racimolare qualche soldo, che non è cosa da poco per un adolescente senza un quattrino. Presto però gli insani progetti di Liam e dei suoi amici li cacciano in tutti i tipi di guai. Liam sa che è pericoloso spingersi oltre. Stavolta, però, sa anche di non poter tornare indietro...
[modifica] Note di regia
La genesi di Sweet Sixteen risale alla lavorazione di My Name is Joe. Immaginate una storia in cui dozzine di personaggi reclamano attenzione e ognuno grida "Scegli me, me!". Non possiamo ovviamente occuparci di tutti loro, altrimenti la storia crollerebbe. Tuttavia c’era un personaggio che non voleva assolutamente rassegnarsi. Pretendeva la nostra attenzione. Quel personaggio è Liam.
Fin dall’inizio, io e Ken eravamo d’accordo sul fare un’altra storia che riguardasse la sfera privata di un individuo, che raccontasse di come un giovane cerca di dare un senso alla propria vita. Un tema semplice e complesso al contempo. Gli amici, la famiglia e la comunità si relazionano o si scontrano l’uno con l’altro creando una infinita varietà di legami. Liam si trova in un momento delicato della sua vita. Alcune cose ancora non vanno, malgrado la sua assoluta determinazione a usare le sue grandi capacità e faccia tosta per farle funzionare.
Ciò che mi ha colpito, quando ho parlato con molti assistenti che lavorano con i bambini, è stato che, a prescindere dai problemi presenti nella vita familiare, la maggior parte di loro desidera ancora un legame con la madre. L’adolescenza possiede una marcia in più, un’energia speciale, esilarante ed esplosiva; coraggio e fragilità sono spesso due caratteristiche che facilmente si trovano l’una accanto all’altra. Volevamo cercare di catturare alcune di queste peculiarità nella nostra storia.
(Dichiarazione dello sceneggiatore Paul Laverty contenuta nella cartella stampa del film)
[modifica] Analisi critica
Il film, oltre ad essere uno spaccato della società dei quartieri suburbani, offre uno sguardo intenso alla psicologia adolescenziale, raccontandocene i bivi e le spregiudicatezze senza compromettere la specialità del regista: ossia l'analisi delle condizioni delle categorie "improduttive", spesso dimenticate e ghettizzate dalle politiche materialiste e disumane.
[modifica] Collegamenti esterni
Un'intervista con Ken Loach a proposito del film