Prigione
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La prigione, o carcere, è il luogo dove vengono trattenuti ("ristretti") individui privati della libertà personale in quanto riconosciuti colpevoli (o anche solo accusati - si parla in questo caso di "carcerazione preventiva") di reati che prevedono la detenzione.
Per estensione indica anche la pena inflitta ai prigionieri.
Indice |
[modifica] Il termine
Il termine indica, nell'uso corrente, sia una pena, che il luogo dove essa viene eseguita, sia una particolare tipologia edilizia destinata all'esecuzione della pena stessa.
Il termine “prigione” deriva dal latino “prehensio”, l'azione di catturare, mentre la parola “carcere”, bandita dal nuovo ordinamento penitenziario, deriverebbe dal latino “carcer”, che ha radice dal verbo “coercio” da cui il significato di luogo ove si restringe, si rinchiude ed anche si castiga e si punisce.
V’è, però, qualche voce discorde che vuole l’espressione “carcere” derivante dall’ebraico “carcar” (tumulare, sotterrare).
[modifica] La storia
Le prigioni nacquero, verosimilmente, col sorgere della civile convivenza umana e svolsero, inizialmente, la funzione di allontanare dalla vita attiva e separare dalla comunità quei soggetti che il potere dominante considerava minacciosi per sé e/o nocivi alla comunità stessa.
Le esigenze di costrizione finirono con l’imporre, immediatamente, sistemi durissimi, peraltro inaspriti nei luoghi ove l’esercizio del potere divino era affidato ai responsabili della cosa pubblica, poiché si riteneva che l’offesa arrecata dal reo si estendesse alla divinità. Le testimonianze più lontane che ci sono pervenute ci descrivono prigioni orrende, cieche, ricavate nelle profondità della terra.
Le prigioni vere e proprie, quali strutture apposite per la custodia di persone indesiderabili, entrarono, però, in uso probabilmente dopo l’origine della “città”. Per quanto delle prigioni si trovi già menzione nella Bibbia, le prime notizie abbastanza precise, relative ad esse, risalgono alla Grecia ed a Roma antiche.
Presso quei due popoli le prigioni erano composte da ambienti in cui i prigionieri erano protetti da un semplice vestibolo, nel quale, in taluni casi, avevano la libertà di incontrare parenti ed amici. Il carcere, comunque, non veniva mai preso in considerazione come misura punitiva, in quanto esso serviva in linea di principio “ad continendos homines, non ad puniendos”.
Alcuni studiosi ritengono che il principio finalistico del carcere, quale istituto di espiazione di pena, risalga alla Chiesa dei primi tempi della religione cristiana.
Il principio secondo il quale la pena deve essere espiata nelle carceri andrebbe fatto risalire, inoltre, all’ordinamento di diritto canonico, che prevedeva il ricorso all’afflizione del corpo per i chierici e per i laici che avessero peccato e commesso reati sulla base del principio che la Chiesa non ammetteva le cosiddette pene di sangue.
[modifica] Fenomenologia della prigione
[modifica] Condizioni dei detenuti
Nei carceri italiani la vita della grandissima maggioranza dei detenuti si svolge in uno spazio ristretto, chiuso e generalmente sovraffollato, nella privazione di ogni libertà personale, nella costante costrizione di chiedere permessi per ogni cosa (ricevere visite, posta, libri; fare acquisti all'interno), costantemente alla presenza di qualcuno, che siano compagni di cella o guardie (detti, nel gergo carcerario, "superiore"). Tutto vi è osservato e limitato e deve essere richiesto, atteso, controllato e autorizzato: il numero delle visite e l'identità dei visitatori, il cibo ricevuto come i libri e la biancheria.
Il lavoro in carcere è rarissimo, e non viene mai retribuito a tariffa sindacale, sia se è lavoro interno (pulizie, piccoli servizi), sia nei rari casi in cui produce per l'esterno.
La condizione generale del detenuto è quella di un essere umano che in quanto temporanteamente condannato alla privazione della libertà, è costretto a vivere in spazi spesso limitati e condivisi con molti altri detenutia con limitati contatti con il mondo esterno.
Il tasso di suicidi in carcere è particolarmente elevato: venti volte superiore a quello registrato nel mondo esterno. I suicidi si concentrano nei periodi iniziali e finali della pena, cioè quando l'individuo deve confrontarsi con la prospettiva del lungo tempo da trascorrere in reclusione ovvero di reinserirsi nella società da cui è stato separato e con cui ha ridotto drasticamente o eliminato del tutto i legami.
Una categoria particolare di detenuti è quella costituita dalle donne con figli di età inferiore a tre anni: i bambini, se non possono essere affidati diversamente, vivono in carcere con le madri, subendo le medesime restrizioni ma godendo delle necessarie attenzioni. Successivamente, qualora non fosse possibile applicare l'istituto giuridico dell'affidamento temporaneo di minore, saranno ospitati in orfanotrofi fino alla scarcerazione della madre, che per questo motivo può essere ridotta, od al raggiungimento della maggiore età.
[modifica] Costi
[modifica] Organizzazione
[modifica] Finalità
[modifica] Alternative
[modifica] Voci correlate
- Arresto
- Confino
- Ergastolo
- Esilio
- Libertà e diritti fondamentali
- Misure cautelari personali
- Polizia
- Trattamento penitenziario
- Scarcerazione
[modifica] Bibliografia
- Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene
- Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Torino, Einaudi 1976
- C. Brunetti - M. Ziccone, Manuale di Diritto Penitenziario, La Tribuna, Piacenza, 2005;
- C. Brunetti, Pedagogia penitenziaria, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2005.
- PEN, Scrittori dal Carcere - Antologia PEN di testimonianze edite e inedite, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 1998
- Carlo Maria Martini, Non è giustizia. La colpa, il carcere e la parola di Dio, Mondadori, Milano, 2003
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
- Comunità di Sant'Egidio. Amici in carcere
- Grafobit. Sezione su carcere e pena
- La gazza ladra. Sito a cura dei detenuti della Casa Circondariale di Novara
- Ristretti orizzonti. Pagine di cultura e informazione dalla Casa di Reclusione di Padova e dall'Istituto di Pena Femminile della Giudecca
- Il Due: Net magazine di San Vittore.
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