Takashi Miike
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Miike Takashi (三池崇史 Miike Takashi?) (Osaka, 24 agosto 1960) è un regista e sceneggiatore giapponese. Controverso e altamente prolifico, (nel 2001 e nel 2002 è stato accreditato per aver diretto non meno di 14 produzioni) è ormai riconosciuto da pubblico e critica internazionale come uno dei più talentuosi ed originali cineasti del panorama mondiale contemporaneo. Tra produzioni per sala, televisive e OAV, ha al suo attivo dal suo debutto nel 1991 più di 70 tra film ed episodi..
Si diploma alla Yokohama Vocational School of Broadcast and Film (Yokohama Hoso Eiga Senmon Gakko) ed inizia la carriera come aiuto-regista del pluripremiato regista giapponese Shoei Imamura. Esordisce alla regia nel 1991 con la produzione televisiva Rasuto ran: Ai to uragiri no hyaku-oku en - shissô Feraari 250 GTO.
Il talento del regista lo ha portato a dirigere ogni tipo di produzione, dai film solo per il mercato home video come Full Metal Yakuza e Kikoku a film per la TV come Sabu e Koshounin; Da seguiti di pellicole da lui non girate come Kishiwada shônen gurentai: Chikemuri junjô-hen (1997) e Kishiwada shônen gurentai: Bôkyô (1998) a blockbuster come Yôkai daisensô (2005); Da video musicali come Pandoora (2002) a serie televisive come Tajuu jinkaku tantei saiko - Amamiya Kazuhiko no kikan (2000) o "Urutoraman Makkusu" (2005); Dal Making Of Tsukamoto Shin'ya ga Ranpo suru (2000) al musical Katakuri-ke no kôfuku (2001); Da episodi come nel caso di Saam gaang yi (2004) - (il segmento "Box") o di Imprint, a remakes come Shin jingi no hakaba (2002).
Praticamente impossibile, e alquanto riduttivo, è inquadrare ogni suo film in un genere prestabilito, poiché è per profondità ed originalità, oltre che per una impressionante capacità di linguaggio cinematografico, che si distingue la sua produzione.
Molto spesso accetta progetti inquadrabili come tradizionali per il cinema giapponese, come i film di Yakuza, ma ne manipola le sceneggiature modificandole radicalmente, come nel caso di Dead Or Alive o di Deadly Outlaw: Rekka, uscendo completamente fuori da schemi cinematografici e cliché narrativi. Ha una spiccata predilezione per le attrezzature agili, come il 16mm o le videocamere digitali come la VX1000 della Sony.
Inizia a farsi notare sulla scena occidentale nel 2000 grazie al magnifico Audition, vincitore di numerosi riconoscimenti, tratto dal libro dello scrittore Ryu Murakami.
Il film che forse però segna la scoperta per un più grande pubblico in occidente del regista è Ichi the Killer (2001) (殺し屋１), un adattamento da un manga omonimo di Hideo Yamamoto: è la storia del rapporto fra lo yakuza Kakihara, interpretato da un ottimo Asano Tadanobu, e Ichi(traduzione: "Uno"),un imprevedibile e giovane assassino capace in preda a impressionanti crisi di disperazione di uccidere le sue vittime nella maniera più sanguinolenta e spietata. Data la quantità di sangue mostrato su schermo, durante la sua prima al Toronto International Film Festival del 2001, il pubblico in sala ricevette delle barf bags (i sacchetti per il vomito, come quelli degli aerei) con stampato il logo del film, come gadget promozionale.
In realtà il film è lungi dall'essere solo un prodotto per appassionati di "horror di serie B" che da tempo aspettano un nuovo messia del gore e già vedono (sminuendolo) Miike come tale. E' un profondo sguardo nell' inconscio di due personaggi unici e complessi, Kakihara e Ichi, scritti con profondità impressionante, del rapporto ambiguo che si viene a creare fra i due, di tutto il contorno di personaggi che si muovono intorno a loro e delle violenze che infliggono e subiscono. E' una corsa emozionante dai tratti umoristici neri ma anche drammatici, messo in scena in veste estrema e bizzarra e con un utilizzo sapiente della tecnica cinematografica al di fuori di ogni regola.
La maniera diretta e schietta con cui la violenza è presente e viene mostrata nei suoi film lo ha spesso visto al centro di critiche che lo accusavano di utilizzare scene violente gratuite solo per guadagnare attenzione. Al contrario, ogni suo film mette in scena qualsiasi manifestazione della corporeità dell' essere umano, in maniera diretta e esplicita e del tutto non gratuita ma profonda e sentita, sia esso il piangere che il secernere latte dal seno, il possedere carnalmente che l'abbracciare, il malmenare che il torturare, l'espellere seme che lo sputare, l'urlare che il partorire, il godersi del buon cibo e della birra ghiacciata che il ridere.
Da una parte solo alcune di queste espressioni, che molti cercano come facilmente fruibili e riducibili solo a "sangue e violenze", hanno però soddisfatto il feticismo di tutti quegli appassionati di horror che di fatto per primi hanno posto le basi del successo di pubblico di Miike in occidente - non a caso la sua finora unica produzione occidentale è Masters Of Horror - Imprint, Tarantino si vanta di essere un devoto fan di Ichi The Killer, e il suo primo ruolo di attore sempre in America è nel crudissimo e ultraviolento Hostel. Questo spiega come mai Miike viene da questa stessa parte di pubblico prima presentato come il regista di Ichi The Killer e Dead Or Alive, considerati i suoi "veri" film, e poi viene ricordato anche per i "normali" The Bird People In China e Koushounin, come per dimostrare che ogni tanto è capace di lavorare ed esprimersi per un pubblico più vasto. Dall' altra, quella critica che spesso cerca un approccio ultracerebrale, lo preferisce introdurre invece come il regista di impegnate e sperimentali visioni come "Visitor Q". Spesso dunque, da entrambe, vengono ignorati titoli magnifici come Kishiwada Shonen Gurentai - Bokyo o Nihon Kuroshakai - Ley Lines, considerati come grandi film da quel pubblico che invece apprezza la produzione di Miike nella sua totalità creativa.
In conclusione, tutto ciò è utile per introdurre ed evidenziare la molteplicità di livelli di fruizione dei suoi film, e quindi di fatto la loro ricchezza.
Il primo film di Miike ad arrivare sugli schermi cinematografici italiani è stato, nel 2004, The call - Non rispondere (Chakushin ari).
Alla 61a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, l'edizione del 2004, sono stati presentati fuori concorso due suoi film, il formidabile Izo che lo vede finalmente nella tanto attesa collaborazione con Takeshi Kitano nelle vesti di attore, e Three... Extremes, quest'ultimo un film collettivo a tre episodi diretti insieme ad altri due registi asiatici, Fruit Chan e Park-Chan Wook, mentre l'anno successivo torna alla 62a Mostra con la grande produzione Yôkai daisensô, sempre fuori concorso.
[modifica] Filmografia parziale
- Shinjuku Triad Society (1995)
- Fudoh: The New Generation (1996)
- Full Metal Yakuza (1997)
- Rainy Dog (1997)
- The Bird People in China (1998)
- Nihon Kuroshakai - Ley Lines (1999)
- Dead or Alive (2000)
- Audition (2000)
- City of Lost Souls (2000)
- Dead or Alive 2: Birds (2000)
- MPD - Psycho (Multiple Personality Detective): The Complete Miniseries (2000)
- The Guys from Paradise (2000)
- Visitor Q (2001)
- Ichi the Killer (2001)
- Agitator (2001)
- The Happiness of the Katakuris (2001)
- Dead or Alive: Final (2002)
- Shangri-La (2002)
- Graveyard of Honour (2002)
- Deadly Outlaw: Rekka (2002)
- Gozu (2003)
- Kikoku - Yakuza Demon (2003)
- Kôshônin - The Negotiator (2003)
- "The call - Non rispondere" (Chakushin ari) (2003)
- Three... Extremes (2004)
- Izo (2004)
- 4.6 Billion Years of Love - Big Bang Love: Juvenile A (2006)
- Scars of the Sun (2006)
- Ryû ga gotoku - Josho (2006)
- Sukiyaki Western Django (2007)
