Tonalità (musica)
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La tonalità costituisce l'insieme dei principi armonici e melodici che regolano i relativi legami tra accordi e/o note in un brano musicale.
Indice |
[modifica] Introduzione generale alla tonalità
Le note della scala, e gli accordi costruiti su di esse, obbediscono a delle leggi che li pongono necessariamente in relazione rispetto alla tonica (tonica è la nota che da il nome alla tonalità). Ciascuna nota o accordo della scala si trova quindi ad essere in qualche modo subordinata alla nota (o accordo) principale che appunto è la tonica. Tuttavia questa "subordinazione" non è univoca, ma vi sono gradi della scala paradossalmente più armonicamente forti della tonica stessa: la dominante (il V grado della scala) è capace di determinare o ribadire la tonalità in maniera assai più efficace della tonica. La successione dominante-tonica nella cadenza è considerata la successione armonica più importante di tutto il periodo tonale.
Generalmente per stabilire la tonalità di un brano ci si basa su diverse indicazioni:
- L'ultima nota (o accordo) del brano, che normalmente è la tonica (o l'accordo di tonica in stato fondamentale);
- La risoluzione di alcune note particolari che hanno una risoluzione obbligatoria.
La sensibile (VII grado della scala), ad esempio, ha risoluzione obbligata verso la tonica.
Ovviamente stabilire la tonalità di un brano in molti casi non è cosa così ovvia; tuttavia queste indicazioni pratiche trovano un notevole riscontro nei brani del periodo tonale.
La tonalità è scelta liberamente dal compositore del brano, spesso tenendo conto della difficoltà esecutiva o delle caratteristiche peculiari dello strumento e dell'organico di destinazione; si distingue in tono maggiore e tono minore, considerati reciprocamente "relativi". La tonalità prende il nome dal grado della scala cromatica che assume la massima importanza (centro tonale) nell'ambito della composizione:
Do-Do#(Reb)-Re-Re#(Mib)-Mi-Fa-Fa#(Solb)-Sol-Sol#(Lab)-La-La#(Sib)-Si |
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Tono maggiore e tono minore possono essere applicati a partire da ognuna delle note della scala, generando così 24 tonalità: quando si utilizza (come è la norma nelle composizioni moderne) la scala temperata, che divide l'ottava in 12 semitoni uguali, alcune tonalità assumono lo stesso nome (tonalità enarmoniche), com'è ad esempio il caso di Do# e Reb. All'interno del brano la tonalità può cambiare e questo processo prende il nome di modulazione. I cambi tonali sono normalmente temporanei: così, nella composizione tonale, il trattamento da parte dell'autore dell'allontanamento del brano dal centro tonale e il suo ritorno ad esso costituisce gran parte del carattere del brano.
[modifica] Storia
Il periodo che viene definito tonale è normalmente compreso tra il XV secolo (Barocco) e il XIX secolo. In precedenza la musica era definita modale ed era basata sugli otto modi di origine benedettina, suddivisi in quattro modi autentici (Dorico, Frigio, Lidio, Misolidio) e quattro modi plagali (Ipodorico, Ipoionico, Ipofrigio, Ipomisolidio). Nel corso dei secoli i compositori hanno concentrato la propria attenzione armonica sui gradi "più forti" in senso tonale. Questa attenzione ha sviluppato nel corso dei secoli un notevole allargamento delle possibilità armoniche di questi gradi. Nel corso del XIX secolo l'allargamento della tonalità raggiunge il suo massimo livello: i compositori, dopo aver esplorato tutti gli ambiti delle tonalità, iniziano a cercare nuove forme di espressione, introducendo il concetto di atonalità, ovvero di assenza della tonalità. Nel XX si assiste pertanto a nuove espressioni prodotte da avanguardie come la Scuola di Darmstadt, e tecniche come la serialità, la dodecafonia, il pancromatismo, il minimalismo, la musica elettronica nelle sue varie forme.
[modifica] Il tono maggiore
Il tono maggiore utilizza una scala con una precisa sequenza di toni e semitoni:
tono-tono-semitono-tono-tono-tono-semitono |
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che applicato a partire dalla nota Do genera la seguente scala di Do Maggiore:
Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si |
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Ogni nota acquista un nome che ne indica la funzione, nell'ordine:
Tonica-Sopratonica-Mediana-Sottodominante-Dominante-Sopradominante-Sensibile |
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Tale successione può essere applicata partendo da qualsiasi nota, trasponendo sempre il medesimo ordine di toni e semitoni - caratteristica peculiare del sistema tonale, mentre il sistema modale prevede differenti ordini di toni e semitoni a seconda della nota di partenza.
Avremo così partendo dalla nota Re la scala di Re Maggiore:
Re-Mi-Fa#-Sol-La-Si-Do# |
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Le due note alterate, Fa e Do innalzati da un diesis, sono necessarie per mantenere la successione di toni e semitoni indicata. Poiché si tratta alterazioni fisse per tutta la durata del brano, verranno indicate stabilmente ad inizio del rigo subito dopo la chiave musicale, formando la cosiddetta "armatura di chiave".
[modifica] Il tono minore
Il tono minore utilizza due scale, una detta "melodica", usata dalle voci nei passaggi melodici:
tono-semitono-tono-tono-tono-tono-semitono |
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che applicato a partire dalla nota La genera la scala melodica di La Minore:
La-Si-Do-Re-Mi-Fa#-Sol# |
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In questo caso per mantenere la struttura di toni e semitoni si introducono ben due alterazioni alla scala minore naturale (La-Si-Do-Re-Mi-Fa-Sol), necessarie per ottenere il semitono finale detto sensibile, nota cardine dell'armonia occidentale. La particolarità della scala minore melodica sta nell'avere come successione ascendente quella suindicata, mentre la successione discendente ritorna alla scala minore naturale:
La-Sol-Fa-Mi-Re-Do-Si-La |
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Esiste una seconda scala minore detta "armonica" , usata per la formazione degli accordi, che si differenzia per la sesta nota, mantenendo però lo stesso schema sia in ascesa che in ritorno:
tono-semitono-tono-tono-semitono-(tono+semitono)-semitono |
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La-Si-Do-Re-Mi-Fa-Sol#-La - La-Sol#-Fa-Mi-Re-Do-Si-La |
Nella musica popolare e moderna (soprattutto nel jazz) la scala utilizzata nel modo minore è molto spesso quella utilizzata nel modo dorico, ottenuta suonando una scala maggiore a partire dal secondo grado. Ad esempio la scala di Re minore dorico:
tono-semitono-tono-tono-tono-semitono-tono |
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Re-Mi-Fa-Sol-La-Si-Do-Re |
Nella musica moderna in generale, i modi minori sono tutti caratterizzati dalla distanza di terza minore (tre semitoni) del terzo grado della scala e dalla presenza di un intervallo di un tono tra settimo e ottavo grado della scala (settima minore).
[modifica] Le 24 tonalità inclusi i toni omologhi
Note alla tabella:
- I diesis (#) si segnano in armatura di chiave secondo l'ordine fa-do-sol-re-la-mi-si, pertanto quando indicato "4 #" si intende l'armatura con fa#-do#-sol#-re#.
- L'ordine dei bemolli (b) è si-mi-la-re-sol-do-fa, pertanto "3 b" indica in armatura di chiave sib-mib-lab.
- Dove indicato "quasi inutilizzato" si intendono tonalità di rara applicazione e solitamente momentanea, che per mantenere la corretta successione di toni e semitoni utilizzano i simboli di "doppio bemolle" o "doppio diesis" che esulano dall'armatura di chiave.
- La tonalità minore dorica è indicata in corsivo e tra parentesi, nella forma più usata e senza citare omologhi.
Tonalità maggiori | Tonalità minori | Armatura di chiave |
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do maggiore | la minore (Re minore dor.) | nessuna alterazione in chiave |
do# maggiore o reb maggiore | la# minore o sib minore (Mib minore dor.) | 7 # o 5 b |
re maggiore | si minore (Mi minore dor.) | 2 # |
re# maggiore (quasi inutilizzato) o mib maggiore | do minore (Fa minore dor.) | 3 b |
mi maggiore | do# minore o reb minore (Fa# minore dor.) | 4 # o b |
fa maggiore | re minore (Sol minore dor.) | 1 b |
fa# maggiore o solb maggiore | re# minore o mib minore (Lab minore dor.) | 6 # o 6 b |
sol maggiore | mi minore (la minore dor.) | 1 # |
sol# maggiore (quasi inutilizzato) o lab maggiore | fa minore (Sib minore dor.) | 4 b |
la maggiore | fa# minore o solb minore (Si minore dor.) | 3 # o |
la# maggiore (quasi inutilizzato) o sib maggiore | sol minore (Do minore dor.) | 2 b |
si maggiore o dob maggiore | sol# minore o lab minore (Do# minore dor.) | 5 # o 7 b |