Ulrike Meinhof
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Ulrike Meinhof (7 ottobre 1934, Oldenburg - 9 maggio, 1976, Stoccarda) fu una militante della sinistra radicale tedesca, che cominciò la sua lotta come giornalista. Ebbe numerosi e fervidi contatti con l'intellighenzia letteraria tedesca (notevole il saggio di Heinrich Böll su di lei, inoltre con Hans Mayer, Marcel Reich-Ranicki).
Inizialmente fu coinvolta nel movimento anti-nucleare e fu editrice del giornale radicale Konkret. Sposò Klaus Rainer Röhl, un militante comunista, nel 1961 ed ebbe due figlie, Bettina e Regine, il 21 settembre, 1962.
Divorziata nel 1968, aumentò il proprio impegno politico e venne coinvolta in gruppi estremisti con base a Berlino. Nel 1970, sempre più frustrata per l'inerzia e la poca forza ribelle dei gruppi radicali e della sinistra, aiutò il terrorista e rapinatore Andreas Baader a fuggire dalla prigione e prese parte con lui a furti e attentati a impianti industriali e basi americane. Il gruppo fu rapidamente denominato Banda Baader-Meinhof dalla stampa tedesca. Spesso viene accomunato alla Rote Armee Fraktion, ma si tratta di una imprecisione, in quanto la Meinhof non ebbe ruolo nell'organizzazione del gruppo terrorista.
Ulrike Meinhof scrisse molti dei trattati e dei manifesti che il gruppo produsse, incluso quello sul concetto di guerriglia urbana, descrivendo quello che chiamava sfruttamento dell'uomo comune da parte dell'imperialismo dei sistemi capitalisti.
Catturata nel 1972 a Langenhagen nelle vicinanze di Hannover, fu condannata a 8 anni di prigione durante il processo preliminare. Durante il processo che l'avrebbe condannata al carcere a vita, fu trovata morta nella sua cella, il 9 maggio 1976, impiccata al soffitto. Il governo tedesco affermò che si fosse suicidata, cosa che venne appurata anche da una commissione indipendente. Molta gente, tuttavia, ritiene che sia stata uccisa, insieme ad alcuni suoi compagni tra cui Baader, in una sorta di esecuzione sommaria da rappresentanti dei servizi segreti tedeschi.
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