Università degli Studi di Napoli "Federico II"
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Università degli Studi di Napoli "Federico II" | |
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Nome latino | |
Motto | Ad Scientiarum Haustum et Seminarium Doctrinarum |
Fondazione | 1224 |
Tipo | Statale |
Facoltà | Agraria, Architettura, Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Scienze Biotecnologiche, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Scienze Politiche, Sociologia |
Rettore | Prof. Guido Trombetti |
Sede | Napoli, Italia |
Altre sedi | Portici (NA) |
Studenti | 96,400[1] studenti (2006) |
Staff | (2006) |
Affiliazioni | |
Sport | CUS (sito) |
Sito | unina.it |
L'Università degli Studi di Napoli "Federico II", principale ateneo parteneopeo, è la più antica università statale e laica del mondo.
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[modifica] Storia della "Federico II"
L'Università degli Studi di Napoli fu fondata dall'imperatore del Sacro Romano Impero e re di Napoli e Sicilia Federico II di Svevia il 5 giugno 1224 tramite un editto (la generalis lictera) spedito da Siracusa. Poiché l'ateneo fu creato per volere stesso dello "Stupor Mundi" (così venne definito Federico per via della sua passione per il sapere), l'Università di Napoli è considerata in assoluto la prima Università di tipo statale (non fondata, cioè, da corporazioni o associazioni di intellettuali, ma bensì da un sovrano). Due furono i motivi principali che spinsero l'imperatore all'edificazione dello studium generale (l'Università principale del Regno di Sicilia): in primo luogo la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis e quindi la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell'ordinamento statale e nell'esecuzione delle leggi; in secondo luogo agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, evitando loro inutili e costosi viaggi all'estero. La scelta della sede cadde su Napoli per motivi non solo culturali (la città aveva avuto una lunga tradizione in merito, specie in epoca virgiliana) ma anche geografici ed economici (i traffici via mare, il clima mite e la posizione strategica all'interno del regno furono, in un certo modo, determinanti).
Inizialmente gli studi furono indirizzati verso il diritto (fondamentale per la formazione dei giuristi), le arti liberali, la medicina e la teologia: quest'ultima, rispetto alle altre materie, venne insegnata presso sedi religiose, in particolare nel convento di San Domenico Maggiore, dove insegnò dal 1271 al 1274 Tommaso d'Aquino. Inoltre, durante il periodo angioino, l'Università di Napoli, a differenza delle altre, restò indipendente dal potere papale. Le prime difficoltà arrivarono con l'avvento del dominio aragonese nel 1443, che di fatto costrinsero l'ateneo ad una prima chiusura. L'Università fu riaperta nel 1465, a seguito di un intesa tra re Ferdinando il Cattolico e papa Paolo II, salvo poi essere nuovamente chiusa nel 1490. Si dovette aspettare il 1507 affinché lo studium partenopeo riaprisse i battenti, ricominciando dal convento di San Domenico Maggiore, che ne fu la sede per tutto il Cinquecento. In seguito, nel 1616, fu realizzata la costruzione, ad opera dell'architetto Giulio Cesare Fontana e per ordine di Don Pedro Fernando de Castro, conte di Lemos e viceré di Napoli, del Palazzo degli Studi (ora sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli), edificato appositamente per ospitare l'Università .
Durante il Seicento l'Università visse, al pari degli altri atenei europei, un lungo periodo di decadenza, cosicché a Napoli cominciarono a sorgere scuole private e collegi ecclesiastici, che a poco a poco si affiancarono ad essa togliendole spazio. Solo a partire dal Settecento, prima con gli Asburgo e poi con i Borboni, l'ateneo fridericiano ricevette una grande spinta in senso positivo da parte delle autorità ; è in questo periodo che il filosofo Giovanbattista Vico insegnò nell'Università partenopea.
Nel 1777 la sede fu trasferita al Convento del Salvatore, dove prima risiedeva il Collegio dei Gesuiti, in seguito alla dissoluzione e all'espulsione dell'ordine religioso per volere di re Carlo III di Borbone. Per tutta la seconda metà del 18° secolo, l'ateneo divenne il fulcro della cultura del regno borbonico, anche perché vi furono molti docenti (tra cui Antonio Genovesi) che vissero appieno nell'ambiente illuministico. Da lì partì quel movimento di intellettuali che diede vita ai moti del 1799 e alla (breve) esistenza della Repubblica Partenopea. Nonostante ciò, le scuole private ritornarono in auge, divenendo la struttura portante dell'istruzione nell'Italia meridionale dalla Restaurazione sino all'Unità d'Italia. Per tale motivo, l'Università di Napoli ebbe delle gravi conseguenze nel momento in cui, dopo la nascita del Regno d'Italia, dovette uniformarsi alla legge Casati, rivelando forti disparità rispetto alle altre sedi italiane, proprio a causa della numerosità di istituti privati concorrenti. Per merito di leggi specifiche, volte a standardizzare le Università italiane, come il Decreto Legge del 30 maggio 1875 (emanato da Ruggiero Bonghi) e il Regolamento del 1876 (emanato da Michele Coppino), l'ateneo partenopeo riuscì ad abbattere tali diversità , già evidenziate nel 1860 dal direttore generale della Pubblica Istruzione Francesco De Sanctis, che contribuì energicamente al suo ammodernamento. Nel 1884, dopo una violenta epidemia di colera e rendendosi conto che la struttura del Convento del Salvatore era ormai inadeguata, l'Università fu spostata, grazie ad iniziative di rinnovamento urbano, nella nuova sede di Corso Umberto I, dove tuttora risiede.
A cavallo tra Ottocento e Novecento il prestigio dell'Università di Napoli aumentò, in particolare in ambito scientifico, mentre in quello giuridico ebbe dei grossi limiti, poi superati grazie alla legge Gentile, che modificò alla radice l'intera struttura scolastica italiana. Nuove difficoltà di carattere edilizio ed organizzativo afflissero l'ateneo sia durante il ventennio fascista sia durante la II guerra mondiale, in cui l'Università fu colpita violentemente da un'incendio appiccato dalle truppe tedesche il 12 settembre 1943. Nel dopoguerra, in seguito all'evoluzione moderna del modello universitario in generale, l'Università degli Studi di Napoli divenne l'ateneo più importante d'Italia per numero di iscritti, secondo solo a quello di Roma. Il 7 settembre 1987 assunse l'attuale denominazione, con l'aggiunta del nome del fondatore, dal momento che 2 anni più tardi, nel 1989, da una parte di essa venne fondata la Seconda Università di Napoli.
[modifica] Organizzazione
L'Ateneo federiciano (o fridericiano) è composto da 13 facoltà . Per permettere una corretta gestione dell'enorme quantitativo di personale docente, studente e tecnico-amministrativo, l'Ateneo è diviso in 3 poli fondamentali. Tutte le facoltà , tranne quella di Scienze biotecnologiche, appartengono a un polo
[modifica] Polo delle Scienze e delle Tecnologie
Il Polo delle Scienze e delle Tecnologie con sede a Monte Sant'Angelo, nel quartiere Soccavo, comprende le facoltà di:
Il Polo delle Scienze e delle Tecnologie è il principale punto di riferimento per le attività di ricerca per l'innovazione tecnologica, ed ha diretti rapporti con le principali istituzioni di ricerca, come il CNR e l'ENEA.
La Facoltà di Ingegneria dell'Università di Napoli Federico II è nella classifica delle 100 migliori Scuole di Ingegneria del Mondo. E' la classifica dell'Institute of Higher Education di Sghangai[2]. Fra le prime 100, sono 21 le Scuole Europee. Solo due quelle Italiane: Politecnico di Torino e la Federico II di Napoli
[modifica] Polo delle Scienze Umane e Sociali
Afferiscono al Polo delle Scienze Umane e Sociali, con sede nel centro di Napoli, le facoltà di:
[modifica] Polo delle Scienze e delle Tecnologie per la Vita
Al Polo delle Scienze e delle Tecnologie per la Vita, con sede presso il nuovo policlinico (retto dall'Azienda ospedaliera universitaria Federico II, già Azienda universitaria policlinico), afferiscono le facoltà di:
[modifica] Personalità di spicco che hanno studiato o insegnato alla Federico II
- Nicola Abbagnano, filosofo
- Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Dottore della Chiesa
- Antonio Aliotta, illustre filosofo cui è intitolato il Dipartimento di Filosofia
- Renato Caccioppoli, illustre matematico al quale è intitolato il Dipartimento di Matematica e Applicazioni
- Cosimo Campanelli, filosofo italiano
- Luciano De Crescenzo, scrittore laureato in Ingegneria
- Francesco De Martino, eminente giurista, intellettuale e uomo politico
- Gaetano Filangieri, giurista e pensatore
- Antonio Genovesi, scrittore di filosofia ed economia politica
- Marcello Gigante, grecista e papirologo
- Paolo Emilio Imbriani, letterato, umanista e poeta
- Antonio Labriola, filosofo
- Ettore Majorana, fisico
- Giorgio Napolitano, attuale Presidente della Repubblica Italiana
- Luigi Napolitano, illustre matematico al quale è dedicato il Dipartimento di Progettazione Aeronautica; è in corso un dibattito per dedicargli la Facoltà di Ingegneria
- Luigi Nicolais, ministro della Funzione Pubblica e dell'Innovazione
- Umberto Nobile, del quale è presente un busto presso la facoltà di Ingegneria a piazzale Tecchio
- Mauro Picone, matematico (maestro di Caccioppoli)
- Vincenzo Salemme, attore e regista
- Roberto Saviano, scrittore
- Giuseppe Tesauro, giurista e presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato
- San Tommaso d'Aquino, teologo
- Giovanbattista Vico, filosofo
- Vincenzo Vitiello, filosofo
[modifica] Note
[modifica] Collegamenti esterni
[modifica] Sito istituzionale
[modifica] Siti delle FacoltÃ
- Facoltà di Agraria
- Facoltà di Architettura
- Facoltà di Economia
- Facoltà di Farmacia
- Facoltà di Giurisprudenza
- Facoltà di Ingegneria
- Facoltà di Lettere e Filosofia
- Facoltà di Medicina e Chirurgia
- Facoltà di Medicina Veterinaria
- Facoltà di Scienze Biotecnologiche
- Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Facoltà di Scienze Politiche
- Facoltà di Sociologia
[modifica] Siti dei Dipartimenti
- Dipartimento di Discipline Storiche E. Lepore
- Dipartimento di Informatica e Sistemistica della Facoltà di Ingegneria
- Dipartimento di Ingegneria Agraria e Agronomia del Territorio
- Dipartimento di Ingegneria Chimica
- Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e della Produzione
- Dipartimento di Ingegneria dei Trasporti "L. Tocchetti"
- Dipartimento di Ingegneria Economico-Gestionale
- Dipartimento di Ingegneria Edile
- Dipartimento di Ingegneria Elettrica
- Dipartimento di Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni
- Dipartimento di Ingegneria Geotecnica
- Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Ambientale "Girolamo Ippolito"
- Dipartimento di Ingegneria Meccanica per l'Energetica
- Dipartimento di Ingegneria Navale
- Dipartimento di Ingegneria Strutturale
- Dipartimento di Matematica e Applicazioni "Renato Caccioppoli" della Facoltà di Ingegneria
- Dipartimento di Progettazione Aeronautica della Facoltà di Ingegneria