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Vitis - Wikipedia

Vitis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Vite

Frutti di Vitis vinifera
Classificazione scientifica
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Rhamnales
Famiglia: Vitaceae
Genere: Vitis
L., 1753
Specie
  • Vitis acerifolia
  • Vitis aestivalis
  • Vitis amurensis
  • Vitis arizonica
  • Vitis x bourquina
  • Vitis californica
  • Vitis x champinii
  • Vitis cinerea
  • Vitis x doaniana
  • Vitis girdiana
  • Vitis labrusca
  • Vitis x labruscana
  • Vitis monticola
  • Vitis mustangensis
  • Vitis x novae-angliae
  • Vitis palmata
  • Vitis riparia
  • Vitis rotundifolia
  • Vitis rupestris
  • Vitis shuttleworthii
  • Vitis tiliifolia
  • Vitis vinifera
  • Vitis vulpina
Segui il Progetto Forme di Vita

La vite (Vitis, L.) è un genere di pianta arbustiva rampicante della famiglia delle Vitacee, anticamente chiamata Ampelidacee, diffusamente coltivata per il suo frutto a grappolo, l'uva, utilizzato sia per alimentazione che, principalmente, per la produzione del vino. Esistono numerose varietà coltivate di vite chiamate vitigni: Cabernet-Sauvignon, Chardonnay, Merlot, etc. La coltura della vite, o viticoltura, è sviluppata nel mondo su una superficie di circa 8 millioni di ettari e permette di produrre circa 300 milioni di ettolitri di vino l'anno.

Il nome scientifico della specie più nota è Vitis vinifera L..
La vite è una specia coltivata fin dall'antichità in Europa, in Asia orientale (Medio Oriente), nel Caucaso e nel nord dell'Africa, ma che può trovarsi anche allo stato spontaneo. La vite si è successivamente diffusa in tutti i continenti, in particolare in America del nord (California), del sud (Argentina, Cile), in Australia, in Sudafrica e in Cina.

[modifica] Le differenti specie

Vitis vinifera
Vitis vinifera

Il genere Vitis comprende numerose specie:

  • Vitis vinifera, la vitis vinifera è una specia coltivata fin dall'antichità;

Altre specie, prevalentemente selvatiche, sono :

  • Vitis labrusca, la vite americana (in inglese fox grape, in quanto l'uva ha un gusto "selvatico" poco apprezzato in Europa);
  • Vitis riparia;
  • Vitis rupestris;
  • Vitis berlandieri (o Vitis cinerea).

Poco sensibili alla fillossera, un afide parassita che attacca le viti europee, queste specie, così come i loro ibridi, vengono utilizzate sia come porta-innesto (arbusto su cui innestare le barbatelle dei vitigni), sia come incrocio con alcune varietà di Vitis vinifera per la produzione di uva da vino.
L'uva della Vitis labrusca, e dei suoi ibridi con Vitis vinifera, può essere vinificata e si ottengono vini come il Fragolino (al sapore di fragola) o il Clinton, che fino a pochi anni fa erano prodotti tipici locali del Nord-Est d'Italia.

Vista la concorrenza che questi vini a basso costo ed alta produttività (e limitata qualità), procuravano al mercato dei vini di alta qualità e costo prodotti dalla vite europea (Vitis vinifera) l'Unione Europea ne ha vietato la produzione.

Risulta sostanzialmente come non documentata la nocività dei vini prodotti, in modo adeguato, da viti diverse dalla vinifera per cui è da ritenersi che le misure siano soprattutto di protezione nei confronti di materie e prodotti ritenuti di minor valore.

Oggettivamente la produzione di vini da vitigni diversi dalla vinifera dà spesso prodotti di modesta qualità, sia per le diverse caratteristiche organolettiche oggettive (ad esempio, il sapore volpino), che per la scarsa tenuta all'invecchiamento. La correzione di queste caratteristiche si pratica da un lato con procedimenti tesi a limitarle fino a dove possibile, ed in seguito con aggiunte come la zuccheratura (aggiunta di zuccheri o melasse) o altri cottettori ed additivi, non previsti per la vinifera.

D'altra parte gli stessi Stati Uniti e l'Australia distinguono nettamente tra i loro vini di alta qualità originati da vitigni di Vitis vinifera, di cui sono tra i maggiori produttori mondiali, ed i vini, prodotti marginalmente da viti autoctone americane o da ibridi. Ciò non toglie che, in condizioni commerciali particolari, in assenza di alternative ragionevoli per il clima, i vitigni americani o gli ibridi relativi sono coltivati per la vinificazione con discreti risultati in diversi paesi, come gli Stati Uniti, il Canada, Nuova Zelanda ed in Svizzera.

In Svizzera, vista la resistenza naturale di Specie o ibridi diversi dalla vinifera agli infestanti, (soprattutto crittogame) recati dal clima, i vitigni ibridi interspecifici americani o le viti americane, sono diventate i vitigni d'elezione per l'agricoltura biologica; tra i vini ottenuti: il Marechal Foch, il Regent ed il Vidal Blanc.

[modifica] Descrizione

La vite è una pianta arborea rampicante che per crescere si attacca a dei sostegni (tutori) mediante i viticci; se la pianta non viene potata può raggiungere altezze notevoli attaccandosi agli alberi; è dotata di un apparato radicale molto sviluppato, che può superare anche i 10 metri di lunghezza.
Sopra le radici si trova il fusto, da cui si dipartono i tralci.
Le foglie, a nervatura palmare, sono costituite da cinque lobi principali più o meno tagliati con forma di cuore alla base.

Infiorescenza
Infiorescenza

I fiori sono molto piccoli, di colore verdastro e raggruppati in grappoli.
I frutti sono delle bacche (acini) di forma e colore variabile: bianchi, gialli, viola o neri, raggruppati in grappoli.
L'acino, che è l'involucro del seme, è costituito dalla buccia, dalla polpa e dal vinacciolo (il seme).
Per identificare un dato vitigno è necessaria una accurata descrizione della forma delle foglie e dei frutti (grappoli); di questo si occupa l'ampelografia, dal greco ampelos (vite) e grafia (scrittura).

[modifica] Coltura

La pianta della vite si adatta in genere ad ambienti con condizioni di clima e di terreno molto diversi tra loro, ma in genere, soprattutto per la produzione di uva da vino, esistono alcune limitazioni. Le zone di coltivazione devono trovarsi comprese quasi esclusivamente fra il 30° ed il 50° grado di latitudine nord e sud, e ad un'altitudine tra il livello del mare ed i 1000 metri circa. La temperatura non deve mai essere inferiore ai 15 °C sotto lo zero. I terreni possono essere di varia tessitura (da argillosa a sabbiosa. La vite si adatta anche a terreni di limitata fertilità e tollera contenuti medio elevati di calcare. L'esposizione migliore è a sud, preferibilmente in zone collinari. La pianta della vite ha un ciclo biologico (vita) della durata di circa 40 anni; per i primi tre anni la pianta non è produttiva, il periodo migliore per la produzione di uva da vino va dal quinto al venticinquesimo anno. Non è comunque raro trovare vigne molto vecchie che forniscono ancora un ottimo prodotto. La vite ha un ciclo vegetativo annuale suddiviso in periodi; ogni periodo prende il nome di "fase fenologica".

[modifica] Uso

  • Produzione di vino (vinificazione)
  • Produzione di derivati della vinificazione:
  • Produzione di uva da tavola
  • Produzione di uva passa
  • Produzione di bevande a base di uva
  • Prodotti alimentari:
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici - Leggi il disclaimer

[modifica] Proprietà medicinali

  • Il decotto foglie giovani raccolte da maggio ad agosto, ed essiccate al sole, hanno proprietà astringenti per la presenza di tannino
  • Le foglie fresche per uso esterno sono curative delle malattie cutanee
  • Il decotto di foglie per uso esterno serve per irrigazioni, impacchi e lavaggi
  • I frutti raccolti quasi a maturazione hanno proprietà rinfrescante, disintossicante, diuretica, depurativa del sangue, idratante, vitaminica, energetica, contro l'acidosi, stimolante la digestione, lassativa e antireumatica
  • Il succo deli acini d'uva filtrato, serve per uso esterno per curare pelli grinzose e come maschera di bellezza
  • Il decotto di uva passa secca (uva sultanina, zibibbo, malaga, uva di Corinto) ha proprietà emollienti, bechiche ed espettoranti
  • Il vino d'uva bevuto con moderazione ai pasti, ha un'azione diuretica, tonica, digestiva, antianemica
  • L'uva ben matura consumata come frutta da mensa, viene utilizzata per la cura dell'uva o ampeloterapia, nelle persone defedate, anziani e bambini, colpiti da varie malattie.

Recente è l'isolamento di un fenolo (stilbene) composito derivato dalle bucce e dai semi, il Resveratrolo che sembra avere in natura proprietà protettive ed antimicotiche (antimuffa) nell'acino.

Per la salute umana il Resveratrolo ha presentato spiccate attività antinfiammatorie ed antinvecchiamento, risulta inoltre essere un potente antiossidante, (antiteratogeno), agisce come fluidificante del sangue ed ha una notevole attività a prevenire i trombi e, unica sostanza nota, a rimuovere attivamente le placche occludenti i vasi.

Il contenuto nell'uva (parte commestibile), è massimo principalmente nelle bucce. Il contenuto varia molto in funzione della varietà; nei derivati succhi e vino, è solo nelle parti che prevedono la macerazione delle bucce da cui è estratto. Data la concentrazione relativamente bassa nel vino è sconsigliato farne uso terapeutico in questo senso.

I derivati dal Resveratrolo sono prodotti farmaceutici.

[modifica] Avversità

  • Insetti
    • Coleotteri:
      • Altica - gli adulti e le larve di Haltica lythri Aubé ssp. ampelophaga Guér., si nutrono delle foglie
      • Anomala - il genere Anomala vitis F., provoca erosioni dei tessuti internervali delle foglie
      • Bostice dai sei denti - Sinoxylon sex-dentatum Oliv., le larve e gli adulti scavano gallerie dirette in tutti i sensi interessando l'intero spessore dei rametti che possono facilmente spezzarsi.
      • Gramignuolo - le larve di Cebrio gigas F., si nutrono dell'apparto radicale distruggendolo in breve tempo
      • Oziorrinco - gli adulti di Otiorrhynchus sulcatus L., erodono i germogli, le foglie e le radici; le larve si nutrono delle radici
      • Rizotropo - le larve di Amphimallus soltitialis L. erodono le radici
      • Scarabeo - le larve di Phyllognathus silenus F. si nutrono dell'apparato radicale delle piantine da poco messe a dimora
      • Scrivano - gli adulti di Adoxus obscurus L., si nutrono delle foglie provocando erosioni irregolari e tortuose; attaccano anche gemme e germogli provocandone il disseccamento; le larve si nutrono delle giovani radici
      • Sigaraio - le femmine di Byctiscus betulae L. formano con le foglie arrotolate dei nidi a forma di 'sigaro', in cui depongono le uova, le larve si nutrono dei tessuti fogliari che formano la parte interna del nido
    • Ditteri:
      • Cecidomia - le larve di Dichelomyia oenophila Heihm., causano galle fogliari di colore rosso, di aspetto convesso su entrambe le pagine fogliari, con il lato inferiore peloso e forato, un'attenta osservazione delle galle evita di confonderle con quelle di Fillossera
    • Emitteri:
      • Cicalina - gli adulti di Emposca flavescens Fabr., con le sue punture causa l'arresto della maturazione dell'uva e una scarsa lignificazione dei tralci
      • Cocciniglia bianca - adulti e neanidi di Diaspis pentagona Targ. si sviluppano sulle parti epigee della pianta nutrendosi della linfa, formano sui tralci legnosi dense croste di follicoli pluristratificati
      • Cocciniglia cotonosa - adulti e larve di Pseudococcus citri Risso, colpiscono tutti gli organi erbacei e legnosi, causando anche danni indiretti sui grappoli, in quanto gli escrementi favoriscono lo sviluppo di fumaggine
      • Cocciniglia nera - adulti e neanidi di Targionia vitis Sign., invadono il tronco e i tralci ricoprendoli quasi totalmente e insinuandosi nelle screpolature della corteccia
      • Cocciniglia a virgola - adulti e neanidi di Mytilococcus ulmi L., attaccano i giovani tralci e le foglie.
      • Fillossera - le femmine fondatrici di Phylloxera vastatrix Planc. nate in primavera da un uovo ibernante, provocano sulle foglie una galla che sporge nella pagina inferiore in cui depone le uova, da cui nascono le neogallecole-gallecole che invadono la parte epigea della pianta provocando la formazione di numerose galle, in cui depongono a loro volta le uova, da cui nascono soprattutto a fine estate nuovi individui chiamati neogallecole-radicicole che si calano nel terreno invadendo le giovani radici provocandovi numerose nodosità, in prossimità dell'autunno le forme radicali depongono delle uova che danno origine alle sessupare alate che sciamano e sono in grado di deporre uova da cui nascono individui maschi o femmine che accoppiandosi danno vita all'uovo che iberna, da cui in primavera nascerà la femmina fondatrice. Questo ciclo è completo solo sui vitigni americani mentre sulla vite europea manca la fase epigea e si sviluppano solo le forme radicicole che ibernano sulle radici.
      • Pulvinaria - le larve di Pulvinaria vitis L., invadono foglie e giovani rametti, mentre gli adulti invadono i tralci più grossi
    • Lepidotteri:
      • Bombice dispari - le larve di Lymantria dispar L. si nutrono del lembo fogliare
      • Minatrice - le larve giallicce di Holocacista rivillei (Staint.) vivono nel parenchima fogliare scavando gallerie sempre più grandi fino a formare una grande camera, dove si incrisalida
      • Rodilegno rosso - le larve di colore rosso-vinoso di Cossus cossus L. provocano numerose gallerie sotto la corteccia che finiscono per congiungersi formando ampie camere che raggiungono il cilindro centrale
      • Tignole - le larve di Polychrosis botrana Schiff. e Clysia ambiguella Hb. colpiscono il grappolo in tutte le fasi di maturazione, provocando il disseccamento dei fiori e erodendo gli acini, distruggendo i grappoli
      • Tortrice - le verdi larve di Spargonothis pilleriana Schiff. si nutrono delle foglie, delle gemme, dei fiori e dei germogli, avvolgendoli con fili sericei
  • Acari:
    • Eriofide - l'attacco di Eriophyes vitis Land., provoca sulle foglie bollosità sporgenti sulla pagina superiore a cui corrisponde una fitta peluria sulla pagina inferiore, dove si nasconde l'acaro; l'attacco ai grappoli causa la caduta degli acini
    • Ragnetto giallo - l'attacco di Eotetranychus carpini f. vitis Dosse, provoca la morte dei coni gemmari, la frastagliatura delle foglie, l'accorciamento degli internodi, l'ingiallimento e arrossamento internervale e seccume delle foglie
  • Nematodi:
    • Anguillula radicicola - l'attacco di Meloidogyne sp., causa numerosi ingrossamenti sul fitone e le radici secondarie, dalle galle originarie, che vanno da dimensioni di pochi mm a circa 1 cm, il parassita si diffonde internamente attraverso i vasi, o attraverso il terreno infettando altre piante
  • Funghi:
    • Antracnosi - l'attacco di Gloeosporium ampelophagum (De By.) Sacc. , colpisce le foglie determinando piccole aree secche isolato o confluenti bordate di nero-violaceo; i tralci colpiti presentano tacche circolari depresse, di colore brunastro e consistenza cuoiosa; gli acini infettati si spaccano facilmente favorendo la proliferazione di 'muffa grigia'
    • Mal dell'esca - l'attacco di Stereum hirsutum (Wild.) Pers. , causa la morte più o meno repentina dell'intera pianta, alterando i tessuti legnosi ad esclusione dello strato esterno
    • Muffa grigia - l'attacco di Botrytis cinerea Pers. , è limitato al grappolo, ed è favorito dalle lesioni presenti sugli acini, che assumono una colorazione marrone ricoprendosi di una patina feltrosa di colore grigiastro
    • Oidio - sulle foglie attaccate da Uncinula necator Schw. , si possono osservare zone sfumate decolorate ricoperte da una efflorescenza biacastra, gli acini colpiti presentano lesioni reticolate nella buccia e nella polpa
    • Peronospora - le foglie attaccate da Plasmopara viticola (B. & C.) Berl. & De Toni , presentano in un primo momento delle macchie traslucide, dette macchie d'olio ricoperte sulla pagina inferiore da abbondante muffa di colore biancastro, successivamente disseccano; i giovani tralci erbacei colpiti assumono consistenza molliccia e successivamente la necrosi dei tessuti; i grappoli attaccati in qualunque fase della fioritura, disseccano in tutto o in parte
  • Batteri:
    • Rogna - il fusto e i rami colpiti da Agrobacterium tumefaciens (Smith & Town.) Conn., presentano ampi tumori che fuoriescono dal ritidoma, l'infezione è favorita da ferite occasionali (per agenti atmosferici) o provocate da interventi di potatura
  • Virus:
    • Arricciamento - insieme di ceppi virali diversi, con attacchi contemporanei o sequenziali con specifica sintomatologia:
      • Arricciamento vero e prorio - l'infezione provoca un aspetto cespuglioso delle piante, accorciamento degli internodi, che assumono un andamento a zig-zag con nodi spessi e biforcati; le foglie assumono un aspetto prezzemolato e asimettrico, con riduzione della superficie e presenza di cordoni endocellulari nel floema e nello xilema, i grappoli colpiti hanno una scarsa allegagione, acinellatura e irregolare maturazione degli acini
      • Mosaico giallo - le foglie colpite presentano sul lembo e le piccole nervature, macchie variamente estese di colore giallino successivamente brunastro, con caduta anticipata, i grappoli colpiti rimangono piccoli e danno una produzione scarsa
      • Scolorazione perinervale - si presenta con bande clorotiche ai lati delle nervature, i grappoli colpiti rimangono piccoli e danno una produzione scarsa, la diffusione del virus è favorita da materiale di moltiplicazione infetto e da nematodi del genere Xiphinema
    • Accartocciamento - le foglie colpite, manifestano d'estate, l'accartocciamento del bordo verso il basso e una consistenza pergamenacea, assumendo una colorazione rossastra o clorotica; le piante colpite ritardano la maturazione degli acini, con scarsa invaiatura delle uve rosse
    • Suberosi corticale- provoca l'inspessimento e la spugnosità della corteccia, con fessurazioni longitudinali e irregolare lignificazione dei tralci
    • Legno riccio - l'infezione provoca l'ispessimento della corteccia con scanalature superficiali del cilindro legnoso, dove si formano protuberanze costolute e crestiformi, le piante colpite hanno vegetazione stentata, e muoiono dopo poche stagioni
  • Colpo di sole - l'irradiazione solare eccessiva provoca la comparsa di macchie brunastre sugli acini, che presentano la buccia raggrinzita e con vistose spaccature
  • Danni da freddo - l'abbassamento drastico delle temperature provoca la necrosi delle gemme, il rammollimento dei germogli e necrosi parziale o totale dei tralci

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • Billiard Raymond, La vigne dans l'antiquité, Lardanchet, Lyon 1913
  • Cavazza Domizio, Viticoltura, in Nuova enciclopedia agraria italiana, Torino 1914
  • Dion Roger, Histoire de la vigne et du vin en France, des origines au XIX siècle, Sevin & cie, Paris 1959
  • Garoglio Pier Giovanni, Trattato di enologia. Enciclopedia viti-vinicola moderna, 5 voll., Il progresso vinicolo ed oleario, Firenze 1943
  • Manzi Luigi, La viticoltura e l'enologia al tempo dei romani, Er. Botta, Roma 1883
  • Marescalchi Arturo, Dalmasso Giovanni, Storia della vite e del vino in Italia, 3 voll., Unione Italiana Vini, Milano 1931-33-37
  • Saltini Antonio, Per la storia delle pratiche di cantina. parte I, Enologia antica, enologia moderna: un solo vino, o bevande incomparabili?, in Rivista di storia dell'agricoltura, XXXVIII, n. 1, giu. 1998, parte II, La tradizione enologica italiana dal ritardo secolare alle ambizioni di eccellenza, in Rivista di storia dell'agricoltura, XXXVIII, n. 2, dic. 1998
  • Saltini Antonio, Storia delle scienze agrarie. Venticinque secoli di pensiero agronomico Prefazione di Ludovico Geymonat Edagricole (1979)

[modifica] Collegamenti esterni

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