Atomismo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'atomismo è quella teoria, già elaborata molti secoli prima di Cristo, secondo la quale la materia è costituita da elementi microscopici, indivisibili e impercettibili contenuti nello spazio infinito, considerato vuoto. Queste sostanze elementari indivisibili o atomi (dal Greco: a-tomòs, indivisibile) compongono la materia percettibile.
Tradizionalmente si considera fondatori dell'atomismo Leucippo (V secolo AC) e il suo discepolo Democrito, dai quali discende la scuola denominata "atomismo antico".
L'atomismo viene in seguito ripreso da Epicuro e dalla sua scuola durante l'epoca ellenistica.
L'atomismo è considerata da molti imprescindibile dal materialismo in quanto Democrito ed Epicuro, fra i promotori di tale teoria, rigettano ogni tentativo di distinzione fra trascendente e immanente.
Indice |
[modifica] Democrito e Platone
Per precisare meglio i rapporti che intercorrono fra atomismo e materialismo, è utile analizzare le differenze fra la filosofia platonica e quella democritea, intesa come contrapposizione fra idealismo e materialismo. Platone nutrì forti sentimenti di riluttanza nei confronti dell'atomismo e di Democrito: la contrapposizione dei due risiede nel fatto che Democrito propende per una concezione di necessità del reale, mentre Platone per il fine verso cui converge il reale. Pertanto sembra inadeguato e meramente semplicistico interpretare l'atomismo democriteo come una forma di proto materialismo. Esiste anche una complementarità tra i due filosofi: l'atomismo democriteo postulava l'esistenza di due realtà (lo spazio vuoto e gli atomi) per superare i paradossi di Zenone sulla natura del movimento; Platone riusciva a fondare l'esistenza del non-essere (e dunque delle due realtà prime di Democrito) in senso relativo ad un unico essere parmenideo.
Sia lo spirito che la materia sono parimenti composti atomici. "Nulla si crea e nulla si distrugge", infatti la genesi del tutto è data dall'aggregazione casuale degli atomi (clinàmen ovvero una deviazione dalla traiettoria ideale rettilinea e parallela seguita dagli atomi) e la fine dalla dispersione nello spazio degli stessi, in un contesto di perenne riciclo di tutta la materia.
[modifica] L'Atomismo a Roma
L'Atomismo si diffuse anche a Roma grazie soprattutto al De rerum natura di Lucrezio, epicureista di concezione. Se Epicuro introduce alla teoria democritea il concetto di peso dell'atomo e di Clinàmen o declinazione, lo stesso Democrito può essere considerato un precursore delle teorie galileane. Diceva infatti che solo le determinazioni quantitative possono essere attribuite all'atomo e non le qualitative.
Per quanto riguarda i contributi eleatici alla teoria atomistica, possiamo dire che Democrito riprende la concezione dell'essere come "pieno" e del non-essere come 'vuoto'. Bisogna fare attenzione però: sia l'essere ovvero gli atomi che 'esistono', sia il vuoto ovvero il non-essere, il quale permette la genesi e la disgregazione della materia, vengono considerati ambedue reali.
[modifica] L'Atomismo nel Medioevo
Nel Medioevo assistiamo ad un quasi completo abbandono delle teorie atomistiche, poiché vennero considerate una forma di materialismo. Venne adottato invece il pensiero di Aristotele, che nei "minima naturalia" espose il concetto di differenza qualitativa fra i corpuscoli e la divisibilità all'infinito della materia.
[modifica] Evoluzione post-medievale dell'atomismo
La teoria atomistica venne ripresa da grandi filosofi rinascimentali quali Giordano Bruno e Nicolò Cusano e dai pionieri della rivoluzione scientifica come Galilei e Robert Boyle nella seconda metà del XVII secolo. Bisognerà attendere la fine del 1700 affinché la teoria atomistica acquisisca un carattere puramente scientifico con gli esperimenti di William Prout e John Dalton che misurarono indirettamente le proprietà dell'atomo.
[modifica] Voci correlate
Storia della filosofia | Filosofi | Discipline filosofiche | Opere filosofiche