Bisettrice
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In geometria, la bisettrice è il nome dato a un piano o linea o anche segmento, utilizzati per la bisezione di un'entità geometrica, come una retta o un angolo, in due parti uguali (come dice la radice del nome bi, cioè due).
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[modifica] Retta bisettrice
Nella geometria euclidea, la retta bisettrice si può caratterizzare anche come il luogo dei punti del piano equidistanti da una coppia di rette. Se queste sono incidenti, si hanno due bisettrici perpendicolari fra loro; se, invece, sono parallele, si avrà allora un'unica bisettrice anch'essa parallela alle due e ivi compresa a metà strada.
In un riferimento cartesiano, date le equazioni identificative delle due rette
abbiamo che Ax + By + C = 0 rappresenta l'equazione della\delle bisettrice\i, con:
[modifica] Bisettrice dell'angolo
In geometria, la bisettrice è la semiretta che divide l'angolo in due settori congruenti.
Può essere idealmente considerata come l'asse di simmetria dell'angolo, che divide l'angolo iniziale di ampiezza α in due angoli di eguale ampiezza α / 2.
Alcune proprietà geometriche della bisettrice:
- Le bisettrici di due angoli opposti al vertice sono semirette opposte, che giacciono sulla stessa retta.
- Analogamente, le bisettrici di due angoli esplementari sono semirette opposte.
(Due angoli esplementari hanno ampiezza α e 360° - α, quindi le due bisettrici formano un angolo di ampiezza α / 2 + (360 − α) / 2 = 180). - Le bisettrici di due angoli supplementari adiacenti sono perpendicolari.
(Due angoli supplementari hanno ampiezza α e 180° - α, quindi le due bisettrici formano un angolo di ampiezza α / 2 + (180 − α) / 2 = 90).
[modifica] Costruzione con riga e compasso
Il problema di trovare la retta bisettrice di due rette date è un problema che si può risolvere con delle costruzioni con riga e compasso. La bisettrice di un angolo può essere infatti costruita, così come mostra Euclide[1], con riga e compasso secondo i seguenti passaggi:
- Puntando il compasso nel vertice O, con raggio a piacere, con un arco si individuano due punti A e B sui lati dell'angolo;
- Tracciando due circonferenze centrate in A e in B, sempre con raggio AB, si trovano i punti C e C' di intersezione fra le due;
- Si traccia infine una retta r da O passante per C: questa è la bisettrice.
La bisettrice in pratica viene trovata come la perpendicolare del punto medio di AB (punti 2 e 3) i cui estremi sono equidistanti dal vertice O (punto 1).
Per verificare che la retta r, così ottenuta, sia effettivamente la bisettrice di aOb occorre dimostrare che gli angoli al vertice siano congruenti e di ampiezza
I punti A e B appartengono alla medesima circonferenza con centro in O, il che significa che OA e OB possono essere considerati come i lati congruenti di un immaginario triangolo isoscele AOB, avente base AB, da cui discende per le proprietà del triangolo che gli angoli alla base sono congruenti:
La retta r, per la sua costruzione, è perpendicolare al punto medio di AB, per cui divide l'isoscele in due triangoli rettangoli, che avendo quindi due angoli e un lato congruenti, per il secondo criterio generalizzato di congruenza, avranno pure i due angoli al vertici congruenti:
da cui per la somma degli angoli interni:

Il problema analogo in cui date due rette si cercano altre due rette che dividano l'angolo compreso in tre parti uguali (il problema della trisezione dell'angolo) si può dimostrare essere insolubile mediante costruzioni con riga e compasso.
[modifica] Angolo concavo
La bisettrice ovviamente esiste e può essere costruita anche per gli angoli concavi: è la semiretta opposta alla bisettrice costruita per l'angolo esplementare a quello dato.
[modifica] Proprietà
[modifica] Luogo dei punti equidistanti
- Dimostrazione
Se individuiamo due generici puntie
sui lati dell'angolo tali per cui le relative distanze dalla si intersechino in
sulla bisettrice, per verificare il teorema occorre che i segmenti
e
siano congruenti.
Per loro definizione una distanza forma un angolo retto con la base, ragione per cuie
sono anche i cateti di due distinti triangoli rettangoli, aventi
come ipotenusa e un angolo al all'origine; essendo quindi le ipotenuse e, per la dimostrazione di sopra, almeno uno degli angoli acuti congruenti, per il terzo criterio di congruenza dei triangoli rettangoli, anche i cateti
e
, ovvero le distanze, risultano
.
Talvolta questo teorema viene espresso in maniera generica senza precisare la natura dell'angolo, lasciando con ciò intendere che sia valido anche per gli angoli concavi, cosa però impossibile in quanto le distanze dei lati vengono proiettate in dono da essere divergenti rispetto la bisettrice. Ovviamente esiste comunque un luogo dei punti equidistanti dal lati ma è esterno alla porzione di piano dell'angoli interessato, in quanto si trova nell'angolo esplementare a quest'ultimo, dove le distanze risultano convergenti.
[modifica] La bisettrice nel triangolo
Nel triangolo, per bisettrice di un angolo non s'intende solitamente più la semiretta che lo divide, ma il tratto di questa retta che congiunge il vertice col lato opposto; si tratta dunque di un segmento di cui è possibile determinare lunghezza.
Si è soliti, poi, distinguere la bisettrice a seconda se cada fuori o dentro il perimetro del triangolo considerando interna la bisettrice giace internamente al perimetro, ed esterna, la bisettrice che invece congiunge il vertice al prolungamento del lato opposto, in altre parole la bisettrice dell'angolo esterno che è sempre esterna al perimetro del triangolo.
Vi sono inoltre diverse proprietà legate alle bisettrici:
- La bisettrice interna ed esterna del medesimo vertice formano tra loro un angolo retto (vedi sopra), e sono entrambe equidistanti dai lati adiacenti o dai loro prolungamenti[2].
- In qualsiasi triangolo, le bisettrici interne si congiungono tutte e tre in un unico punto, incentro, interno al poligono e equidistante dai lati del triangolo, mentre le bisettrici esterne si congiungono a coppie, assieme al prolungamento della bisettrice interna del terzo vertice, in un punto esterno (ex-incentro) al perimetro equidistante dal loro lato comune e dai prolungamenti degli altri due lati.
- la bisettrice interna e quella esterna del medesimo vertice incontrano il lato opposto e il suo prolungamento in due punti, le cui distanze dagli estremi di quest'ultimo stanno fra loro come i lati adiacenti, questa proprietà è in parte riassunta nel teorema della bisettrice.
[modifica] Teoremi legati alle bisettrici interne
[modifica] Primo teorema
-
Tutte le bisettrici interne s'intersecano in un unico punto, detto incentro, equidistante da ciascun lato del triangolo.
Il teorema afferma che le bisettrici interne sono segmenti concorrenti in quanto si incontrano in un unico punto all'interno del triangolo. L'unicità di tale punto è poi avvalorata anche dal fatto di essere l'incentro del triangolo, ovvero il centro della circonferenza inscritta nel poligono (unica per sua definizione) e quindi equidistante da tutti i lati del triangolo, condizione necessaria per soddisfarle contemporaneamente tutte e tre le bisettrici, le quali però, come sappiamo, sono equidistanti soltanto rispetto i lati del proprio vertice.
Il prolungamento della bisettrice, oltre il lato opposto, e quindi all'infuori dell'area poligonale, permette poi a quest'ultima di congiungersi sempre con le bisettrici, ma esterne, degli altri vertici in un secondo punto, detto ex-incentro, che ha questa volta la proprietà di essere equidistante dal lato opposto e dai prolungamenti degli altri due lati.
[modifica] Teorema della bisettrice
Dato il triangolo ABC e AL la sua bisettrice interna in A, deve valere la seguente proporzione:
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- Dimostrazione
Si considerino i triangoli ALC e ABL componenti ABC, avendo la stessa altezza, le loro aree staranno nel medesimo rapporto delle basi LC e LB[3], i due segmenti evidenziati dalla bisettrice; date, però, le proprietà di quest'ultima, anche che in L, i due triangoli avranno la medesima altezza[4], ragione per cui le loro aree staranno ancora nello stesso rapporto delle basi ora rappresentate da CA e AB, lati del triangolo iniziale.
Essendo dunque costante entrambe le volte il rapporto ed essendo sempre le stesse aree possiamo scrivere che:Cvd.
Può essere interessante notare che data la divisione del terzo lato in segmenti proporzionali agli altri due, è possibile determinare la lunghezza del semiperimetro sommando un lato al segmento opposto rispetto la bisettrice; si può avere dunque che: CA + LB = AB + LC = P / 2
Corollario
-
Ogni bisettrice è divisa dalle altre interne in due segmenti che stanno fra loro come i lati del vertice alle porzioni omolaterali[5] che individua sul lato opposto.
Poiché le bisettrici si incontrano in un unico punto e ognuna di queste evidenzi due triangoli complementari, il precedente corollario non è niente di più che una semplice applicazione del teorema ai triangoli da loro creati, e permette di evidenziare i seguenti rapporti:
[modifica] Formulario
Formule geometriche:
Formule trigonometriche:
[modifica] Teoremi legati alle bisettrici esterne
[modifica] Primo Teorema
Proprio come le bisettrici interne anche le esterne sono equidistanti da entrambi i lati del vertice, anche se uno di questi è rappresentato da un suo prolungamento, è quindi ovvio che, in analogia all'incentro, pure il punto d'incontro di due bisettrici esterne sia dunque equidistante dal lato comune ai vertici come alle proiezione dei lati rimanenti; così come non deve stupire il fatto che per tale punto passi pure la bisettrice interna del terzo vertice.
[modifica] Teorema della bisettrice (esterna)
È un teorema simile a quello della bisettrice interna, che afferma che data la bisettrice esterna del vertice A questa incontra il prolungamento del lato opposto, BC, in un punto H, tale che HC e HB stanno tra loro come i lati CA e AB.

Il teorema non è, però, sempre applicabile, mentre, infatti, la sua validità può essere verificata per tutti e tre vertici di un triangolo scaleno, nel caso dei triangoli isosceli si limita ai soli angoli congruenti (in genere quelli alla base), poiché le due bisettrici esterne del terzo vertice sono parallele.[8] al lato opposto, ed è addirittura inapplicabile per i triangoli equilateri.
[modifica] Note
- ↑ La costruzione della bisettrice è spiegata alla IX proposizione del I libro degli Elementi
- ↑ Le bisettrici di un triangolo sono pur sempre segmenti di bisettrici di angolo e perciò implicite le stesse proprietà di sopra
- ↑ ALC e ABL hanno la stessa altezza del triangolo originario rispetto alle basi LC e LB; considerando quindi A1 e A2 le loro basi si ha
- ↑ Siccome la bisettrice è equidistante dai lati in ogni sui punto, in L la distanza del vertice dai lati AC e AB, ora basi di ALC e ABL deve essere la stessa
- ↑ Il lato e il segmento che si trovano dalla stessa parte, destra o sinistra, rispetto la bisettrice
- ↑ Il teorema è applicabile solamente alla bisettrice esterna dalla parte del lato più corto del vertice, in quanto solo da questa parte la bisettrice e il prolungamento sono convergenti.
- ↑ Nell'impostazione della relazione, occorre prestare attenzione a quale dei due lati è quello più corto, onde evitare di invertire erroneamente il rapporto fra le coppie di segmenti.
- ↑ Nel triangolo isoscele la bisettrice interna, del vertice avente i lati uguali, corrisponde con l'altezza, le bisettrici esterne dunque, essendo perpendicolari all'altezza risultano parallele al lato opposto