Bugatti EB110

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Bugatti EB110

Bugatti EB110 SS

Premio Auto dell'anno nel

[[]]

Costruttore

Bugatti

Descrizione generale
Tipo	Coupé
Inizio produzione	1991
Sostituisce la:	[[]]
Fine produzione	1995
Sostituita da:	Bugatti Veyron
Stelle EuroNCAP:	[[Immagine:{{{stelle}}}-Sterne Crashtest.jpg\|100px\| ]]

Altre caratteristiche

Dimensioni e pesi
Lunghezza	4.404 mm
Larghezza	1.940 mm
Altezza	1.130 mm
Passo	mm
Peso	da 1.420 a 1.620 kg
Altro
Altre versioni
Progetto	[[]]
Design	Marcello Gandini
	per Bertone
Altre antenate
Altre eredi
Della stessa famiglia
Concorrenti	Ferrari F40 Lamborghini Diablo Jaguar XJ220 Cizeta Moroder V16 McLaren F1
Esemplari prodotti	126
Note
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La EB110 era un'autovettura sportiva prodotta tra il 1991 ed il 1995 dalla Casa automobilistica Bugatti, durante la sua breve gestione italiana.

[modifica] Storia

Nel 1963 la Bugatti terminò la sua produzione automobilistica, che negli ultimi 15 anni si mantenne a livelli precari, proponendo auto di scarsissimo successo commerciale. Tale rapido declino avvenne anche a causa della morte di Ettore Bugatti, la cui mancanza contribuì non poco al tramonto della Casa francese che fu assorbita nel 1963 dalla Hispano-Suiza.

Ma nel 1989 il nome Bugatti fu rispolverato dall'imprenditore italiano Romano Artioli, che ne acquisì i diritti e si mise immediatamente al lavoro per la realizzazione di una "supercar" che potesse rivaleggiare con le migliori produzioni di quel periodo. Gli stabilimenti per la realizzazione di questa vettura non erano più in Francia, ma a Campogalliano (MO). Nel 1990 la vettura era già pronta, ma fu presentata ufficialmente solo nel settembre del 1991. L'anno della presentazione fu scelto perché nel 1991 ricorrevano i 110 anni dalla nascita di Ettore Bugatti, di cui "EB" sono le iniziali. Da ciò derivava quindi anche la denominazione ufficiale della vettura: EB110. La vettura era un mostro di potenza e di tecnologia: era di fatto una berlinetta in grado di rivaleggiare (se non addirittura di surclassare) alcune delle migliori supesportive di allora, come la Lamborghini Diablo e la Ferrari F40.

La EB110 era una berlinetta sportiva proposta in due varianti: la GT e la SS, la prima da 550 CV e l'altra da addirittura 650 CV. La EB110 GT raggiungeva una velocità massima di 342 km/h, ma se questi dati erano già di per sé impressionanti, lo erano ancora di più sulla versione SS, che fermava l'ago del tachimetro a ben 351 km/h, con una accelerazione da 0 a 100 km/h in solo 3.3 secondi. Tali prestazioni erano rese possibili sulla SS, oltre che dal potentissimo motore, anche dal contenimento del peso.

Nonostante le potenzialità enormi della vettura i risultati non furono eclatanti: solo 95 GT e 35 SS furono vendute, anche a causa dell'elevatissimo prezzo di listino: 742 milioni delle vecchie lire per la GT e addirittura un miliardo di vecchie lire per la SS.

Nel 1995 la EB110 fu tolta di produzione: nello stesso anno, a causa delle enormi spese sostenute per la EB110 e per il prototipo della EB112, mai realizzato in serie, si concluse la parentesi italiana della Bugatti, che chiuse i battenti. Sarebbe stata rilevata qualche anno dopo dalla Volkswagen.

[modifica] Meccanica

La EB110 era un capolavoro di meccanica: il suo cuore era un 12 cilindri a V di 60°, sistemato in posizione posteriore centrale longitudinale. Tale propulsore era dotato di distribuzione a due alberi a camme in testa per bancata, con 5 valvole per cilindro, ed aveva una cilindrata di 3500 cc esatti. Era anche provvisto di un massiccio sistema di sovralimentazione, consistente in ben 4 turbocompressori IHI. La trazione era integrale, con ripartizione della coppia motrice al 73% sul retrotreno e al 27% sull'avantreno. L'impianto frenante era anch'esso di prim'ordine, avvalendosi di dischi Brembo. La massa della GT era di 1620 kg, che divennero 1420 sulla più leggera e più prestante SS. Tutto ciò andava a poggiare su un telaio di derivazione aeronautica, progettato appositamente per questa supercar. Nell'ultimo periodo della sua produzione, un esemplare di EB110 GT fu modificata per funzionare a metano, in maniera tale da dimostrare l'infondatezza di chi ritiene che una simile alimentazione penalizzasse enormemente le prestazioni stradali. La velocità di punta raggiunta fu di 340 km/h, solo 2 in meno rispetto alla GT a benzina.