Carbonia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![]() |
|||
---|---|---|---|
![]() |
|||
Stato: | ![]() |
||
Regione: | ![]() |
||
Provincia: | Carbonia-Iglesias | ||
Coordinate: |
|
||
Altitudine: | 111 m s.l.m. | ||
Superficie: | 145,63 km² | ||
Abitanti: |
|
||
Densità: | 209,07 ab./km² | ||
Frazioni: | Bacu Abis, Barbusi, Corongiu, Cortoghiana, Flumentepido, Genna Corriga, Is Gannaus, Medau Desogus, Serbariu, Sirri, | ||
Comuni contigui: | Gonnesa, Iglesias, Narcao, Perdaxius, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Tratalias | ||
CAP: | 09013 | ||
Pref. tel: | 0781 | ||
Codice ISTAT: | 092012 | ||
Codice catasto: | B745 | ||
Nome abitanti: | carboniensi | ||
Santo patrono: | San Ponziano | ||
Giorno festivo: | Terzo giovedì di maggio | ||
Sito istituzionale | |||
![]() |
Carbonia (in sardo Carbònia o Crabònia) è un comune di oltre 30.000 abitanti, capoluogo di provincia (con Iglesias) della provincia di Carbonia-Iglesias attiva dal 2005.
Indice |
[modifica] Geografia
Carbonia è situata nella storica regione del Sulcis, di cui è il principale centro urbano, a circa 70 Km a ovest di Cagliari, in un'area un tempo paludosa e in seguito bonificata. La morfologia del territorio è in buona parte pianeggiante, con pochi rilievi di altitudine modesta, tra cui Monte Sirai (da cui si può ammirare un panorama della laguna di Sant'Antioco), Monte Crobu e Monte Rosmarino (il polmone verde della città), che si attestano attorno ai 100 metri di altitudine.
[modifica] Storia
[modifica] Gli anni del carbone
La città di Carbonia sorge alla fine degli anni Trenta: venne fondata con decreto n. 2189 del 5 novembre 1937 da re Vittorio Emanuele III ed inaugurata il 18 dicembre 1938 alla presenza di Benito Mussolini. La città sorse in brevissimo tempo e complessivamente venne a costare 325 milioni di lire. I motivi che indussero alla creazione della nuova città erano unicamente di natura contingente. Il comune di Carbonia venne istituito infatti dal fascismo, per dare organicità al nucleo di popolazione e minatori venutasi a stabilire nei pressi dei cantieri carboniferi, in seguito all'impulso dato a questo settore della politica autarchica. A ciò il Fascismo venne costretto dal proposito di assicurare la sufficienza energetica interna in prospettiva di un eventuale conflitto armato, soprattutto in seguito all'esperienza maturata con l'applicazione delle sanzioni economiche in occasione dell'invasione del Regno di Abissinia. Nel luglio del 1935 il governo aveva costituito, dotandola di un capitale di 600 milioni, l'A. Ca. I. (Azienda Carboni Italiani) col fine di sviluppare le ricerche di carboni fossili di cui si avvertiva l'enorme ed urgente necessità in tutto il Paese. Dal 1936 al 1947 nel Sulcis vennero aperti 22 pozzi per la coltivazione del carbone, impiegando, nel periodo di maggiore produzione, poco meno di 18.000 maestranze, provenienti da tutta la Sardegna e anche da oltre Tirreno.
Furono quelli gli anni di maggiore crescita della nuova città che dopo appena due anni di vita, coi suoi 29.000 abitanti, era diventata la terza della Sardegna dopo Cagliari e Sassari. Nell'immediato secondo Dopoguerra, con l'annessione dell'Istria (e delle sue miniere) all'allora Jugoslavia, Carbonia e le sue miniere vissero una nuova fase di sviluppo, testimoniata dal fatto che si registrò, nel luglio del 1949, la massima punta di popolazione residente in città (48.064 unità contro le oltre 60.000 unità dimoranti). Col tempo però si sono andati via via accentuando motivi di crisi del carbone sardo (particolarmente ricco di zolfo) e con esso della città di Carbonia e del resto del Sulcis che in quel periodo si basava sulla monoeconomia carbonifera. Tale fenomeno negativo si andò allargando sempre più man mano che i pozzi iniziarono a chiudere, raggiungendo la punta massima di recessione nel 1971 allorché Carbonia arrivò a contare poco più di 30.000 abitanti. In altri termini in appena vent'anni il Comune di Carbonia aveva perduto 28.000 abitanti che equivale al più massiccio esodo demografico che la Sardegna abbia conosciuto nel Dopoguerra.
[modifica] Dalla chiusura delle miniere ad oggi
Contestualmente con la chiusura delle miniere carbonifere e nel mezzo della sopraccennata profonda crisi socio-demografica, Carbonia trovò ancora la forza di resistere e sopravvivere attraverso il nuovo progetto industriale avviato a Portovesme (impianti metallurgici piombo - zinco - alluminio, carpenteria meccanica - energia) grazie al sistema di partecipazione statale. Come in molti altri casi l'intervento diretto dello Stato nelle attività produttive del Sulcis-Iglesiente rivelò ben presto la sua parziale inefficacia. La popolazione della città aumentò leggermente tra gli anni '70 fino agli anni '90. Però il disimpegno dello Stato tramite le privatizzazioni di queste realtà produttive, dovuto all'eccessivo debito pubblico, mostrò ben presto la scarsa competitività delle medesime. Ciò determinò una nuova tragica crisi della città e del suo tessuto produttivo, con una notevole diminuzione dei lavoratori nel polo industriale di Portovesme. Di conseguenza questo ultimo fattore determinò un riaumento dell'emigrazione, che portò la popolazione a diminuire in meno di dieci anni di circa duemila unità. Tutto ciò fu accompagnato da tragici fenomeni sociali che colpirono duramente soprattutto la popolazione giovanile. Tra questi si può annoverare la diffusione tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90 dell'eroina che da un lato determinò l'aumento di fenomeni legati alla cosiddetta criminalità predatoria e dall'altra a un notevole aumento della mortalità giovanile. Per quanto gli ultimi dati demografici del 2004 abbiano mostrato almeno una minima crescita della popolazione, si possono considerare come esemplificativi della condizione economica della città i tassi di disoccupazione giovanile maschile e femminile: il primo si attesta al 57%, mentre il secondo ben al 71%. Comunque sia, effettivamente nel primo quinquennio degli anni 2000 vi è stata una notevole crescita del settore dei servizi, in particolar modo grazie alle nuove attività commerciali della città. Negli ultimi anni inoltre la città sta giocando la carta del turismo legato soprattutto all'archeologia industriale: a questo riguardo va segnalata la ristrutturazione della vecchia miniera di Serbariu, riconvertita a museo (ospita il Centro Italiano della Cultura del Carbone), e i lavori di ristrutturazione del centro storico (Piazza Roma), ora più simile allo stile della fondazione.
Il 12 ottobre 2005 con Delibera del Consiglio Provinciale n. 21 (Determinazione del Capoluogo. Atto Statutario.) a Carbonia, unitamente a Iglesias, è stata attribuita la qualifica di capoluogo della Provincia di Carbonia-Iglesias, della quale vi hanno sede gli organi del Presidente e della Giunta Provinciale.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Salvatore Cherchi dal 11/06/2006, partito: Democratici di sinistra
Centralino del comune: 0781/6941
Email del comune: comcarbonia@comune.carbonia.ca.it
[modifica] Luoghi d'Interesse
- Grande Miniera di Serbariu: La principale miniera cittadina (le cui due torri costituiscono di fatto uno dei simboli della città), chiusa negli anni 60, ospita oggi il Centro Italiano della Cultura del Carbone, con il Museo del Carbone che illustra la storia del carbone, delle miniere e dei minatori. È possibile inoltre visitare la galleria sotterranea.
- Monte Sirai: Situato alla periferia nord-ovest della città, ospita una vasta area di interesse archeologico con una necropoli fenicio-punica e un tophet Inoltre poco distanti si trovano varie domus de janas di epoca neolitica e i resti del nuraghe Sirai.
- Sirri: Nella frazione sono state rinvenute delle domus de janas anch'esse risalenti al neolitico, nelle rocce denominate di "Su Carroppu".
- Cannas di Sotto: Praticamente inglobata nel tessuto urbano si trova una necropoli ipogea, in parte ancora inesplorata.
- Piazza Roma: Tipico esempio di architettura fascista, è il cuore sociale della città. Sorge sul Monte Fossone, e comprende il palazzo del Municipio, la Chiesa di San Ponziano (stile romanico moderno) col campanile ispirato a quello di Aquileia, alto 46 metri, il Teatro Centrale, il Dopolavoro (recentemente ristrutturato) e la Torre Civica (ex torre Littoria e Casa del Fascio, alta 27 metri). Nei vicini giardini pubblici si trova inoltre il monumento al minatore.
- Barbusi è una frazione dove è presente una rara pianta: il bosso delle Baleari, esistente solo in una piccola montagna, denominata S'arriu de suttu.
- Scuola Gritti è una scuola cattolica che offre servizi di tipo educativo-formativo per gli studenti, le loro famiglie e per tutti coloro che vogliono usufruire delle proposte dell'istituto. È gestita dalle Suore Orsoline di Somasca, che si avvalgono della competenza e preparazione professionale di docenti qualificati. È sita in Viale Manzoni e, insieme alle altre strutture scolastiche di Carbonia, risulta un'opera di pubblico interesse, perché serve la collettività, valorizzando la persona in tutte le sue dimensioni.
[modifica] Musei
- Museo archeologico di Villa Sulcis: sito nel parco di Villa Sulcis, ospita parecchi reperti rinvenuti nei siti archeologici della città e delle vicinanze.
- Museo speleologico "Enrico A.Martel"
- Museo del Carbone - Centro Italiano della Cultura del Carbone - Grande Miniera di Serbariu
[modifica] Frazioni e Località
[modifica] Bacu Abis
Bacu Abis conta circa 2150 abitanti e dista circa 13 km dalla città di Carbonia. Il nome della frazione ha due possibili derivazioni: "bacu abis" in sardo può significare sia "buco delle api", insetti molto presenti nella zona, oppure "buco degli Abis", una famiglia che in antichità era la diretta proprietaria delle terre dove oggi sorge il paese.
[modifica] La miniera di Bacu Abis
La storia di questo paese inizia alla metà dell'Ottocento con la scoperta di alcuni giacimenti di lignite, utili per il fabbisogno nazionale come fonte energetica.
La fortuna della miniera è l'interesse da parte di un ingegnere minerario piemontese (Anselmo Roux) che con le proprie sostanze ed il finanziamento di alcuni possidenti locali fonda la Società mineraria Bacu Abis. Nel 1870 circa il carbone estratto da Bacu Abis sale al vertice nazionale come fonte energetica, e la miniera conta all'inizio circa 700 operai che lavorano all'estrazione.
Dopo alcuni anni di splendore arrivò la crisi, i soci di Roux si ritirarono, essendo la società in crisi economica, e l'ingegnere rilevò la miniera da solo. Dopo la sua scomparsa la miniera fu rilevata dalla società Monteponi, e nella grande guerra il suo carbone servì come combustibile per le navi.
Durante il Fascismo nel territorio videro splendere altre miniere e un interesse particolare ebbe il Duce per Bacu Abis. Il paese si trasformò, furono costruite case per i minatori e nel giro di pochi anni divenne un vero e proprio centro abitato. Vennero ampliati i pozzi che c'erano già e ci fu una attività estrattiva fino ai primi anni sessanta, quando la miniera cessò la sua attività.
[modifica] Altre
- Barbusi:
- Corongiu:
- Cortoghiana:
- Flumentepido:
- Genna Corriga:
- Is Gannaus:
- Medau Desogus: dista circa 3 km da Carbonia e conta circa 200 abitanti.
- Serbariu:
- Sirri:
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Collegamenti esterni
- Portale della città che raccoglie informazioni utili sui servizi offerti a cittadini e turisti
- Storia della fondazione di Carbonia
- Carbonia
- Sportello Unico
- Carbonia vista da satellite via Google
- Museo del Carbone - Centro Italiano della Cultura del Carbone - Grande Miniera di Serbariu su Sardegnaturismo