Carcere Mamertino
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Il Carcere Mamertino o Carcer Tullianum è il più antico carcere di Roma.
Si trova al di sotto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami del XVI secolo in un'area del Foro Romano dove, in età romana, si amministrava la giustizia. Si compone di due ambienti sovrapposti: il carcer (superiore) e il Tullianum (inferiore).
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[modifica] Storia
Il Tullianum fu realizzato sotto Anco Marzio nel settimo secolo a.C. Si tratta di un ambiente a forma circolare realizzato in opera quadrata con blocchi di peperino. Le dimensioni della muratura hanno fatto pensare che originariamente doveva trattarsi di una fontana monumentale costruita intorno ad una fonte (tullus) considerata sacra.
Il Carcer realizzato in epoca più tarda, forse sotto Servio Tullio nel VI secolo a.C. secondo Tito Livio, si compone di un ambiente di pianta trapezoidale coperto da volta a botte, costruito in opera quadrata con grossi blocchi di tufo rosso (detto "dell'Aniene") e giallo (detto di "Grotta oscura"). Un foro circolare nel pavimento lo collega visivamente al Tullianum al quale si accede oggi tramite una scala moderna. La facciata è composta da blocchi bugnati in travertino. Sulla cornice (parzialmente originale) sono incisi i nomi dei consoli C.Vibio Rufinio e M. Cocceio Nerva che intervennero sul monumento agli inizi del primo secolo d.C.. Probabilmente esiste al di sotto un'altra facciata più antica costruita in blocchi di tufo.
[modifica] Ospiti illustri
Molti sono i personaggi illustri che qui sono stati rinchiusi e vi hanno perso la vita per strangolamento o decapitazione.
- Erennio Siculo: amico di Gaio Sempronio Gracco nel 123 a.C.
- Giugurta: re della Numidia nel 104 a.C.
- Lentulo e Cetego: compagni di Catilina nel 60 a.C.
- Vercingetorige: re dei Galli nel 46 a.C.
- Simone di Giora: difensore di Gerusalemme 70
[modifica] Tradizione dei santi Pietro e Paolo
Non esistono prove certe della permanenza di san Pietro e san Paolo. La tradizione è comunque molto antica e la trasformazione del carcere in chiesa (chiesa di San Pietro in carcere) si fa risalire al IV secolo per volere di papa Silvestro I.
La leggenda vuole che san Pietro, scendendo nel Tullianum, cadde battendo il capo contro la parete lasciando in tal modo la propria impronta nella pietra (dal 1720 protetta da una grata). Rinchiusi nella segreta, assieme ad atri seguaci, i due apostoli fecero scaturire miracolosamente una polla d'acqua e riuscirono a convertire e battezzare i custodi delle carceri , Processo e Martiniano, martiri a loro volta. I due apostoli non furono uccisi qui perché san Pietro fu condotto sul colle Vaticano e san Paolo alle Acque Salvie (l'attuale Abbazia delle Tre Fontane).
[modifica] Citazioni
Il Tullianum viene citato da molti autori dell'antichità.
- Calpurnio Flacco nelle Declamazioni
- Sallustio nella Congiura di Catilina
- Plutarco in Mario, 12
- Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX, 12, 6 scrive <<Acer etiam et animosus uitae exitus Herenni Siculi, quo C. Gracchus et aruspice et amico usus fuerat: nam cum eo nomine in carcerem duceretur, in postem eius inliso capite in ipso ignominiae aditu concidit ac spiritum posuit, uno gradu a publico supplicio manuque carnificis citerior>>
- Tito Livio nel primo libro di Ab Urbe Condita, 33, 8 scrive <<Ingenti incremento rebus auctis cum in tanta multitudine hominum, discrimine recte an perperam facti confuso, facinora clandestina fierent, carcer ad terrorem increscentis audaciae media urbe inminens foro aedificatur>>
[modifica] Collegamenti esterni
- Soprintendenza archeologica di Roma: Il Tullianum e la sua area