Corriere dello Sport - Stadio
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| Paese | Italia |
|---|---|
| Lingua | italiano |
| Periodicità | quotidiano |
| Genere | stampa nazionale |
| Formato | Broadsheet |
| Data di fondazione | 20 ottobre 1924 |
| Sede | Piazza Indipendenza, 11/B, Roma |
| Editore | SportNetwork |
| Direttore | Alessandro Vocalelli |
| Redattore capo | Giuliano Riva e Patrizio Zenobi |
| Sito web | corrieredellosport.it |
Il Corriere dello Sport - Stadio, insieme con La Gazzetta dello Sport e Tuttosport, è uno dei tre principali quotidiani sportivi italiani. È il primo quotidiano italiano per numero di lettori nel centro-sud Italia, il quarto più letto in tutta la penisola.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Le origini
Il giornale attuale è nato dalla fusione di due quotidiani sportivi:
- il Corriere dello Sport, fondato il 20 ottobre 1924 a Bologna come trisettimanale ad opera di un gruppo di appassionati sportivi guidati da Leonardo Arpinati e Alberto Madel, il primo era un "ras" del fascismo bolognese, mentre il secondo, amico di Gabriele D'Annunzio, era un aviatore e un giocatore dell'Inter. Nel 1927, dopo che Arpinati venne nominato sottosegretario agli interni, la redazione venne trasferita a Roma, il giornale cambiò nome: Il Littoriale e divenne quotidiano.
Il Corriere dello Sport, nel primo periodo dedicava ampi spazi al pugilato, pratica sportiva che la Gazzetta trattava poco, poiché il quotidiano milanese incentrava le sue attenzioni soprattutto su quello che allora era il primo sport nazionale: il ciclismo. Nel corso degli anni il Corriere e la Gazzetta divennero due testate di livello nazionale, a differenza degli altri due quotidiani sportivi, Tuttosport e Stadio, che rimasero strettamente legati alle loro realtà locali.
Finita la guerra, il Littoriale venne rilevato da Umberto Guadagno che ristabilì il nome originario della testata ed affidò la direzione al vecchio direttore della Gazzetta Bruno Roghi, che mantenne il posto fino alla sua scomparsa nel 1960.
[modifica] La prima svolta
Durante gli anni sessanta, arrivarono i primi sostanziali cambiamenti all'interno della testata romana. Nel 1966, prese le redini del Corriere Antonio Ghirelli, nel 1961 era già stato direttore ad interim dello stesso giornale. Ghirelli portò delle importanti innovazioni al quotidiano, traendo spunto dal forte impatto che esercitavano mezzi di comunicazione tecnologici, quali TV e Radio, rivisitando il giornale sia nella grafica, adottando titoli ad effetto e dalle grandi dimensioni in modo da attrarre l'attenzione dei lettori e sia inserendo nella sua redazione, giovani giornalisti, come Sergio Neri e Giorgio Tosatti, in modo da accattivarsi anche gran parte del pubblico giovanile. Anche gli argomenti del giornale si fecero più accattivanti, cominciarono a spaziare anche in altre sfere esterne allo sport, ma di forte interesse popolare, come ad esempio la politica o l'attualità. Il Corriere dello Sport, proprio in quegli anni finì per diventare il quotidiano più venuto nel Sud Italia, in piena contrapposizione con la Gazzetta che invece rappresentava i lettori del Nord. Il calcio oramai aveva preso in tutte le testate sportive italiane la maggior parte dello spazio. Nel 1976, venne nominato nuovo direttore del Corriere Giorgio Tosatti al posto del più conservatore Mario Gismondi che aveva riportato il quotidiano ad una dimensione meno innovativa e facendo crollare la qualità. L'allievo di Ghirelli ricominciò sulla stessa scìa del suo maestro, intuendo che il giornale, con il prolificare dello sport, e del calcio in particolare, nella televisione, non poteva più dedicarsi solo ed unicamente alla fredda cronaca degli eventi. L'intuizione dei titoli ad effetto dai caratteri cubitali, venne ripresa anche dalle altre testate sportive, uno stile utilizzato tutt'oggi.
[modifica] La fusione
L'11 settembre del 1977, su iniziativa dell'allora proprietario del Corriere dello Sport Francesco Amodei, che era diventato anche editore di Stadio, venne presa la decisione di creare un giornale che potesse racchiudere in sé i lettori di entrambe le testate: quelli del Sud con quelli del Nord: la nuova testata venne chiamata "Corriere dello Sport - Stadio". Si decise inoltre creare distinguere le edizioni del giornale tramite il colore: verde con la scritta "Stadio" in primo piano al nord, mentre nel centro-sud si utilizzò il rosso, colore della vecchia testata, con la scritta "Corriere dello Sport" in primo piano e sul fondo il titolo dell'altro giornale. Le redazioni dei due quotidiani vennero fuse anch'esse, anche se quella romana prese il sopravvento su quella bolognese che si vide ridimensionata, molti dei giornalisti furono costretti ad "emigrare" al Resto del Carlino. Il nuovo quotidiano riuscì ad imporre il vecchio Corriere dello Sport finalmente a livello nazionale, pur mantenendo comunque le pagine delle varie edizioni locali. Nel 1978 si raggiunse il record di 752.000 copie vendute, di cui 492.000 al Sud e 260.000 al nord.
[modifica] Il record di copie vendute
Lunedì 12 luglio 1982, dopo la vittoria dell'Italia nel Mondiale spagnolo, il Corriere dello Sport - Stadio che celebrò l'evento con il titolo: "Eroici", raggiunse il record assoluto italiano di vendite di un quotidiano: 1.699.966 copie, battuto solo 24 anni dopo dalla Gazzetta dello Sport (2.302.808 copie, anche in questo caso in concomitanza con la vittoria ai Mondiali di calcio).
[modifica] Firme
I vicedirettori del Corriere dello Sport - Stadio sono: Stefano Agresti e Sergio Rizzo.
[modifica] Collegamenti esterni
