Corriere della Sera
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Prezzo di copertina | 1,00 € (giovedì e sabato 1,30 €) |
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Paese | Italia |
Lingua | italiano |
Periodicità | quotidiano |
Genere | stampa nazionale |
Formato | Broadsheet |
Tiratura | 843 111 (2005) |
Diffusione | 677 988 (2005) |
Resa | 163 789 (2005) |
Data di fondazione | 5 marzo 1876 |
Inserti e allegati | Corriere della Sera Magazine (giovedì),
Io Donna (Sabato), Style (mensile), Vivimilano (mercoledì solo nella zona milanese) |
Sede | via Solferino, 28, Milano |
Editore | Rcs Quotidiani spa |
Capitale sociale | 40.000.000,00 € |
Direttore | Paolo Mieli |
Condirettore | Paolo Ermini |
Vicedirettore | Magdi Allam, Pierluigi Battista, Dario Di Vico, Luciano Fontana |
Redattore capo | |
ISSN | 1120-4982 |
Sito web | corriere.it |
Il Corriere della Sera è un importante quotidiano milanese, appartenente al gruppo RCS Mediagroup. È il primo in Italia per diffusione seguito da la Repubblica. Fu fondato nel 1876 dal giornalista Eugenio Torelli Viollier e chiamato così perché originariamente era in vendita a partire dalle ore 21:00.
Indice |
[modifica] Storia
Nel 1876, sotto la direzione dell'ex garibaldino Torelli Viollier e un capitale di 30 mila lire, iniziò la sua attività. Il primo numero uscì la sera di domenica 5 marzo, con una tiratura iniziale di circa 3 mila copie, composta da quattro pagine e ad un costo nella città di Milano di cinque centesimi. Riuscì in pochi anni ad imporsi all'attenzione dei lettori italiani.
Nel 1904 il Corriere superò le vendite del concorrente il Secolo, di Carlo Romussi, che si fregiava, nelle pubblicità, del titolo di più diffuso quotidiano italiano, e si spostò nella nuova sede in via Solferino, 28, nel palazzo progettato dall'architetto Luca Beltrami.
Sotto la direzione di Luigi Albertini, dal 1900 al 1925, il Corriere raggiunse un grande prestigio. Per il quotidiano milanese cominciano a scrivere molte fra le firme più prestigiose della nostra cultura, come Luigi Einaudi e Luigi Pirandello. Nel dopoguerra seguiranno le collaborazioni di Eugenio Montale, Ennio Flaiano e Pier Paolo Pasolini, solo per citarne alcuni.
Nel 1925, con le dimissioni di Albertini imposte dal Governo fascista, si compì la fascistizzazione del quotidiano milanese, che si conformò alle esigenze della dittatura fino alla Liberazione.
Un mese dopo la sospensione da parte del Comitato di Liberazione Nazionale, avvenuta nel aprile 1945, tornò con il nome di «Corriere d'informazione», l'anno successivo si chiamò «Il Nuovo Corriere della Sera». Per il referendum istituzionale, si schierò per la repubblica.
Nell'ottobre del 1973, in polemica con il direttore Piero Ottone, la firma più prestigiosa del giornale, Indro Montanelli, abbandonò il Corriere insieme ad altri nomi illustri del giornalismo italiano per fondare un nuovo quotidiano, Il Giornale Nuovo. Nel 1974 la famiglia Crespi, proprietaria della società editrice, cedette il pacchetto di controllo del giornale al gruppo Rizzoli, da allora ribattezzato Rizzoli-Corriere della Sera (oggi sintetizzato in Rcs MediaGroup).
Nel 2001, in occasione del 125° anniversario, è stata creata la Fondazione Corriere della Sera, con lo scopo di gestire e offrire al pubblico l'archivio storico del giornale, e di promuovere iniziative in favore della lingua e la cultura italiana nel proprio paese e in particolare all'estero.
[modifica] Corriere e Wikipedia
In data 11 marzo 2007 una scheda biografica pubblicata [1] sulla carriera politica di Jacques Chirac è stata in parte scritta con la tecnica del copia ed incolla dalla voce di wikipedia. Una comparazione più approfondita con il tool java Vast (qui, qui e qui) ha rivelato, per alcune sezioni, delle corrispondenze totali. Si tratta di uno dei primi casi accertati di utilizzo di wikipedia come riferimento e fonte di notizie da parte di un autorevole mezzo di comunicazione italiana a diffusione nazionale, per quanto wikipedia non sia menzionata come fonte
[modifica] La presa di posizione nella campagna elettorale del 2006
Sotto la seconda direzione di Paolo Mieli, l'8 marzo 2006, a un mese dalle elezioni politiche, con un suo editoriale[2], il Corriere ha voluto dichiarare esplicitamente la propria posizione in favore di una delle due parti politiche protagoniste della competizione elettorale, quella di Romano Prodi e della sua coalizione di centro-sinistra, e contro la formazione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio uscente, al governo dal 2001. Una decisione, secondo il commento, conseguente al giudizio particolarmente negativo sulle scelte politiche adottate dal Governo uscente. Tuttavia tale scelta, ricorda il direttore, "non impegna l’intero corpo di editorialisti e commentatori di questo quotidiano".
Lo schieramento del Corriere è stato interpretato da alcuni osservatori come l'espressione di un diritto, che, tra l'altro, è una consuetudine nella grande stampa anglosassone, dove viene chiamato endorsement. In realtà, così facendo, Mieli ha invece interrotto la lunga tradizione del quotidiano di autonomia ed equidistanza dal potere politico. La presa di posizione ha suscitato polemiche da parte dello schieramento di centro-destra, soprattutto da Berlusconi, sempre critico nei confronti della stampa italiana. Dal versante politico opposto, viceversa, l'editoriale di Mieli ha raccolto cauti consensi ed apprezzamenti per il coraggio e la dimostrazione di trasparenza, oltre che la difesa per la legittimità di un pronunciamento in vista di un appuntamento elettorale: in proposito, è stato richiamato il precedente di Indro Montanelli che su Il Giornale consigliò nel 1976, di "turarsi il naso" e votare Democrazia Cristiana contro il pericolo di una possibile affermazione del Partito Comunista di Enrico Berlinguer.
[modifica] Direttori
- Eugenio Torelli Viollier, febbraio 1876 - 31 maggio 1898
- Alfredo Comandini (nominato dal Viollier direttore politico dal settembre 1891 al novembre 1892)
- Domenico Oliva, 5 giugno 1898 - 23 maggio 1900
- Luigi Albertini, 24 maggio 1900 - 29 novembre 1925
- Alberto Albertini, fratello di Luigi, 1924 - 29 novembre 1925
- Pietro Croci, 1925 - 1926
- Ugo Ojetti, 1926 - 1927
- Mafio Maffii, dicembre 1927 - settembre 1929
- Aldo Borelli, settembre 1929 - agosto 1943
- Ettore Janni, agosto 1943 - ottobre 1943
- Ermanno Amicucci, ottobre 1943 - 1944
- Mario Borsa, 1944 - 1946
- Guglielmo Emanuel, 1946 - 1952
- Mario Missiroli, 1952 - 1961
- Alfio Russo, 1961 - 1968
- Giovanni Spadolini, 1968 - 1972
- Piero Ottone, 1972 - 1977
- Franco Di Bella, 1977 - 1981
- Alberto Cavallari, 1981 - 1984
- Piero Ostellino, 1984 - 1987
- Ugo Stille, 1987 - 1992
- Paolo Mieli, 1992 - maggio 1997
- Ferruccio De Bortoli, maggio 1997 - maggio 2003
- Stefano Folli, maggio 2003 - dicembre 2004
- Paolo Mieli, dicembre 2004
[modifica] Firme
- Magdi Allam
- Gaspare Barbiellini Amidei
- Pierluigi Battista
- Enzo Biagi
- Giovanni Bianconi
- Aldo Cazzullo
- Dario Di Vico
- Massimo Franco
- Massimo Gaggi
- Ernesto Galli della Loggia
- Aldo Grasso
- Vittorio Grevi
- Francesco Giavazzi
- Pietro Ichino
- Tullio Kezich
- Claudio Magris
- Ettore Mo
- Maria Teresa Meli
- Indro Montanelli
- Massimo Mucchetti
- Guido Olimpio
- Piero Ostellino
- Barbara Palombelli
- Angelo Panebianco
- Mario Porqueddu
- Gianni Riotta (ora direttore del TG1)
- Maria Laura Rodotà
- Sergio Romano
- Alberto Ronchey
- Claudio Sabelli Fioretti
- Michele Salvati
- Giovanni Sartori
- Mario Sconcerti
- Beppe Severgnini
- Gian Antonio Stella
- Armando Torno
- Franco Venturini
- Francesco Verderami
[modifica] Diffusione
Anno | Copie vendute |
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2005 | 619.897 |
2004 | 616.504 |
2003 | 613.103 |
2002 | 581.751 |
2001 | 598.997 |
2000 | 614.398 |
1999 | 620.126 |
1998 | 635.222 |
1997 | 669.515 |
1996 | 646.902 |
Dati Ads - Accertamenti Diffusione Stampa
[modifica] Collegamenti esterni
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