Eta Carinae
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Classificazione |
Supergigante rossa | |
Classe spettrale | M2 V | |
Costellazione | Carena | |
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(Epoca di riferimento: 2005A)
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Ascensione retta |
10h 45m 3,60s | |
Declinazione |
-59° 41' 3,0" | |
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Massa |
? volte il Sole
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Metallicità | ? | |
Età stimata | ? | |
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Magnitudine apparente da Terra |
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Magnitudine apparente da [[{{{pianeta_madre}}} (astronomia)|{{{pianeta_madre}}}]] |
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Magnitudine app. | 6,21 | |
Diametro apparente da Terra |
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Diametro apparente da [[{{{pianeta_madre}}} (astronomia)|{{{pianeta_madre}}}]] |
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Parallasse | ||
Moto proprio | ||
Velocità radiale |
Eta Carinae (η Carinae) è una stella molto grande (100-150 volte più del Sole) e molto luminosa (4 milioni di volte più del Sole), nella costellazione della Carena (ascensione retta 10h 45.1 m, declinazione -59°41m). La stella è circondata da una nebulosa grande e luminosa, conosciuta come Nebulosa di Eta Carinae, o Nebulosa Buco della Chiave, o NGC 3372.
Un aspetto molto peculiare di Eta Carinae è la sua luminosità variabile; infatti la stella è annoverata tra le variabili del tipo S Doradus. Quando fu catalogata per la prima volta nel 1677 da Edmond Halley, era di quarta magnitudine. Negli anni successivi divenne più luminosa, raggiungendo il massimo nell'aprile 1843 quando, nonostante la sua enorme distanza (7000-10000 anni luce), con una magnitudine di -0,8 era la seconda stella più brillante del cielo (dopo Sirio). In seguito si affievolì, e tra il 1900 e il 1940 era solo di ottava magnitudine, quindi invisibile ad occhio nudo. Riprese poi a salire lentamente, ed oggi (2004) è di magnitudine 5 o 6, dopo un inatteso raddoppio della sua luminosità tra il 1998 e il 1999.
L'ambiente attorno ad Eta Carinae mostra tracce di grandi esplosioni, l'ultima avvenuta attorno al suo massimo di luminosità nel 1841. La ragione è sconosciuta, ma la possibilità più accreditata è che si verifichino a causa della pressione di radiazione accumulata dall'enorme luminosità della stella. Il materiale soggetto a questi fenomeni energetici forma una nebulosa che circonda la stella, che in una spettacolare immagine dell'HST ha la forma di una grande clessidra. Tale forma è tipica di nebulose formate per espulsione di materia dalla stella: la direzione preferenziale è dai poli, ed essi precedono come in una trottola, descrivendo un cerchio nello spazio. La materia espulsa dai poli nord e sud va quindi a formare una clessidra. La nebulosa più esterna, che i primi astronomi descrissero come un buco di una chiave, è invece ben più lontana ed non è stata formata da Eta Carinae. La luce della stella però la illumina (rendendola una nebulosa a emissione), e i suoi cambiamenti di luminosità hanno causato anche una variazione nell'aspetto della nebulosa.
Stelle molto grandi come Eta Carinae consumano molto velocemente il loro "carburante" nucleare, e la vita prevista della stella è di appena un milione di anni, dopo i quali terminerà come una supernova (per confronto, il Sole ha una vita prevista di 10 miliardi di anni, la metà dei quali già passati).
Osservazioni recenti sembrano indicare che Eta Carinae è in realtà una stella binaria, con una compagna non troppo vicina che le orbita attorno in 5 anni e mezzo.