Filippopoli
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Filippopoli, nota anche come Plovdiv (in bulgaro: Пловдив, Plovdiv; in greco: Φιλιππούπολη, Φιλιπούπολις Philippoúpoli, Philippopolis; in turco: Filibe), è una città (341.800 abitanti) della Bulgaria, la seconda per popolazione e capitale storica della Tracia. È famosa come punto di riferimento di varie culture, nonché per le sue vicende storiche articolate e millenarie.
[modifica] Storia
Le origini di Filippopoli si perdono nell'alba della storia e il nucleo più antico della città corrisponde probabilmente con l'insediamento tracico fortificato di Eumolpia, che fu presa da Filippo II di Macedonia a seguito della vittoriosa campagna condotta lungo il basso Danubio nel 342 a.C.. Filippo II la costituì in città libera con l'apporto di popolazioni illiriche sottomesse, mentre Alessandro Magno, figlio di quest'ultimo, la ribattezzò in "Φιλιππουπολις" (Philippoupolis) in onore del genitore.
Filippopoli divenne città indipendente sotto i Greci, finché non fu incorporata nell'Impero Romano col nome di Philippopolis o Trimontium (con riferimento ai tre colli su cui si estendeva) e divenne la capitale della provincia romana della Tracia.
Trimontium fu il crocevia di importanti strade imperiali provenienti dal nord e dall'ovest dei Balcani. Qui le strade si unificavano e conducevano direttamente a Bisanzio, tra cui la fondamentale Via Militaris. All'inizio del IV secolo d.C. vi furono martirizzati 38 cristiani, in parte del luogo e in parte provenienti da Bisanzio. In questa florida epoca Filippopoli si dotò di terme, teatri e grandiosi edifici pubblici, in parte ancora visibili oggi.
Le prime popolazioni slave giunsero nell'area di Filippopoli intorno al VI secolo, ma fu solo nell'815 circa che la città divenne parte dello stato di Bulgaria. Filippopoli rimase in mano bulgara fino al 970 o 971, finché fu presa dall'Impero Bizantino. La città fu poi inglobata nell'Impero Latino nel 1204, in cui divenne capitale di un omonimo ducato, anche se il re bulgaro Kalojan la occupò due volte prima della sua morte nel 1207. Una breve appartenenza all'impero bulgaro fu garantita dallo zar Ivan Asen II (1225-1229), finché nel 1263 il restaurato Impero Bizantino se ne reimpossessò. Un'altra breve parentesi bulgara si ebbe nel biennio 1322-1323 sotto Giorgio Terter II, nonché dopo il 1344, quando la reggenza di Giovanni V Paleologo la cedette ai bulgari come ricompensa per l'aiuto prestato dallo zar Ivan Alexander nel corso della guerra civile bizantina.
Nel 1369 Filippopoli fu presa dagli Ottomani, che la ribattezzarono Filibe e la tennero saldamente per lunghi secoli. Nel secolo XV comparve per la prima volta il toponimo attuale della città, Plovdiv, che deriva dal nome tracico della città, Pulpudeva, reso inizialmente dagli Slavi come Păldin (Пълдин) o Plăvdin.
Filippopoli fu il fulcro del movimento nazionale bulgaro della Rumelia Orientale nel secolo XIX, ma nonostante fosse stata liberata dagli Ottomani grazie alla battaglia di Filippopoli del 1878, non divenne parte del neoistituito principato di Bulgaria. Filippopoli divenne invece la capitale dell'effimera regione semi-indipendente della Rumelia Orientale. A quell'epoca la città contava 33.500 abitanti, di cui 45% bulgari, 25% greci, 21% turchi, 6% ebrei e 3% armeni: una varietà culturale che scomparve rapidamente col volgere dei decenni successivi. Solamente nel 1885, anno in cui la Rumelia si unificò col principato di Bulgaria, Filippopoli tornò sotto sovranità bulgara.
In seguito alla seconda guerra mondiale la Bulgaria entrò nell'orbita dell'Unione Sovietica, ma Filippopoli rimase un centro vitale del movimento democratico, che fece cadere il regime comunista nel 1989.
[modifica] Gemellaggi
Filippopoli è gemellata con le seguenti città:
Brno, Repubblica Ceca
Bursa, Turchia
Columbia, Stati Uniti
Daegu, Corea del Sud
Gyumri, Armenia
Istanbul, Turchia
Košice, Slovacchia
Kumanovo, Macedonia
Kutaisi, Georgia
Lipsia, Germania
Luoyang, Cina
Ocrida, Macedonia
Okayama, Giappone
Petra, Giordania
Poznań, Polonia
Roma, Italia
San Pietroburgo, Russia
Salonicco, Grecia
Valencia, Venezuela
[modifica] Collegamenti esterni
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