Gallura
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Comuni: | |
Superficie: | km² |
Densità: | ab./km² |
La Gallura (in gallurese Gaddùra, in sardo Gallùra) è una regione storica e geografica della Sardegna. Comprende la parte nord-orientale dell'isola, dal fiume Coghinas a Monte Nieddu a San Teodoro, mantenendo quale limite meridionale il massiccio del Limbara, e include la Costa Smeralda. Centri principali: Olbia, Tempio Pausania, Arzachena, La Maddalena.
Indice |
[modifica] Il territorio
Il territorio è oggi compreso nella nuova provincia di Olbia-Tempio (di cui costituisce la parte centrale e più importante) e in parte limitata in provincia di Sassari, mentre in precedenza era compreso prevalentemente nella provincia di Sassari e in minima parte in quella di Nuoro. Il toponimo deriverebbe dall'ebraico galil, "paese d'altura" a volerne sottolineare la natura prevalentemente montuosa (Monte Puntaccia, Monte Abbalata), specie se paragonata a quella pianeggiante o collinare del confinante Logudoro. Anticamente riportata come Gallul, Gallula e poi Gallura. Ricca di roccia granitica levigata dal vento, dalla pioggia e dal mare, specie sulle coste, sculture naturali di forme bizzarre come quella dell'Orso nei pressi di Palau, conferiscono alla Gallura un un aspetto assai originale, molto simile a quello del sud della Corsica e che lascia spazio solo verso nord a fertili pianure. La vegetazione spontanea è formata da macchia mediterranea ( lentischio, cisto, corbezzolo, mirto ecc. L'interno invece ha un'aspetto differente, più riparato dai venti è caratterizzato da imponenti affioramenti granitici e boschi di quercie e sughere la cui lavorazione costituisce una delle principali attività produttive.
La Gallura storica comprende 23 comuni di cui 21 in provincia di Olbia-Tempio e 2 in provincia di Sassari: Tempio Pausania, Olbia, La Maddalena, Arzachena, Calangianus, Luras, Aggius, Bortigiadas, Santa Teresa Gallura, Luogosanto, Palau, Aglientu, Trinità d'Agultu e Vignola, Telti, Golfo Aranci,Badesi, Viddalba (SS), Sant'Antonio di Gallura, Loiri Porto San Paolo, San Teodoro, Budoni, Erula (SS) e Padru.
[modifica] Storia
Non è stata ancora provata la presenza dell'uomo in Gallura nel paleolitico. L'uomo è arrivato in Sardegna circa 700.000 anni fa, percorrendo il blocco sardo-corso, dopo aver attraversato lo stretto di mare che si congiunge all'arcipelago Toscano. È perciò molto probabile la sua presenza anche in Gallura. La più antica presenza dell'uomo in Gallura risale al neolitico. Ad Aglientu in località Lu Littaroni e a Cala Corsara nell'isola di Spargi è stata trovata una grande quantità di ceramica e di ossidiana proveniente dal Monte Arci. Questo indica, ancora una volta, la Gallura come passaggio obbligato "dell'oro nero" nell'antichità. Le rotte da e per la Sardegna erano ben conosciute e le sue risorse richiamavano una massiccia affluenza di genti e di idee. L'attuale Gallura è stata popolata da genti corse fin dall'antichità preromana. In epoca romana la città di fondazione punica di Olbia assume notevole importanza essendo il porto maggiormente vicino alla penisola, collegato a Calares e Turris Lybissonis. Dopo il decadimento di Olbia a seguito delle incursioni dei vandali dal 594 ha una sede vescovile a Phausiana per iniziativa del papa Gregorio Magno, poi sostituita in periodo giudicale da quella di Civita. La Gallura ha costituito nel medioevo un giudicato autonomo con capitale Civita (l'odierna Olbia), tra i quattro in cui era divisa l'isola, esteso a comprendere le Baronie e parte dell'attuale Nuorese. In periodo tardo medioevale e aragonese all'abbandono di Civita (che diviene Terranova) e allo spopolamento delle coste oppresse dalle incursioni piratesche arabe corrisponde un maggiore sviluppo delle zone interne e della città di Tempio. Tra il Cinquecento e il Settecento la crescita delle immigrazioni dalla Corsica (peraltro costanti dall'antichità) ne hanno condizionato il peculiare carattere che riflette ancora notevoli specificità rispetto al resto della Sardegna e danno luogo al consolidarsi del dialetto gallurese e alla cultura degli stazzi. Nel 1839 la sede vescovile viene trasferita a Tempio che nello stesso periodo era stata elevata al rango di città (1836) e di capoluogo di provincia (dal 1807 al 1821 e dal 1833 al 1859). Con la fine dell'ottocento e il 20° secolo con il miglioramento dei collegamenti e lo sviluppo turistico si è invertita la tendenza insediativa a favore della fascia costiera (in particolare nel settore compreso tra Santa Teresa, la Costa Smeralda e San Teodoro) e della città di Olbia. La Gallura presenta il più elevato reddito pro-capite della Sardegna.
[modifica] Linguistica
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Per approfondire, vedi la voce Dialetto gallurese. |
In Gallura si parlano essenzialmente due lingue: il gallurese, dialetto di chiara origine còrsa e il sardo logudorese nella varietà settentrionale, che ha comunque assimilato parte del lessico corso e gallurese adattandolo alla struttura della lingua sarda. In termini di distribuzione geografica il gallurese, originatosi nell'Alta Gallura, è parlato in quasi tutta la Gallura (da Viddalba a San Teodoro, fatta eccezione per i centri di Olbia e di Luras,nonché di parte dell'agro di Golfo Aranci) mentre il logudorese - che fino al 1400 era diffuso in tutta la Gallura e nella cui lingua venivano redatti i documenti dei governi giudicali - è tuttora diffuso a macchia di leopardo: Olbia, Luras, parte dell'agro di Golfo Aranci, Padru, Budoni. Alla Maddalena più propriamente si parla l'isulanu, una variante del Corso molto prossima a quello parlato nell'entroterra di Bonifacio (Cossu suttaninu). Ad Aggius si parla un gallurese particolare, che ha assunto influenze sassaresi nella pronuncia, mentre Bortigiadas è ora galluresofono, ma fino a metà del secolo scorso il suo idioma era un logudorese fortemente corrotto dal gallurese.