Giovanni Lanfranco
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Giovanni Lanfranco (Parma, 26 gennaio 1582 - Roma, 30 novembre 1647) fu un pittore italiano.
[modifica] Biografia
Dimostrando da giovanissimo un buon talento artistico, viene affidato dal conte Orazio Scotti, alla guida di Agostino Carracci, chiamato a Parma dal duca Ranuccio Farnese.
Alla morte di Agostino, il ventenne Giovanni si reca a Roma alla scuola di Annibale Carracci. Il maestro gli affida la decorazione, con affreschi e tele riportate, di un camerino detto degli Eremiti. Il soggiorno romano è molto intenso: oltre alla decorazione della Cappella Herrera in San Giacomo degli Spagnoli, (1602 - 1607), eseguita insieme con altri carracceschi sotto la direzione di Annibale, è impegnato accanto a Guido Reni nella Cappella di Sant’Andrea (1608). Dipinge inoltre per la chiesa di Santa Silvia, in San Gregorio al Celio (1609), per quella dell’Annunziata (1610) ed insieme con Sisto Badalocchio, pubblica un volume di incisioni delle Logge di Raffaello, dedicato al comune maestro Annibale Carracci.
Nel 1610, poco dopo la morte di Annibale, Giovanni ritorna a Parma ove realizza il Gesù Salvator mundi in gloria adorato da angeli e santi per l’altar maggiore della chiesa parmense di Ognissanti.
Tornato a Roma verso la fine 1612, affresca soffitti in tre stanze di palazzo Mattei, ma il suo capolavoro di quel periodo è la decorazione della cappella Buongiovanni in Sant’Agostino, realizzata nel 1616. Nello stesso giro d’anni esegue molte pale d'altare, per Piacenza, Orvieto, Vallerano, Leonessa e Fermo.
Dopo il lavoro al Palazzo del Quirinale e soprattutto a seguito delle partenze di Guido Reni nel 1614, di Francesco Albani e del Domenichino nel 1617, Lanfranco divenne l’artista preferito da Paolo V ma il successore di Paolo V, Gregorio XV, preferisce affidare incarichi ufficiali al Guercino e al Domenichino. Tuttavia Lanfranco nel 1621 dipinse la Cappella del Crocifisso in Santa Maria in Valliccella mentre fra il 1625 ed il 1627 eseguì il suo capolavoro, gli affreschi della cupola di Sant’Andrea della Valle.
Il nuovo papa, Urbano VIII, si avvalse della sua opera per la basilica di San Pietro: "Nel settembre del 1628 fu scoperto il grande affresco con San Pietro che cammina sulle acque (ora purtroppo frammentario) che gli fruttò la nomina a Cavaliere dell’Ordine di Cristo da parte del pontefice. Sulla fine del 1633 o agli inizi del 1634, venne chiamato a Napoli dai Gesuiti ed in poco più di un decennio con foga inesauribile eseguì un’imponente serie di affreschi nelle più importanti chiese della città: dalla cupola del Gesù Nuovo (1634 - 1636) con l’annesso Oratorio dei Nobili a quella del Tesoro di San Gennaro (1641 - 1643), dall’interno dei Santi Apostoli (1638-1646) alla volta della navata maggiore di San Martino (1637 - 1638) al coro dell’Annunziata(perduto)" (Novelli 1966).
Rientrato per l’ultima volta a Roma nel 1646, Giovanni Lanfranco fece in tempo ad affrescare il catino absidale della chiesa di San Carlo ai Catinari. La morte lo colse la mezzanotte del 29 novembre 1647.
[modifica] Bibliografia
- D. G. Cavallero, Giovanni Lanfranco, un pittore barocco tra Parma, Roma e Napoli, in "Studi romani", 50, 2002
- Lanfranco: la macchina del tempo, catalogo della mostra di Mantova, Mantova, 2004
- C. Steinhardt-Hirsch, Giovanni Lanfranco : un pittore barocco tra Parma, Roma e Napoli, in "Kunstchronik", 56, 2003
- A. Brogi, Lanfranco: 'ritratto di santo', in "Arti a confronto: studi in onore di Anna Maria Matteucci", a cura di D. Lenzi, Bologna, 2004