Le invasioni barbariche
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![]() Sébastien e Gilles Levac interpretati da Stéphane Rousseau e Roy Dupuis |
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Titolo originale: | Les invasions barbares |
Paese: | Canada, Francia |
Anno: | 2003 |
Durata: | 112' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Denys Arcand |
Soggetto: | Denys Arcand |
Sceneggiatura: | Denys Arcand |
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Fotografia: | Guy Dufaux |
Montaggio: | Isabelle Dedieu |
Musiche: | Pierre Aviat |
Scenografia: | François Seguin |
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Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Le invasioni barbariche è un film di Denys Arcand, vincitore di numerosi premi tra cui l'Oscar al miglior film straniero, dedicato al delicato tema dell'eutanasia.
Il film è uscito in Italia il 5 dicembre 2003.
Indice |
[modifica] Trama
Remy, un cinquantenne professore di storia, ha un tumore e viene ricoverato. L'ex moglie Louise chiede al figlio Sébastien, affermato uomo d'affari che vive a Londra, di venire a trovare il padre, anche se tra i due i rapporti si sono praticamente interrotti da tempo. Sebastien parte e raggiunge l'ospedale a Montreal; resosi conto della gravità della malattia del padre cerca di fare di tutto per rendergli gli ultimi giorni lieti e sopportabili.
Così, col suo denaro paga funzionari ospedalieri e sindacalisti per mettere in ordine un reparto, chiama i vecchi amici e fiamme del padre avvisandoli e invitandoli ad andare da lui, paga alcuni ex-allievi perché lo vadano a trovare, farà comperare eroina per alleviare i dolori della malattia.
Il tempo passa inesorabilmente fino a quando Remy non è stanco della sua situazione, e con una overdose gli verrà data una morte, privandolo della continua sofferenza...
[modifica] Critica
La vicenda può essere letta su diversi piani, uno storico ed epocale, ed uno personale, individuale, umano in cui si insinua, dall'interno, il cancro, la malattia fisica.
Il film sorprende per il tono, lontano dal classico moralismo. Il linguaggio ed il modo in cui vengono trattati i temi è attualissimo: si parla dei nostri tempi, guerre, religione, economia.
Non c'è bigotteria nel parlare della storia umana, delle guerre, delle religioni, di soldi, corruzione, droga, della propria vita e dei rapporti umani e d'amore, di famiglia, amicizia, morte, eutanasia. È un tono che colpisce.
Sembra tuttavia macchiato da una pretesa intellettualistica e suona un po' borghesemente distante dal linguaggio e dalle vite delle persone comuni. Le vite dei protagonisti non sono quelle di persone che devono arrivare alla fine del mese, ma sono quasi tutte persone affermate economicamente e professionalmente e proprio per questo, di fronte all'occhio dello spettatore, nude e prive di scuse ed alibi che una vita difficile potrebbe invece offrire loro.
È un ambiente benestante ed intellettuale. I protagonisti hanno vissuto intensamente e con passione le loro esistenze, ma hanno tuttavia anestetizzato la loro stessa passione per il vivere. Come bambini ricchi hanno vissuto nella bambagia, narcotizzando l'esistenza ed ora che questa ha fine quale ne è il bilancio?
Siamo in presenza di un personaggio centrale (lo storico, la memoria del gruppo) attorno al cui capezzale si riuniscono nelle loro diversità le altre figure: la moglie, il figlio, la figlia che appare via internet, navigatrice sulla sua barca in mezzo all'oceano, la suora, le amanti, gli amici, gli studenti, la figlia tossicodipendente di un'amante. I temi che vengono lanciati verso lo spettatore sono tantissimi. Sopra gli altri: il senso della vita, la felicità, cosa vuol dire vivere e cosa serve vivere. Temi affrontati con naturalezza, con apparente distacco che però poi afferma l'esatto contrario in quell'aggrapparsi della propria esistenza alla vita a tutto tondo, dai rapporti d'amore sino allo sguardo sulla natura e sugli altri.
Abbandonando il fiume delle parole e dei sofismi resta l'uomo che guarda in faccia la morte. Come ne Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, in cui Antonius Block, il cavaliere, gioca la sua partita a scacchi con la morte, così, qui, Remy, lo storico, vive guadagnando qualche attimo di vita regalando a sé un attimo in riva ad un lago osservandolo: quell'attimo è la vita, vissuto senza edonismo, ma con cognizione del suo momento stesso, unico, irripetibile, nel suo senso stesso che è forse celato nel rapporto umano con coloro che ci circondano.
Si parla di morte in questo film o forse si parla di vita. Si parla della morte di un uomo, ma si parla anche della morte della nostra società o meglio di un sistema (il tema era già iniziato ne Il declino dell'impero americano del 1987). La morte fisica fa da contralto a quella delle grandi ideologie, dei progetti utopici, delle religioni e dei sistemi economici fondati su liberismo e capitalismo. Qui il film appare in tutta la sua crudezza: non c'è una speranza, non c'è resurrezione, ma solo la morte.
È un film drammatico, ma non ha toni cupi, ogni cosa, dalla malattia in poi è vista con un sereno distacco, a volte allegro. Non c'è disperazione. Lo stesso lo si nota in sala, in chi guarda, che par non capire che anche della sua vita si sta parlando. Forse è proprio questa la forza di questo film. Non dare risposte, ma spunti per porsi delle domande. Domandarsi prima di tutto cosa facciamo del nostro tempo, dove viviamo, con chi, chi ci sta attorno, quale la qualità della vita e dei rapporti umani che abbiamo.
Sotto alcuni aspetti il film può essere visto come la continuazione del precedente sul declino dell'impero americano, ci potrebbe ricordare sotto altri aspetti Il grande freddo, Il cacciatore e Il settimo sigillo.
[modifica] Premi e Nomination
- Cannes Film Festival, 2003
- Vinto miglior attrice: Marie-Josée Croze
- Vinto miglior sceneggiatore: Denys Arcand
- Nominato Golden Palm: Denys Arcand.
- European Film Awards, 2003
- Vinto Screen International Award: Denys Arcand
- National Board of Review, USA, 2003
- Vinto come film con miglior lingua straniera
- San Diego Film Critics Society Awards, 2003
- Vinto come film con miglior lingua straniera
- Toronto Film Critics Association Awards, 2003
- Vinto come miglior pellicola: Denys Arcand
- Totonto International Film Festival, 2003
- Vinto come miglior film Canadese: Denys Arcand
- Valladolid International Film Festival, 2003
- Vinto l' Audience Award per il miglior film: Denys Arcand
- Nominato al Golden spike: Denys Arcand
- Academy Awards, USA, 2004
- Vinto l' Oscar come miglior film in lingua straniera
- Nominato all' Oscar come miglior sceneggiatura e miglior film: Denys Arcand
- Association of Polish Filmmakers Critics Awards, 2004
- Vinto l' Honorable Mention come miglior film in lingua straniera
- BAFTA Awards, 2004
- Nominato miglior film non in lingua inglese: Denise Robert, Daniel Louis e Denys Arcand
- Nominato miglior sceneggiatura: Denys Arcand
- Bangkok International Film Festival, 2004
- Vinto il Golden Kinnaree Award come miglior film: Denys Arcand
- Broadcast Film Critics Association Awards, 2004
Vinto come miglior film in lingua straniera
- Cinema Brazil Grand Prize, 2004
- Vinto come miglior film straniero
- César Awards, France, 2004
- Vinto miglior regista: Denys Arcand
- Vinto miglior film: Denys Arcand
- Vinto miglior sceneggiatura e adattamento: Denys Arcand
- Nominata miglior giovane attrice: Marie-Josée Croze
- David di Donatello Awards, 2004
- Vinto come miglior film straniero: Denys Arcand
- Directors Guild of Canada, 2004
- Vinto miglior regia: Denys Arcand
- Vinto miglior produzione: Denys Arcand, François Séguin, Hélène Grimard, Caroline Alder e Christian Fluet
- Nominato come miglior designe: François Séguin
- Film Critics Circle of Australia Awards, 2004
- Vinto come miglior film in lingua straniera
- Genie Awards, 2004
- Vinto miglior regia: Denys Arcand
- Vinto miglior fotografia: Denise Robert, Daniel Louis e Fabienne Vonier
- Vinto miglior attore: Rémy Girard
- Vinto miglior attore di secondo ruolo: Stéphane Rousseau
- Vinto miglior attrice di secondo ruolo: Marie-Josée Croze
- Vinto miglior sceneggiatura: Denys Arcand
- Nominato miglior montaggio: Isabelle Dedieu
- Nominato miglior sound: Michel Descombes, Gavin Fernande e Patrick Rousseau
- Nominato miglior montaggio sonoro: Marie-Claude Gagné, Diane Boucher, Jérôme Décarie, Claire Pochon e Jean Philippe Savard
- Golden Globes, USA, 2004
- Nominato miglior film straniero
- Italian National Syndicate of Film Journalists, 2004
- Nominato al Silver Ribbon come miglior regista: Denys Arcand
- Jutra Awards, 2004
- Vinto miglior attrice: Marie-Josée Croze
- Vinto miglior direzione artistica: Normand Sarazin
- Vinto miglior regista: Denys Arcand
- Vinto miglior film: Denise Robert e Daniel Louis
- Vinto miglior sceneggiatura: Denys Arcand
- Vinto lo Special Jutra: Denys Arcand
- Nominato miglior attore: Rémy Girard
- Nominato miglior maquillage: Evelyne Byot e Diane Simard
- Kansas City Film Critics Circle Awards, 2004
- Vinto come miglior film straniero
- Online Film Critics Society Awards, 2004
- Nominato miglior film in lingua straniera
- Satellite Awards, 2004
- Nominato come miglior film straniero
- Uruguayan Film Critics Association, 2004
- Vinto come miglior film
- Vancouver Film Critics Circle, 2004
- Vinto miglior regista: Denys Arcand
- Vinto come miglor film Canadese
- Czech Lions, 2005
- Vinto come miglior film straniero: Denys Arcand
- Agentinean Film Critics Association Awards, 2005
- Nominato al Silver Condor come miglior film straniero: Denys Arcand
[modifica] Curiosità
Il film è stato rilasciato in diversi paesi, fra questi:
- Francia il 21 maggio 2003 al Cannes Film Festival.
- Russia il 26 giugno 2003 al Moscow Film Festival.
- Danimarca il 17 agosto 2003 al Copenhagen International Film Festival.
- USA il 30 agosto 2003 al Telluride Film Festival, il 9 ottobre 2004 all' Austin Film Festival, il 17 ottobre 2003 al New York Film Festival, il 7 novembre 2003 all' Hawaii Film Festival ed il 14 ottobre 2004 all' Austin Film Festival.
- Canada il 4 settembre 2003 al Toronto Film Festival.
- Polonia il 10 ottobre 2003 al Warsaw Film Festival.
- Brasile il 16 ottobre 2003 al São Paulo International Film Festival.
- Turchia il 16 ottobre 2003 al Istanbul FilmOctober Film Week.
- Spagna il 28 ottobre 2003 al Valladolid International Film Festival.
- Svizzera il 27 novembre 2003 all' German speaking region.
- Repubblica Ceca il 22 gennaio 2004 al Febio Film Festival.
- Olanda il 24 gennaio 2004 al International Film Festival Rotterdam.
- Tailandia il 24 gennaio 2004 al Bangkok International Film Festival.
- Irlanda il 13 febbraio 2004 al Dublin Film Festival.
- Messico il 6 marzo 2004 al Muestra Internacional de Cine ed il 7 aprile 2004 al Mexico City.
- Hong Kong il 9 aprile 2004 al Hong Kong International Film Festival.
- Giappone il 24 aprile 2004 a Tokyo.
- Egitto il 16 settembre 2004 all' European Film Festival.
Il film è stato rilasciato con diversi titoli a seconda dei paesi:
- Les Invasiones bárbaras in Argentina, Peru e Spagna.
- The Barbarian Invasions titolo internazionele e USA.
- Barbaarien invaasiot in Finlandia.
- Barbarernes invasion in Danimarca.
- Barbariska invasionerna in Svezia.
- As Invasões Bárbaras in Brasile.
- Invasion der Barbaren in Germania.
- Le Invasioni barbariche in Italia.
- Mina-san, sayônara in Giappone.
[modifica] Collegamenti esterni
- Scheda su Les invasions barbares dell'Internet Movie Database
- Le invasioni barbariche sito ufficiale del film.