Mondiali di calcio Messico 1970
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Nono campionato del mondo di calcio.
Paese organizzatore: Messico, dal 31 maggio al 21 giugno 1970.
Mondiali di calcio ![]() IX football world championship |
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Squadre partecipanti | 71 (fase finale: 16) |
Paese organizzatore | ![]() |
Campioni del mondo | ![]() |
Partite giocate | 32 |
Reti segnate | 95 (2,97 per partita) |
Spettatori | 1.673.975 (52.312 per partita) |
Capocannoniere | Gerd Müller![]() (10 gol) |
Indice |
[modifica] Le partecipanti
[modifica] Formula
Quattro gruppi eliminatori di quattro squadre ciascuno, numerati da 1 a 4. Al termine della prima fase si qualificano le prime due di ogni gruppo. Ai fini della precedenza nel gruppo vale la differenza reti. A parità di differenza reti ha la precedenza la squadra che ha segnato più goal. In caso di ulteriore parità si procederà a sorteggio.
Da questo punto si procede a incontri a eliminazione diretta. Si giocano quattro quarti di finale, A, B, C, e D. Il quarto A vede accoppiate la prima classificata del gruppo 1 con la seconda del gruppo 2; il quarto B la seconda del gruppo 1 con la prima del gruppo 2; il quarto C la prima del gruppo 3 con la seconda del gruppo 4 e il quarto D la seconda del gruppo 3 con la prima del gruppo 4.
La prima semifinale si disputa tra le vincenti dei quarti A e C, la seconda tra le vincenti dei quarti B e D.
Le perdenti delle semifinali disputano la finale per il terzo posto, le vincenti quella per il primo posto.
[modifica] Presentazione
[modifica] Introduzione
Il nono campionato del mondo di calcio, in programma in Messico dal 31 maggio al 21 giugno del 1970, presentava alcune singolarità: innanzitutto per la prima volta vi erano presenti tutte le squadre che avessero vinto almeno una volta il campionato del mondo. Anzi, ben tre su cinque delle Nazionali fino ad allora campioni (Brasile, Italia e Uruguay) avevano già vinto la coppa Rimet per due volte. Ad esse si aggiungeva l’Inghilterra, campione uscente, che aveva vinto quattro anni prima la Coppa in casa propria, di fronte alla Regina Elisabetta, battendo la Germania Ovest (già campione in Svizzera nel 1954) con un goal del quale ancora adesso si discute se fosse regolare o meno.
Comunque sia, la bizzarrìa del caso volle che in semifinale arrivassero proprio tutte e tre le squadre bicampioni del mondo, per cui vi era un’alta probabilità che la Coppa Rimet avrebbe trovato un padrone definitivo proprio a Mexico ‘70, essendo tale coppa appannaggio della nazionale che la vincesse per tre volte anche non consecutive.
Una seconda novità fu l'introduzione dei cartellini colorati per segnalare le ammonizioni ed espulsioni, volute dall'arbitro della Battaglia di Santiago, Aston.
[modifica] Il cammino verso il campionato del mondo
Come avrebbe ricordato Gigi Riva molti anni dopo, quell’edizione del campionato del mondo non si distinse per particolari novità tattiche, essendo come al solito il confronto tra quattro scuole la cui tradizione si era cristallizzata nel tempo: quella sudamericana di tipo più difensivistico, incarnata dall’Uruguay, quella brasiliana, ritmo, fantasia e tecnica, che vedeva in Pelé forse il migliore interprete del football moderno, per visione di gioco, tecnica individuale ed eleganza del gesto; quella europea, nella versione più atletica impersonata dagli inglesi, campioni uscenti, e dai tedeschi, che ancora non avevano digerito la sconfitta del 1966 a Wembley, e quella più tattica del gioco all’italiana, che si basava su una difesa attentissima e veloci contropiede, ancora non ribattezzati “ripartenze” dagli inventori del calcio d’oggidì. Outsider di lusso l’URSS, che già si era ben comportata all’ultimo mondiale e ben figurava nelle manifestazioni continentali (aveva già vinto un titolo di Campione d’Europa ed era stata eliminata dall’Italia in semifinale all’Europeo 1968 solo per sorteggio), ma vi erano pochi dubbi sul fatto che a disputarsi il titolo sarebbero state, alla fine, le “solite note”.
In particolare l’Italia guardava a tale edizione del campionato del mondo con rinnovate speranze, dal momento che mai nel dopoguerra aveva passato il primo turno di qualificazione. Anzi, quattro anni prima era stata umiliata dalla Corea del Nord a Middlesbrough, ed eliminata con ignominia. Addirittura nel 1958 gli azzurri furono esclusi dal campionato in Svezia perché battuti nella fase di qualificazione a Belfast dall’Irlanda del Nord.
A dar fiducia alle speranze azzurre v’era la recente conquista del campionato europeo del 1968, e una generazione di giovani calciatori che già si stavano facendo onore in campo continentale e mondiale anche con i loro club: su tutti Gianni Rivera, campione d’Europa e del mondo 1969 con il Milan e Pallone d’Oro 1969, ma anche Sandro Mazzola, due volte campione d’Europa con l’Inter e altrettante volte vincitore della Coppa Intercontinentale, e soprattutto il citato Gigi Riva, cannoniere principe del campionato italiano che da solo con i suoi goal aveva trascinato il Cagliari all’incredibile impresa di vincere lo scudetto 1969/70. Completamente mancino (tant’è vero che il suo allenatore al Cagliari Manlio Scopigno sosteneva il piede destro essergli utile solo per salire sul tram), per la sua potenza di tiro Gianni Brera coniò per lui il soprannome di Rombo di Tuono.
A corredare il tutto, un pacchetto difensivo di provata affidabilità (Burgnich, Facchetti, Rosato, Cera, le riserve Niccolai, Poletti e Furino), un’ala destra dai grandi polmoni, Angelo “Domingo” Domenghini e alcuni centrocampisti di sicura classe (il napoletano Juliano e il romano trapiantato a Firenze De Sisti). La porta era ben difesa, perché alle spalle del titolare Albertosi (Cagliari), si trovavano un certo Dino Zoff (Napoli) e Lido Vieri (Inter), il quale, da buon terzo, con zero speranze di giocare, trovò addirittura il tempo di fidanzarsi con la figlia del vicepresidente messicano e vedere le partite dalla tribuna d’onore. Storie d’altri tempi…
[modifica] Il torneo
[modifica] Prima fase
Poche sorprese nella prima fase, nella quale tutte le squadre rispettarono più o meno il pronostico. L’Italia, capitata con Uruguay, Svezia e Israele in un girone sorteggiato quando ancora non esistevano le cosiddette “teste di serie”, passò il turno con il minimo sforzo, avendo regolato la Svezia con una ciabattata di Domenghini nella partita inaugurale degli azzurri e poi pareggiando per 0-0 con Uruguay e Israele. Alla fine il girone italiano si sarebbe dimostrato – nonostante la sparagninità, solo sei goal segnati in tutto – quello di ferro, avendo espresso due semifinaliste su quattro. Soliti fuochi d’artificio per il Brasile, otto goal solo lui nel suo gruppo, mentre Germania, Inghilterra e URSS avrebbero fatto il loro compito e passato il turno diligentemente senza incantare.
[modifica] Quarti di finale
Nella norma anche i quarti di finale: la Germania Ovest si prese la rivincita per 3-2 sugli inglesi e ribaltò ai supplementari lo 0-2 col quale i campioni uscenti conducevano fino a circa venti minuti dalla fine; il Brasile, dopo aver faticato un po’ contro il Perù impose la sua classe superiore alla lunga e si impose per 4-2; l’URSS fece dannare l’anima all’Uruguay che dovette aspettare fino alla fine del primo supplementare per segnare e passare alla semifinale; infine l’Italia – mai troppo favorita dai sorteggi e dagli accoppiamenti, va detto – come le succede spesso ai mondiali pescò la squadra di casa, e andò a Toluca a prendersi la semifinale per 4-1 davanti a una platea messicana che non sapeva se essere incredula per l’eliminazione o contenta per essere arrivata quantomeno ai quarti.
[modifica] Semifinali e finali
Ma furono le semifinali a costituire il vero botto della manifestazione, anzi, una delle semifinali, che ancora adesso viene ricordata, quell’Italia-Germania Ovest 4-3 allo stadio “Azteca” di Città del Messico che, bisogna dire subito, depurata dall’iconografia e dall’epica, rimane tuttora sicuramente uno dei più alti momenti di trance agonistica e occasione di offesa alle coronarie degli spettatori, ma sul piano tecnico e tattico è ancora considerata una delle più grandi scelleratezze mai perpetrate su un campo di calcio in occasione di una partita di alto livello al campionato del mondo: scrisse Gianni Brera, sul Giorno del 18 giugno 1970:
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Per approfondire, vedi la voce Partita del secolo (calcio). |
L’altra semifinale, Brasile – Uruguay, procedette senza scossoni verso il suo naturale epilogo: infatti il Brasile vinse e, grazie al fatto che l’Italia la appaiava in finale fu assodato che la Coppa Rimet sarebbe stata definitivamente assegnata il 21 giugno 1970. A chi, ancora non si sapeva.
L’antipasto fu la finalina per il terzo posto, che vide una Germania Ovest ampiamente rimaneggiata battere un Uruguay che ormai aveva visto sfumare il sogno di far sua la Coppa per sempre: 1-0 e tutti a Città del Messico, a vedere i locali tifar per il Brasile così come per la Germania in semifinale, giacché l’Italia era la squadra che aveva tolto al Messico la soddisfazione di proseguire il suo cammino mondiale. Pelé e compagnia facevano sul serio, volevano la Coppa e del resto ai nostri, già arrivati in finale non si poteva chiedere di più, se non di gestire meglio il dualismo Mazzola/Rivera che per ragioni geopolitiche sembra non potessero giocare insieme. Valcareggi ebbe il suo daffare a portare avanti il gruppo e bisogna dire che fino a venti minuti prima della fine del mondiale l’Italia era ancora in corsa: al goal di Pelé aveva risposto quasi in chiusura di primo tempo Boninsegna (37’) con un’azione che a rivederla ancora adesso sarebbe da codice penale, ma che era esemplificatrice della caparbietà con cui gli azzurri volevano tenere aperto il discorso più a lungo possibile. Alla fine i 2000 metri d’altezza di Città del Messico – e gli sforzi dei supplementari contro i tedeschi – si fecero sentire tutti, e i brasiliani decollarono: Gerson, Jairzinho e, quasi allo scadere, Carlos Alberto, tre minuti dopo che Rivera (84’) era inutilmente entrato al posto di Boninsegna (e infatti quelli passarono alla storia come ‘’i sei minuti di Rivera’’), fissarono il risultato sul 4-1, persino troppo penalizzante per una nazionale che forse non meritava di vincere il mondiale, ma di certo non meritava un tale passivo.
La Coppa Rimet volò in Brasile e la nazionale azzurra volò in Italia: a Fiumicino i ragazzi furono accolti trionfalmente, ma per Valcareggi e l’accompagnatore azzurro Walter Mandelli – ritenuto artefice di trucchi e raggiri messi in atto allo scopo di tenere fuori squadra Rivera – vi furono pomodori e insulti. Comunque, l’Italia si confermò la miglior nazionale europea e la squadra riconquistò definitivamente rispetto dopo la bella prova in Messico.
[modifica] Risultati
[modifica] Prima fase
[modifica] Composizione dei gruppi e discriminanti
Rifacendosi completamente alla precedente edizione, gli organizzatori messicani copiarono in pratica tali e quali, fin dove possibile, i criteri di composizione dei girone e i discriminanti di Inghilterra 1966. Innanzitutto i discriminanti rimasero i seguenti: punti, differenza reti, reti segnate, sorteggio. La differenza reti fu necessaria solo in due casi, e solo uno decisivo: nel gruppo 2, dove l’Uruguay ebbe la meglio sulla Svezia, e nel gruppo 4, dove la Bulgaria ebbe la misera soddisfazione di non arrivare ultima a danno del Marocco. Le reti segnate furono invece necessarie nel gruppo 1 per stabilire chi dovesse essere la prima classificata fra URSS, che prevalse, e Messico.
La composizione dei gironi fu affidata al consueto sorteggio pilotato che, in pratica, riprese gli stessi schemi, come anticipato, dell’edizione precedente. Vantaggi per i padroni di casa compresi. Le fasce predisposte furono 4 da quattro squadre l’una. Ogni girone sarebbe stato quindi composto da squadre provenienti da fasce diverse. Le fasce furono così composte:
- Fascia 1: America (Brasile, Messico, Perú, Uruguay)
- Fascia 2: grandi squadre europee (Germania Federale, Inghilterra, Italia, Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche)
- Fascia 3: piccole squadre europee (Belgio, Bulgaria, Cecoslovacchia,Svezia)
- Fascia 4: resto del Mondo e d’Europa (El Salvador, Israele, Marocco, Romania)
Si trattò della classifica ripartizione geografica e solo per l’Europa vi fu una suddivisione per valori. Facile immaginare che la fascia 2 fosse stata composta o colle semifinaliste dell’edizione precedente più l’Italia, l’unica altra europea campione del Mondo, oppure colle europee almeno una volta campioni del Mondo più l’URSS, unica altra semifinalista dell’edizione precedente presente. L’inserimento della Romania fra i “materassi” fu dovuta alla sua assenza dalle fasi finali che perdurava da Francia 1938. Come detto, gli organizzatori ripresero tale e quale lo schema di Inghilterra 1966, ivi compresi i vantaggi per i padroni di casa: fu infatti, per la seconda volta consecutiva, stabilito che gli ospitanti (Messico) facessero parte del Gruppo 1 e i detentori (Inghilterra) del gruppo 3: ciò avrebbe permesso lo scontro fra le due formazioni solo in semifinale, a patto che entrambe avessero compiuto il loro “dovere” di vincere il proprio raggruppamento (o di arrivare entrambe seconde, come avvenne). I vantaggi, volendo, per il Messico, furono anche più accentuati rispetto a quelli accordati agli inglesi 4 anni prima: innanzitutto il Messico si elevò a rango di sudamericana, e poi, non essendo ancora previsto l’accorgimento di impedire (Europa esclusa) che nei gironi potessero far parte più di una squadra per confederazione, avrebbe potuto tranquillamente essere sorteggiato (come avvenne) assieme all’El Salvador, l’unica altra formazione della CONCACAF presente. E conoscendo come il Messico fosse padrone assoluto (all’epoca) della propria zona continentale…
Per finire la consuete analisi sulle prestazioni delle singole fasce, in ordine di punti e squadre qualificate ai quarti di finale (fra parentesi la federazione col miglior risultato)
- Fascia 1: 18 punti e 4 qualificate (Brasile)
- Fascia 2: 19 punti e 4 qualificate (Germania Federale)
- Fascia 3: 6 punti e 0 qualificate (Svezia)
- Fascia 4: 5 punti e 0 qualificate (Romania)
[modifica] Gruppo 1
Risult. | Città e data | ||
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0 - 0 | Città del Messico, 31 maggio | |
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3 - 0 | ![]() |
Città del Messico, 3 giugno |
4 - 1 | ![]() |
Città del Messico, 6 giugno | |
![]() |
4 - 0 | ![]() |
Città del Messico, 7 giugno |
2 - 0 | ![]() |
Città del Messico, 10 giugno | |
![]() |
1 - 0 | ![]() |
Città del Messico, 11 giugno |
Classifica finale | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
5 | 3 | 2 | 1 | 0 | 6 | 1 | 5 | |
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5 | 3 | 2 | 1 | 0 | 5 | 0 | 5 |
![]() |
2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 5 | -1 |
![]() |
0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 0 | 9 | -9 |
[modifica] Gruppo 2
Risult. | Città e data | ||
---|---|---|---|
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2 - 0 | ![]() |
Puebla, 2 giugno |
![]() |
1 - 0 | ![]() |
Toluca, 3 giugno |
![]() |
0 - 0 | ![]() |
Puebla, 6 giugno |
![]() |
1 - 1 | ![]() |
Toluca, 7 giugno |
![]() |
1 - 0 | ![]() |
Puebla, 10 giugno |
![]() |
0 - 0 | ![]() |
Toluca, 11 giugno |
Classifica finale | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
![]() |
4 | 3 | 1 | 2 | 0 | 1 | 0 | 1 |
![]() |
3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 1 | 1 |
![]() |
3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 2 | 0 |
![]() |
2 | 3 | 0 | 2 | 1 | 1 | 3 | -2 |
[modifica] Gruppo 3
Risult. | Città e data | ||
---|---|---|---|
![]() |
1 - 0 | ![]() |
Guadalajara, 2 giugno |
![]() |
4 - 1 | ![]() |
Guadalajara, 3 giugno |
![]() |
2 - 1 | ![]() |
Guadalajara, 6 giugno |
![]() |
1 - 0 | ![]() |
Guadalajara, 7 giugno |
![]() |
3 - 2 | ![]() |
Guadalajara, 10 giugno |
![]() |
1 - 0 | ![]() |
Guadalajara, 11 giugno |
Classifica finale | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
![]() |
6 | 3 | 3 | 0 | 0 | 8 | 3 | 5 |
![]() |
4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 2 | 1 | 1 |
![]() |
2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 5 | -1 |
![]() |
0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 2 | 7 | -5 |
[modifica] Gruppo 4
Risult. | Città e data | ||
---|---|---|---|
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3 - 2 | ![]() |
Leon, 2 giugno |
![]() |
2 - 1 | ![]() |
Leon, 3 giugno |
![]() |
3 - 0 | ![]() |
Leon, 6 giugno |
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5 - 2 | ![]() |
Leon, 7 giugno |
![]() |
3 - 1 | ![]() |
Leon, 10 giugno |
![]() |
1 - 1 | ![]() |
Leon, 11 giugno |
Classifica finale | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
![]() |
6 | 3 | 3 | 0 | 0 | 10 | 4 | 6 |
![]() |
4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 7 | 5 | 2 |
![]() |
1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 5 | 9 | -4 |
![]() |
1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 2 | 6 | -4 |
[modifica] Quarti di finale
Qualificata | Risult. | Eliminata | Città e data |
---|---|---|---|
![]() |
3 - 2 (dts) |
![]() |
Leon 14 giugno |
![]() |
4 - 2 | ![]() |
Guadalajara 14 giugno |
![]() |
4 - 1 | ![]() |
Toluca 14 giugno |
![]() |
1 - 0 (dts) |
Città del Messico 14 giugno |
[modifica] Semifinali
Qualificata | Risult. | Eliminata | Città e data |
---|---|---|---|
![]() |
3 - 1 | ![]() |
Guadalajara, 17 giugno |
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4 - 3 (dts) |
![]() |
Città del Messico, 17 giugno |
[modifica] Finali
[modifica] Per il terzo posto
Terzo posto | Risult. | Quarto posto | Città e data |
---|---|---|---|
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1 - 0 | ![]() |
Città del Messico 20 giugno |
[modifica] Per il primo posto
Campione del Mondo | Risult. | Secondo posto | Città e data |
---|---|---|---|
![]() |
4 - 1 | ![]() |
Città del Messico, 21 giugno |
[modifica] Campione
Brasile
(Terzo titolo)
[modifica] Classifica marcatori
10 gol
7 gol
5 gol
4 gol
Pelè
Anatoly Byshovets
3 gol