Montanismo
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Il montanismo o catafrigismo (dalla Frigia, sua regione d'origine) fu un movimento settario risalente alle origini del cristianesimo (II secolo a.C.). Il nome deriva da quello del suo fondatore Montano, probabilmente un ex sacerdote della dea Cibele, che sosteneva di parlare in nome dello Spirito Santo e di avere visioni sul ritorno di Cristo.
Il montanismo si diffuse inizialmente in Frigia e nelle zone vicine, e si espanse poi rapidamente in tutto l'Impero Romano, in un periodo in cui il cristianesimo era generalmente tollerato o legale. Nonostante la prevalenza della corrente ortodossa del cristianesimo, che aveva "bollato" il Montanismo come un'eresia, questa setta sopravvisse in zone isolate fino all'VIII secolo. Alcuni hanno trovato delle somiglianze tra il Montanismo ed il Pentecostalismo, che viene per questo chiamato anche Neo-Montanismo.
Il più conosciuto montanista è Tertulliano, che prima della conversione fu il principale apologista cristiano.
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[modifica] Storia
Subito dopo la sua conversione al cristianesimo, Montano cominciò a portare la sua predicazione nei centri rurali dell'Anatolia, accompagnato da Prisca (o Priscilla) e Massimilla, che erano per lui l'incarnazione dello Spirito Santo. Montano sosteneva inoltre di aver ricevuto una serie di rivelazioni direttamente dallo Spirito Santo e di essere l'altro paraclito citato in Giovanni 14, 16.
Dovunque I tre andassero, parlavano posseduti da visioni mistiche ed esortavano i seguaci a pregare e digiunare, in modo da sperimentare personalmente queste rivelazioni. I discorsi di Montano si diffusero dalla natia Frigia (dove proclamò il villaggio di Pepuza come sito della Nuova Gerusalemme) attraverso il mondo cristiano dell'epoca, fino all'Africa e la Gallia.
Alcuni[citazione necessaria] pensano che questo movimento possa essere stato ispirato a Montano dalla frase "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre"[1]. In risposta a questa rivelazione continua, la comunità cristiana si divise: all'inizio la Chiesa non si oppose al nuovo movimento, che intendeva attuare una riforma dall'interno, ma in seguito alcuni dei componenti più ortodossi della gerarchia episcopale lottarono per combattere questa tendenza. Tra questi il vescovo Apollinare, che si oppose alla "falsa profezia" che aveva spaccato in due la comunità cristiana di Ancyra[citazione necessaria]. A Roma c'era grande incertezza: il papa Eleuterio scrisse addirittura alcune lettere a supporto del montanesimo, ma le fece poi ritirare[2].
Prisca sosteneva che Cristo le fosse apparso in forma femminile. Quando venne scomunicata esclamò: "Vengo allontanata come il lupo dalla pecora. Ma non sono un lupo: io sono Verbo e spirito e potere"[citazione necessaria].
Il montanismo venne però condannato ufficialmente solo nel 202, molto dopo la morte dei tre iniziatori, da Papa Zefferino. Continuò a diffondersi per tutto il terzo e quarto secolo. Il più famoso sostenitore dei montanisti, convertitosi nel 213 fu senza dubbio Tertulliano, una volta campione dell'ortodossia, che credeva che la nuova profezia sarebbe stata genuina e cominciò a seguire quella che chiamava "la chiesa dei molti vescovi"[3].
Il montanismo fu poi condannato dalla Chiesa come eresia nel Concilio di Costantinopoli del 381. Nel VI secolo, per ordine dell'imperatore Giustiniano I, Giovanni di Efeso guidò una spedizione a Pepuza per reprimere il movimento e distruggere il locale tempio montanista, che era stato edificato attorno alle tombe di Montano, Priscilla e Massimilla. Ancora nel 722 si parla di una repressione di questo movimento da parte dell'imperatore d'Oriente Leone III l'Isaurico.
La setta sopravisse fino all'VII secolo.
Alcuni scrittori moderni hanno fatto notare che l'enfasi sulla presenza personale, estatica e diretta dello Spirito Santo sono comuni a tutte le forme di Pentecostalismo.
[modifica] Caratteristiche del Montanismo e differenze rispetto al Cristianesimo ortodosso
La fede dei montanisti differiva da quella dei cristiani ortodossi nei seguenti punti:
- la convinzione che le profezie dei montanisti completassero e sostituissero la dottrina proclamata dagli apostoli;
- l'incoraggiamento alle profezie in condizione di estasi, in contrasto con l'approccio più sobrio e disciplinato della teologia dominante nell'ortodossia cristiana;
- la convinzione che che i cristiani che uscivano dalla grazia divina non potevano redimersi, in contrasto con l'idea cristiana che il pentimento potesse portare ad una remissione dei peccati da parte della chiesa;
- i profeti del montanismo non erano messaggeri di dio, ma erano posseduti da dio e parlavano in sua vece: "Io sono il Padre, il Figlio ed il Paracleto", diceva Montano[4]. Questa possessione da parte di uno spirito che parlava mentre il profeta era incapace di resistergli, è descritta dallo spirito di Montano: "Ecco, l'uomo è come una lira ed io vi scorro sopra come un archetto; l'uomo dorme, ed io veglio; ecco, è il Signore che immerge i cuori degli uomini nell'estasi e che dà un cuore agli uomini"[5];
- una forte enfasi sull'eliminazione del peccato, attuata praticando la castità ed evitando i secondi matrimoni. Questa intransigenza era dettata dall'idea che la fine del mondo sarebbe stata imminente (parusia). Questa credenza aveva come conseguenza la totale assenza di interesse per il mondo e per la storia, ritenute cose che presto sarebbero finite. La stessa credenza rendeva i seguaci moralmente molto rigidi;
- alcuni montanisti erano anche quartodecimani, cioè celebravano la Pasqua il quattordicesimo giorno del mese ebraico di Nissan, indipendentemente dal giorno della settimana, e non nella domenica successiva;