Monte Gleno
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
Il Monte Gleno, alto 2.882 metri, separa l'alta val Seriana dalla Val di Scalve.
Ai suoi piedi si estende un ghiacciaio che si sta man mano ritirando. Nella stanza della stufa a legna del sottostante rifugio Curò è possibile vedere le fotografie che mostrano le varie fasi della ritirata del ghiacciaio a partire dall'inizio del XX secolo. Formato allora da un maestoso corpo di ghiaccio unico, il ghiacciaio è ora diviso in due parti: quella più alta, sotto la vetta del Monte Gleno, è ormai molto ridotta, mentre quella più bassa, sotto il lato nord della cresta che collega il Pizzo dei Tre Confini al Monte Gleno, è più estesa ma anch'essa in rapido scioglimento.
La zona è frequentata dai camosci che, soprattutto d'inverno, si spostano sulla pancia nord del Pizzo Recastello, nascondendosi nelle vallate chiuse che si inerpicano su per la vetta. La vegetazione spontanea della zona è ricca di piante rare e protette.
Per raggiungere la vetta si può partire da Valbondione, in val Seriana, o da Pianezza/Vilminore in Val di Scalve, entrambe in provincia di Bergamo.
Partendo da Valbondione si prende il sentiero per il rifugio Antonio Curò e, passato il rifugio, si costeggia il lago del Barbellino a sud fino quasi in fondo al lago dove, verso sud, si dirama il sentiero che sale per la valle del Trobbio.
Il sentiero sale con un buon grado di pendenza fino a raggiungere la Vedretta del Trobbio, da dove si ha una splendida visuale del Monte Gleno con annessi ghiacciai, Pizzo dei Tre Confini e Pizzo Recastello.
Si prosegue lungo il sentiero che attraversa la vedretta. Il posto è praticamente coperto di neve e ghiaccio da metà novembre fino a inizio giugno, mentre in agosto la scarsa vegetazione riesce a malapena a macchiare il colore grigio/marrone della terra e delle rocce lasciate dal ghiacciaio in ritirata.
Si prosegue a sinistra e si sale verso il ghiacciaio alto del Gleno. Una volta passato il torrente e saliti su per il primo salto si percorre il sentiero tra le rocce o tra la neve, a seconda del tempo, fino a raggiungere il ghiacciaio alto. Se si vuole attraversare il ghiacciaio d'estate sono necessari i ramponi: in alternativa si può fare il giro attorno al ghiacciaio facendo molta attenzione a non scivolare. Alcune pietre possono inoltre nascondere il ghiaccio sottostante e farvi scivolare giù di parecchi metri!
Arrivati al passo del Gleno si segue la cresta fino alla vetta. Quest'ultima parte del sentiero è poco scoscesa.
Dalla vetta si vede il Pizzo Coca, il Pizzo dei Tre Confini, il Pizzo Redorta, il Pizzo del Diavolo della Malgina e la Valle del Gleno, che scende verso le rovine della vecchia diga del Gleno e la val di Scalve
Il Monte Gleno è l'ottava vetta in ordine di altezza della provincia di Bergamo, dopo il Pizzo Coca (3.050), il Pizzo Redorta (3.038) la Punta Scais (3.038), il Pizzo del Diavolo della Malgina (2.924), il Pizzo del Diavolo di Tenda (2.914), il Monte Torena (2.911) e il Pizzo Recastello (2.886).
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