Palazzo Raggio di Genova
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Palazzo Raggio è uno degli antichi palazzi di Genova. Situato in via Balbi 6, fu censito nel Rollo della Repubblica di Genova del 1664.
È attualmente destinato ad uso dell'Università degli studi di Genova (Facoltà di Lettere, Istituti e Biblioteca).
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[modifica] Origine del palazzo
Via Balbi era stata costruita a partire dal 1605, ma i lavori per la sua edificazione completa si protrassero per cinquant'anni.
L'arteria - una delle più importanti per il capoluogo ligure sotto l'aspetto storico - porta questo nome in quanto fu progettata dall'omonima famiglia - i Balbi, appunto - che deteneva la proprietà dei terreni attraversati.
Superbi edifici fiancheggiano la strada nel primo tratto che sale da Piazza della Nunziata sino a Palazzo Reale.
Due anni dopo il completamento della via (avvenuto nel 1655), l'architetto Pietro Antonio Corradi (1613 - 1683) ebbe l'incarico da Francesco Maria Balbi di edificare il palazzo oggi conosciuto come Palazzo Raggio dal nome di chi, successivamente, ne volle il più ampio intervento di ristrutturazione.
L'edificio cambiò proprietà diverse volte.
Nel 1824 Marcello Luigi Durazzo ne ordinò il rifacimento all'architetto Nicolò Laverneda.
Dopo esser passato nelle mani della famiglia Gropallo, il palazzo fu acquistato nel 1890 da Edilio Raggio (1840 - 1906), imprenditore di spicco (natio di Novi Ligure), nobilitato nel 1892 da Umberto I con il titolo di conte.
[modifica] Palazzo Raggio dopo il restauro
L'aspetto attuale di Palazzo Raggio è quello che risulta dopo il rifacimento dell'architetto Luigi Rovelli (1850 - 1911) che effettuò la demolizione degli interni, affiancò al lato destro un vistoso salone, costruì sale di rappresentanza, sfruttò razionalmente gli spazi.
Una delle sale di rappresentanza venne decorata dall'affreschista Luigi Gainotti (1859 - 1940) con una esaltazione della attività mercantile di Genova (T. Delfino - A. Manto Luigi Gainotti. L'affresco in Liguria tra Ottocento e Novecento, Varazze 2005).
Edilio Raggio, che voleva celebrare l'acquisita nobiltà, affidò la decorazione dello scalone di rappresentanza al pittore Cesare Viazzi (1857 - 1943) che lo effettuò nel 1893.
Forse anche per ottenere una esecuzione più veloce egli utilizzò la tecnica della tempera e compose sette soggetti:
- L'Italia del Popolo;
- La Monarchia giura fedeltà allo Statuto;
- La Schiavitù con le mani legate guarda la cupola del Buonarroti;
- L'Italia siede sul trono di Roma;
- Le Guerre per l'Unità d'Italia ricordate da putti con festoni (2);
- Putti sostengono lo Stemma sabaudo che non è visibile nel Tricolore d'Italia perché questo è stato piegato in modo da nasconderlo, anzi tale stemma, privo come è di ogni corona, potrebbe essere quello della Svizzera, nazione che accolse i rifugiati politici di ogni nazione.
Come si può ben comprendere Viazzi, mazziniano convinto, intendeva commemorare il Risorgimento italiano e non Casa Savoia.
Ad ogni modo l'opera piacque, fu ampiamente lodata e il giornale genovese Caffaro (succedaneo degli storici Annali del Caffaro) gli dedicò un'intera pagina illustrata (cf. A.Pastore, Le pitture del Viazzi nel palazzo Raggio, 31/12/1893), concessa poi in riproduzione al periodico di Novi Ligure La Società.
Raggio affidò a Viazzi altre decorazioni: quelle del Castello Raggio di Cornigliano, che è stato poi demolito nel 1951 per la costruzione dell'Aeroporto Cristoforo Colombo.
[modifica] Documentazione fotografica
[modifica] Bibliografia
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